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Pazza Formula E: i protagonisti dello show 2018

 Con il nuovo anno lo spettacolo della Formula E torna in scena. Sta diventando tra i Campionati più importanti e ambiti. Per il divertimento, per il giro di soldi, per quell’entusiasmo che in F1 è invece in calo.

 

In poco tempo la Formula E sta vivendo in un crescendo di interesse, investimenti e protagonisti. Il 13 gennaio la seconda tappa a Marrakech, dopo i fuochi d’artificio dell’e-Prix inaugurale a Hong Kong a dicembre. Ricordiamo l’incredibile Pole di Vergne nonostante sia arrivato in retro dopo un giro di 180°, le spinte in curva, gli agganci, gli sbagli di box, le battaglie costanti. Non a caso è stata definita la “pazza Formula E”.

Se il buongiorno si vede dal mattino, la certezza è che anche in Marocco ne vedremo delle belle. Le prime due manche hanno consegnato la vetta provvisoria della classifica a Sam Bird. Il pilota della DS Virgin Racing comanda con 35 punti, a +2 su Jean-Éric Vergne del team Techeetah e a +6 su Felix Rosenqvist  del Mahindra Racing.

Di questa giovane Campionato di monoposto elettriche (dopo tre stagioni), ne hanno beneficiato decisamente gli spettatori che, hanno visto ben ripagato il prezzo del biglietto. Oltre che gli sponsor e i botteghini. Tante erano le attese dopo i tanti investimenti fatti dai brand dell’automotive. Tutte ripagate, almeno a giudicare dai primi riscontri in pista e sugli spalti, per lo più allestiti sui percorsi cittadini.

Tra sorpassi al cardiopalma sui tracciati cittadini, motori elettrici più potenti e performanti fino a 180 kW, sono poche ma significative le novità della quarta edizione del campionato F.E. Che sembra sul punto di diventare il centro di gravità delle corse automobilistiche.

 Nuovi arrivi e firme di prestigio nel campionato “silenzioso”.

Del resto, il “green” fa ormai tendenza tra i costruttori automobilistici, anche quelli di “lusso”. Lo testimonia il fatto che Audi, dopo tre stagioni da fornitore, fa il suo ingresso ufficiale nella categoria con il nome di Audi Sport ABT Formula E Team. Altri brand ancora sono destinati a intraprendere lo stesso percorso.

Nissan e Bmw sono pronti a subentrare dal prossimo anno mentre dalla sesta edizione sarà la volta di Mercedes e Porsche. Lascerà invece Renault dopo aver vinto i tre titoli costruttori assegnati finora.

L’eccezione che conferma la regola di un campionato in crescendo di popolarità e diventato ormai una macchina da soldi. Nissan si prepara alla “staffetta” con Renault presentandosi, oggi, come la prima casa giapponese a correre gli e-Prix.

Addirittura anche Hugo Boss ha scelto di abbandonare la collaborazione più che trentennale con il circus e di convertirsi alla Formula E diventando partner ufficiale per l’abbigliamento. Gli introiti economici e pubblicitari per la casa di moda tedesca, oltre 3 miliardi di fatturato, sono evidenti. “Pecunia non olet”, dicevano i latini.

Mentre Jaguar, che ha deciso anch’essa di sposare il progetto della serie elettrica, si prepara a organizzare una rassegna collaterale monomarca per sottolineare il debutto del suo primo veicolo elettrico, la I-Pace, con Piquet Jr. al volante. Insomma, le sorprese non sono ancora finite.

 I piloti in pista: quante conoscenze.

Dieci scuderie, per un totale di venti piloti impegnati nei tredici Gran Premi che separano fino alla fine della stagione, il 28 luglio. Molti i volti noti agli appassionati di automobilismo. Alcuni con un passato in Formula 1 e nel Mondiale Endurance. A dimostrazione di come la Formula E sia ormai vista anche da molte vecchie e più giovani glorie come un punto di arrivo della loro carriera.

