Secondo il Financial Times, il Gruppo italo americano sarebbe pronto a rinunciare ai motori alimentati a gasolio. La notizia non è stata commentata né a Torino né a Detroit.
L’addio ipotizzato entro il 2022
L’eventuale abbandono delle motorizzazioni diesel da parte di FCA potrebbe avvenire, secondo il Financial Times, entro il 2022. Probabilmente ne sapremo di più quando il prossimo 1° giugno Sergio Marchionne annuncerà a Balocco il piano industriale per i prossimi quattro anni. La decisione al momento non trova riscontri ufficiali da FCA, ma dovrebbe dipendere dalle sempre più severe normative antinquinamento che potrebbero far lievitare i costi di sviluppo. Il tutto ripercuotendosi sul cliente finale. Tenendo presente che a incidere pesantemente sulle auto a gasolio sono anche i divieti di circolazione in molte aree urbane. Iniziative spesso frettolose, non suffragate da alcun dato tangibile e spinte dal pregiudizio nei confronti di motorizzazioni che, se perfettamente a punto, inquinano meno delle unità a benzina.
Il know how che potrebbe salvare
L’abbandono del diesel lascia comunque perplessi in quanto FCA ha un know how invidiabile nelle motorizzazioni a gasolio. Infatti, è l’ex Fiat Auto ad aver inventato i propulsori turbodiesel Common Rail. Soluzione poi ceduta alla Bosch, che è stata estesa alle auto di tutto il mondo dei più svariati marchi e gruppi. Attualmente il Gruppo italo americano può contare ancora su centri di ricerca e progettazione di eccellenza. Proprio per questo l’adeguamento dei motori diesel alle future severe normative antinquinamento potrebbe essere per il Gruppo meno oneroso e più agevole rispetto ad altre realtà, concorrenti e non.
La notizia è ancora più inverosimile se si pensa che nel 2016 sono stati lanciati i motori 2.2 Diesel Alfa Romeo (con basamento e testata in alluminio), realizzati specificamente per il Marchio milanese e destinati a Giulia e Stelvio. Propulsori facilmente adattabili ai prossimi step antinquinamento. Per i quali andrà valutato anche il raggiungimento o meno del break event point considerati gli investimenti consistenti effettuati su queste unità, completamente inedite. Senza dimenticare un’altra eccellenza è costituita dal V6 3 litri VM (azienda in seno a FCA) che equipaggia Jeep Grand Cherokee e, con le opportune elaborazioni, Maserati Ghibli, Levante e Quattroporte.
E le ricadute occupazionali?
In Italia vi sono due stabilimenti FCA dedicati alla produzione di motori diesel: la VM di Cento (Ferrara) e il sito di Pratola Serra ad Avellino. Due realtà che senza dubbio devono essere salvaguardate dalla proprietà italo americana. Se proprio FCA deciderà di rinunciare alle motorizzazioni a gasolio, questi due stabilimenti andranno riconvertiti per altre produzioni. Un esempio potrebbe essere la realizzazione di unità elettriche, senza rinunciare a un solo dipendente. L’Italia ha già dato molto, troppo in termini di ricadute occupazionali. Due esempi su tutti la chiusura degli stabilimenti di Arese e di Termini Imerese.
Motorage.it – La redazione