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Kvyat in Ferrari: mossa a sorpresa

Kvyat tampona Vettel

 Una bella sfida professionale per un pilota in cerca di rilancio. Un’incognita per un team glorioso che ha la vittoria nel DNA.

Ha fatto certamente notizia, anche più di quanto dovrebbe, l’ingaggio a partire dalla prossima stagione del russo Daniil Kvyat come collaudatore della Ferrari.

 Un compagno per Giovinazzi.

L’ex pilota di Red Bull e Toro Rosso si occuperà del programma di sviluppo della Rossa che prevede sessioni al simulatore e test in pista. Una mossa a sorpresa, quella della scuderia di Maranello. Ma, a conti fatti, necessaria. Dal 2018 il terzo pilota del Cavallino, Antonio Giovinazzi, ricoprirà lo stesso incarico anche per la Haas e la nuova Alfa Romeo-Sauber, al ritorno in F1 dopo trent’anni di assenza.

Ergo, meno tempo ed energie da dedicare alla Ferrari che, dopo aver sfiorato il titolo la scorsa stagione, quest’anno non può più sbagliare. Inoltre nel futuro del pilota pugliese potrebbe esserci presto la Formula E, il campionato delle monoposto elettriche che sta spopolando e catturando le attenzioni anche degli addetti ai lavori del circus. Giovinazzi parteciperà il 14 gennaio con la DS Virgin Racing ai test di Marrakech riservati ai rookie.

 Impegno totale in una stagione “bollente”.

Un problema in più per Sergio Marchionne. I dirigenti e tecnici della Rossa che non vogliono lasciare nulla al caso e affidarsi a un pilota esperto e libero da impegni. Kvyat avrà dunque un ruolo cruciale, dietro le quinte in vista di un’annata che i tifosi si augurano finalmente felice. Testerà infatti il cosiddetto “ragno”, il simulatore indoor della nuova Ferrari 669, mentre la vettura girerà in pista durante le prove libere del venerdì. Un incarico che risultava parzialmente scoperto e che sarà svolto dal 23enne russo, reduce da risultati certamente non indimenticabili con la Toro Rosso. Da cui è stato scaricato malamente sul finire della scorsa stagione dopo diverse prove da matita rossa.

Si parlava anche di un possibile interessamento della Williams per sostituire il ritirato Felipe Massa e affiancare Lance Stroll. Niente di tutto ciò: la scuderia britannica ha scelto il connazionale Sergey Sirotkin (si attende soltanto l’annuncio ufficiale). Mentre il futuro di Kvyat sarà a tinte rosse. Con tutte le incognite del caso e che andiamo ad analizzare nel dettaglio.

 Giovane, esperto ma discontinuo, certo combattente. Vettel ricorda.

Nonostante l’ancora giovane età (compirà 24 anni il prossimo 26 aprile), Daniil Kvyat vanta già una discreta esperienza nel circus. Il russo vanta infatti 72 Gran Premi all’attivo e due podi, nelle annate passate alla Red Bull e alla scuderia satellite Toro Rosso. Non un principiante, dunque. Ma che, soprattutto nelle ultime due stagioni, ha visto la sua stella offuscata da risultati negativi e da rapporti difficili con i colleghi in pista.

Soprattutto con Sebastian Vettel, con cui non se le mandò a dire in due occasioni, nel 2016. Dapprima nel GP di Cina per un contatto in prima curva tra le due Rosse, provocato, a detta del tedesco, da un attacco di Kvyat, arrivato poi terzo al traguardo.

 Un passato da autoscontro Kvyar – Ferrari. 

“Kimi ha bloccato i freni alla curva 1, io ho cercato di passarlo all’interno. Daniil era dietro di me, ma era partito meglio e stava preparando la stessa mossa. Io volevo assolutamente passare Kimi e Daniil voleva a tutti i costi superare me. Kimi è rispuntato a sinistra, Kvyat da destra. Ho cercato di tenerlo e poi di mollare il gas e frenare, ma a quel punto non c’era più nulla da fare”. Questo fu il commento “bonario” di Vettel in sala stampa.

Poi in Russia per una duplice collisione, a seguito della quale l’allora pilota della Red Bull fu ritenuto colpevole e penalizzato (foto in alto).

“Stavo attaccando, ma se poi dietro qualcuno non frena non è che ci possa fare molto. Sono stato tamponato violentemente una volta e poi di nuovo in curva 3. Non devo dire altro, bastano le immagini. Non ce l’ho con lui (Kvyat), penso solo che abbia fatto un errore due settimane fa e ne abbia fatto un altro, doppio, oggi, ma dirlo adesso non mi serve a niente”. Così disse il Vettel inviperito.

Ora, a due anni di distanza, i due si ritroveranno faccia a faccia a Maranello e dovranno interfacciarsi continuamente per far progredire il team. Fermi restando i reciproci interessi professionali, è da verificare, almeno inizialmente, se i diretti interessati saranno in grado di seppellire i rancori del passato e remare dalla stessa parte.

 Un filo annoda le carriere dei due piloti.

Nel 2015 Kvyat sostituì proprio Vettel alla guida della Red Bull, dopo il passaggio del tedesco alla Ferrari. Sembrava la svolta della carriera per il russo, vincitore del campionato Formula Renault 2.0 Alps nel 2012 e della GP3 Series l’anno successivo. Invece da lì la parabola discendente, complice anche l’ascesa di Max Verstappen che, dopo l’incidente in Russia, prese il suo posto in pianta stabile nella scuderia di Milton Keynes. Mentre Kvyat fu retrocesso alla Toro Rosso, dove non seppe replicare i risultati dell’esordio.

 Kvyat a un bivio: la Ferrari come rampa di lancio (dorata).

All’esordio con il team italiano, fu infatti il più giovane pilota a ottenere punti iridati, all’età di 19 anni, 10 mesi e 18 giorni, in occasione del GP di Australia 2014 (record battuto l’anno successivo proprio da Verstappen). A fine anno un 15° posto che gli valse la promozione in Red Bull, dove il suo miglior risultato fu il secondo piazzamento in Ungheria alle spalle di Vettel (ancora lui). La sua annata si concluse con un brillante 7° posto, davanti al compagno di squadra Daniel Ricciardo.

Il resto è storia recente con la separazione dalla Toro Rosso, in una stagione segnata da tanti ritiri, pochi punti e una girandola di sostituzioni in seno al team. Retrocesso per far spazio a Pierre Gasly, Kvyat è poi tornato alla guida dell’ex Minardi, a seguito del passaggio di Carlos Sainz Jr alla Renault. Il decimo posto finale non è però bastato a evitargli il licenziamento, sostituito da Brendon Hartley per le ultime quattro gare.

 Scommesse a rischio: o la va o la spacca!

Adesso la sfida della Ferrari. Di certo stimolante per via del blasone e dell’ambizione del team di Maranello, che vuole tornare a vincere dopo dieci anni di astinenza. Ma da cui ha tutto da perdere. Dovesse farcela, la sua stella tornerà a brillare nel firmamento della Formula 1. Dovesse invece fallire nuovamente, risulta difficile ipotizzare una nuova squadra pronta a dargli un’altra chance di una carriera caratterizzata da tante promesse disattese. Al ragazzo l’occasione di smentire i tanti scettici che oggi storcono il naso.

 MotorAge.it – Andrea Sicuro

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