Un veterano è ormai Nick Heidfeld, alla sua terza stagione in Formula E. Il pilota tedesco, 168 Gp all’attivo tra Williams, Sauber e Renault, punta a migliorare con il Mahindra Racing il 7° posto della stagione 2016-17, attualmente il suo miglior risultato nella divisione. Una meteora della Formula 1 è invece il connazionale André Lotterer, una sola gara, in Belgio nel 2014, in sostituzione di Kamui Kobayashi. Vincitore del titolo endurance nel 2011 e di tre 24 Ore di Le Mans, Lotterer affianca alla guida della Techeetah Jean-Éric Vergne, altra vecchia conoscenza del circus (tre stagioni con la Toro Rosso).

Non mancano anche i figli d’arte illustri. Tra i nomi da segnare sul taccuino c’è sicuramente quello del citato Nelson Piquet Jr, il primo a laurearsi campione della serie, nel 2015. Quando ancora la categoria non aveva raggiunto le punte di popolarità toccate oggi. Il figlio del tre volte campione del mondo Formula Uno prova a ripetere l’impresa con la Panasonic Jaguar Racing ma la concorrenza è spietata. C’è Nicolas Prost, figlio di Alan che ha dato il suo buon contributo con Renault e.dams e offre una bella esperienza nel mondo delle corse.

La tappa marocchina vedrà inoltre il debutto dell’argentino José Maria Lopez. L’ex pilota della Porsche, due titoli mondiali nel campionato del mondo turismo, prende il posto di Neel Jani alla Dragon Racing. Lo svizzero, dopo la prima doppia tappa terminata a secco di punti, ha scelto di terminare la collaborazione con il team cinese.

 C’è anche un po’ di Italia.

Tra le tappe in programma c’è anche quella di Roma, il 14 aprile. Una novità per il nostro Paese che per la prima volta ha deciso di abbracciare delle monoposto elettriche. L’auspicio è che nell’occasione a tagliare per primo il traguardo all’Eur possa essere un nostro portacolori.

Le aspettative ricadono soprattutto sull’italo-svizzero della Venturi, Edoardo Mortara, un debuttante. Ma che in Asia ha già dato prova del suo talento sfiorando la vittoria in gara 2, andata a Rosenqvist. Le brillanti performance nelle prime due prove sono per ora valse al pilota della Venturi la quarta piazza in classifica generale con 24 punti. Non male come inizio.

Un oriundo è anche il campione del mondo in carica, l’italo-brasiliano Lucas Di Grassi, confermato alla guida dell’Audi. La casa automobilistica tedesca, dopo due stagioni come fornitore, fa il suo ingresso ufficiale nella categoria con il nome di Audi Sport ABT Schaeffler. Nonostante la falsa partenza (in Asia un 17° e un 13° posto anonimi), c’è ancora tempo e modo per recuperare il terreno perduto. Se lo augura anche il vice campione del mondo Sébastien Buemi, svizzero con passaporto italiano, vincitore del titolo nel 2016. Buemi vanta anche un trascorso nel circus F1 alla guida della Toro Rosso dal 2009 al 2011.

A rappresentare il Bel Paese c’è anche l’ex pilota IndyCar Luca Filippi, secondo in GP2 nel 2011 dietro a Romain Grosjean. Il weekend di Hong Kong ha fruttato un 10° posto e il primo punto iridato al termine di un’e-prix con molti problemi per lui e il team NIO. Il piemontese di Mondovì, costretto al ritiro in gara 2, punta al riscatto nella gara di Marrakech che avrà un ulteriore appendice.

 I prossimi saranno loro?

Il 14 gennaio, il giorno dopo la gara, è infatti in programma una sessione di test riservata ai rookie. Occhi puntati su Antonio Giovinazzi. Il terzo pilota della Ferrari proverà per la prima volta una monoposto elettrica con il team DS Virgin. Insieme a lui lo svedese Joel Eriksson, proveniente dalla Formula 4.

Tra gli altri, spiccano anche i nomi dell’ex pilota della Force India Paul Di Resta e del figlio d’arte Pietro Fittipaldi, nipote del campione del mondo Emerson (il quale si era già creato una scuderia). Per entrambi c’è l’occasione di guidare una Jaguar. Che siano loro i prossimi a sposare il progetto della rivoluzione “silenziosa”?

Considerato che si fanno un giretto tra le vie cittadine anche pre e post gara, aspettiamo di vederli nella Capitale.

 Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro

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