Un pedale difettoso che provoca un’accelerazione involontaria dell’auto. Un airbag, un impianto freni o sistema di stabilità che vanno in tilt. Ma ci potremmo mettere pure la contaminazione da salmonella di arachidi utilizzate da centinaia di produttori.
Ciascuno di questi incidenti ha provocato importanti richiami di prodotti, con conseguenti perdite per miliardi di dollari.
Il rischio dei richiami è oggi uno dei pericoli più gravi per le aziende, almeno secondo il nuovo rapporto di Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS). In base all’analisi dei risarcimenti derivanti dai richiami, il settore automobilistico risulta il più colpito, seguito da quello del Food and Beverage e dell’informatica.
Ricerca e Sviluppo, incidenti e assicurazioni.
“I richiami di prodotti sono aumentati costantemente nell’ultimo decennio. Oggi assistiamo a livelli record di attività di richiamo in termini di dimensioni e costi”, afferma Christof Bentele, Head of Global Crisis Management di AGCS. “Una regolamentazione più stringente, la crescente consapevolezza dei consumatori, le pressioni economiche nella ricerca e sviluppo (R&S) hanno contribuito. Ma persino la crescita dei social media rientra nei fattori che hanno permesso questo processo”.
I prodotti difettosi sono un rischio per la sicurezza dei consumatori, ma possono anche causare notevoli danni finanziari alle imprese responsabili. Secondo l’analisi degli indennizzi del solo settore assicurativo, gli incidenti hanno causato negli ultimi cinque anni perdite in risarcimenti per oltre 2 miliardi di $ (1,75 miliardi di euro). Il che li rende la principale causa di indennizzo da responsabilità civile.
Il rapporto “Product Recall: Managing The Impact of the New Risk Landscape” analizza richieste di indennizzo di prodotti assicurativi provenienti da 28 Paesi in 12 settori industriali tra il 2012 e la prima metà del 2017. Il prodotto difettoso o il lavoro errato sono la causa principale delle richieste di indennizzo. Il costo medio di un incidente significativo è superiore a 12 milioni di $ (10,5 milioni di €). Ma i costi dei più grandi sinistri superano di gran lunga questo importo. Il settore IT/elettronica è il terzo più colpito.
Richiamo auto i più costosi.
I richiami nel campo automobilistico risulterebbero i più costosi a causa del “Ripple Effect”. Solo nel settore auto rappresentano oltre il 70% del valore di tutte le perdite assicurative.
“Assistiamo ad un numero crescente di richiami nell’industria automobilistica”, conferma Carsten Krieglstein, Regional Head of Liability, Europa Centro-orientale, AGCS. “Ciò è dovuto a fattori quali un’ingegneria più complessa, tempi ridotti di collaudo, esternalizzazione della R&S e troppe pressioni sul contenimento dei costi”.
L’innovazione aumenterà i pericoli? (forse sì, forse no).
Ma il fattore preoccupante è che l’innovazione non cambierebbe le cose, se si vuole ascoltare il rapporto. “Lo spostamento tecnologico dell’industria automobilistica verso la mobilità elettrica e autonoma creerà ulteriori rischi di richiamo” – prosegue infatti Krieglstein.
In questo senso Tesla è stata la prima ad accusare il colpo, ma si districò dalla colpa. E di fatto il suo Autopilot è oggi dichiarato a prova di errore.
Insieme a motori dalle emissioni truffaldine e sistemi legati a impianti di controllo sui freni, uno dei richiami fino ad oggi più importanti che ha colpito l’industria automobilistica riguarda airbag difettosi. Solo questi ultimi dovrebbero portare al richiamo di circa 60-70 milioni di unità coinvolgendo almeno 19 produttori in tutto il mondo. I costi sono stati stimati intorno ai 25 miliardi di $ (2,18 miliardi di €).
Dato l’uso di molti componenti comuni, un singolo richiamo può avere un impatto sull’intero settore.
Informatica e pericolo hackers.
I richiami informatici possono diventare una realtà crescente. Gli hacker potrebbero sabotare un sistema di guida controllando degli impianti di produzione automatizzati. “Quello informatico è attualmente un rischio sottovalutato”, dice Bentele. “Abbiamo già visto alcuni richiami dovuti alle vulnerabilità della sicurezza informatica di automobili e telecamere” (ricordate i nostri articoli sulle Jeep e Land Rover controllate a distanza da hacker?).
Insomma, tecnologie innovative ma non testate come l’intelligenza artificiale e le nanotecnologie potrebbero trasformarsi in rischio di richiamo.
I Social media e la paura delle Fake News.
E non finirebbe qui. I social media possono essere un modo rapido ed efficace per comunicare con i clienti, ma possono anche esasperare il rischio di richiamo se non sono gestiti nel modo corretto. “I social media sono un vero e proprio punto di svolta per il richiamo dei prodotti”, ha affermato Stewart Eaton, Head of Product Recall, Regno Unito. “Un post o un tweet dannoso possono influenzare la dimensione del richiamo e causare danni alla reputazione, il che significa che le aziende ora devono reagire più rapidamente”.
E qui ci troveremmo davanti alla questione delle “Fake News“, le bugie online che stanno tanto alimentando le cronache.
Sono in aumento anche i richiami per ragioni etiche e di reputazione, piuttosto che di sicurezza. Ne sono esempio casi in cui nella “catena produttiva” si dice siano stati impiegati minori o persone costrette in schiavitù. E’ successo per pneumatici, computer e accessori digitali, scarpe di marca, oppure con alimenti vegani mal etichettati o contraffatti. Si tratta di un rischio reale a cui le aziende devono essere preparate.
MotorAge.it | Fabrizio Romano