Un weekend da “vorrei ma non posso” per le Ferrari in Malesia. E una luna nera che sembra essersi abbattuta sulla Rossa nel momento topico della stagione.
I tre giorni di Sepang regalano stati d’animo contraddittori ai tifosi del Cavallino. Vince Max Verstappen, che festeggia al meglio il suo ventesimo compleanno (auguri!). Certo si prende una rivincita dopo le critiche piovutegli a Marina Bay per l’incidente al via costato il ritiro alle Ferrari.
Questa volta le Rosse Ferrari devono invece spedire un pacco dono al pilota della Red Bull per aver tolto 7 punti a Lewis Hamilton, giunto secondo. L’inglese allunga ancora su Vettel, quarto dopo una grandissima rimonta e ora a – 34 dal rivale in Mercedes.
Vettel: passo da vincente.
La sensazione più forte è che, senza il problema al turbo costato l’ultimo posto nelle qualifiche, Seb avrebbe probabilmente vinto. Ne aveva di più, lo si vedeva dal passo in gara. Lo si era già visto nelle libere del venerdì, quando il tedesco ha chiuso davanti a tutti. Un Vettel che si è poi ritrovato a dover gareggiare da solo, senza il suo alleato Raikkonen che, partendo secondo, avrebbe potuto infastidire il poleman Hamilton. Invece la gara del finlandese non è neanche iniziata, causa un guasto tecnico probabilmente alla batteria che l’ha tolto subito fuori dai giochi. Un guaio in più per il team di Maranello. E un peccato madornale per un podio che, alla luce del rendimento in pista, pareva scontato.
Con i se e con i ma, non si va però da nessuna parte. L’unica certezza è che il ferrarista ha perso altre sei lunghezze in favore del britannico che, se avesse vinto, avrebbe di fatto affossato le speranze Mondiali della Rossa.
A cinque gare dal termine, rimane invece ancora aperto sebbene il pronostico penda sempre più dalla parte delle Frecce d’Argento.
Rincorsa nella speranza.
Hamilton si ritrova con un capitale ingente da gestire e con la pressione del naturale favorito che, in passato, gli ha giocato qualche brutto scherzo. Un anno fa, il britannico della Mercedes uscì da Sepang con il motore in fumo in una gara condotta agevolmente. Un ritiro che consegnò a Rosberg il vantaggio decisivo da amministrare fino alla fine del torneo. Dieci anni fa, il Mondiale perso con la McLaren all’ultima gara a vantaggio di R aikkonen, consegnò l’ultimo titolo vinto dalla Ferrari. Precedenti beneauguranti cui rimangono aggrappate ancora le speranze iridate del Cavallino.
Con Raikkonen out e Vettel lontano, Lewis avrebbe potuto chiudere definitivamente la partita Mondiale. Non l’ha potuto fare per merito delle Red Bull, le quali riescono spesso a recitare la parte del terzo incomodo nel duello tra Mercedes e Ferrari.
Il “panino” Red Bull.
Bravo dunque Verstappen con la sua Red Bull, alla seconda vittoria in carriera, autore di una gara sempre all’attacco. Ha scalzato dopo pochi giri Hamilton dalla vetta e condotto la corsa fino all’ultimo senza mai voltarsi indietro. L’inglese, complice anche una vettura meno brillante del solito, ha scelto così di amministrare saggiamente la seconda piazza, difesa dall’insidia di Daniel Ricciardo. Intanto Vettel schiacciava sul piede dell’acceleratore e scalava posizioni superando Bottas al pit stop e mettendo nel mirino l’australiano della Red Bull.
L’ultimo tassello di una rimonta comunque da applausi. Peccato per il ritardo nel doppiaggio ad Alonso. Il tedesco nell’occasione non l’ha presa bene. Come non bastasse, Vettel si è poi scontrato nel giro di rientro ai box con la Williams di Lance Stroll distruggendo la parte posteriore della sua monoposto. Lavoro extra per i meccanici del Cavallino, che certo non sembrano esenti da colpe in questo weekend.
Non c’è neanche il tempo di fermarsi a pensare, perché l’8 ottobre si vola per il GP di Formula 1 in Giappone. Il sedicesimo appuntamento di un Mondiale che sembra ormai segnato. Vincerle tutte e sperare. Vettel si trova ora con le spalle al muro.
MotorAge.it – Andrea Sicuro