Hamilton Capitan America. Risveglio Ferrari tardivo
Un’altra vittoria per Lewis Hamilton che si veste da Capitan America e conquista il GP di Austin, USA, in modo netto e indiscutibile. Le Ferrari sul podio.
Il pilota della Mercedes domina il Gran Premio degli Stati Uniti e compie un altro passo decisivo verso un Mondiale, che è lì, a portata di mano.
Le Ferrari si risvegliano dopo un mese da incubo e si piazzano entrambe sul podio, alle spalle del britannico. Un ruggito di orgoglio che fa bene al morale ma che non cambia la storia di un torneo che si appresta a emanare gli ultimi verdetti. Out of Limits?
Intanto le Frecce d’Argento festeggiano ufficialmente il titolo costruttori, in bacheca per il quarto anno consecutivo. A Hamilton basterà invece arrivare quinto in Messico, il 29 ottobre, per laurearsi campione del mondo per la quarta volta. Quasi una formalità per una monoposto che anche a Austin ha confermato il suo straordinario potenziale.
La differenza sta tutta qui, nel rileggere il distacco tra le due scuderie (151 punti). La Ferrari, non appena subìto il sorpasso Mercedes in quel di Monza, si è smarrita perdendo velocità e affidabilità. Le Mercedes invece sono rimaste più costanti e hanno fatto il vuoto quando il Cavallino ha accusato il peso e la pressione di dover rimontare.
Al resto ci ha pensato ovviamente Lewis Hamilton. Negli States ha dovuto un po’ stringere i denti per avere la meglio su Vettel, abile a passarlo in avvio.
Ecco, ad Austin si è avuta la conferma che a Maranello c’è materiale buono sul quale lavorare per ritentare l’assalto l’anno prossimo. Servirà fare tesoro degli errori compiuti nell’ultimo mese e che hanno compromesso la rincorsa a un titolo possibile già quest’anno. Una volta smaltita la delusione per ciò che poteva essere e non è stato, i tifosi ferraristi potranno guardare con ottimismo al futuro. Risorgere dalle macerie di un 2016 desolante, senza vittorie all’attivo e battuti pure dalle Red Bull, non era per niente scontato.
Duelli per il podio.
Lewis si riprende la testa della corsa dopo sei giri. Si sente Capitan America e incomincia a martellare guadagnando fino a 3” 1/10 di vantaggio su Seb. Poi controlla in scioltezza fino alla bandiera a scacchi.
Dietro di loro il duello più interessante è quello per il podio, con Bottas e Ricciardo incalzati da Raikkonen e Verstappen. Quest’ultimo in rimonta dalla sedicesima posizione causa penalità in griglia. Al 16° giro il motore tradisce Ricciardo e la corsa perde un sicuro protagonista nella lotta al podio. La battaglia è tra i “portatori” di Mercedes, Ferrari e Red Bull.
Alla fine l’avrebbe spuntata al fotofinish Verstappen, precedendo al traguardo Raikkonen e Bottas, ma è una soddisfazione virtuale. Infatti la direzione gara lo penalizza di 5” per un sorpasso azzardato ai danni del ferrarista, fatto con un taglio di pista. “Iceman” Kimi si prende così il terzo posto e porta ancora un po’ di sereno dalle parti di Maranello, dopo settimane complicate. (Nella foto e in Gallery, Kimi festeggiato all’americana dalle majorettes)
Alle loro spalle da segnalare le ottime prestazioni della Force India di Ocon (6°) e di Sainz, settimo al debutto sulla Renault (se il buongiorno si vede dal mattino…). Nella top 10 anche Perez, Massa e l’ottimo Kvyat che si riscatta con la Toro Rosso dopo le critiche ricevute. Male ancora una volta Alonso, costretto al ritiro nella settimana che l’ha visto rinnovare il contratto con la McLaren fino al 2018.
Appuntamento a Città del Messico, dove con ogni probabilità sarà scritto il verdetto più atteso e definitivo di questo campionato di Formula 1.
Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro