Secondo il Financial Times, il Gruppo italo americano sarebbe pronto a rinunciare ai motori alimentati a gasolio. La notizia non è stata commentata né a Torino né a Detroit.
![](https://motorage.it/wp-content/uploads/2018/02/fca-motori-diesel-1024x569.jpg)
L’addio ipotizzato entro il 2022
![](https://motorage.it/wp-content/uploads/2018/02/fca-motori-diesel-1024x569.jpg)
L’eventuale abbandono delle motorizzazioni diesel da parte di FCA potrebbe avvenire, secondo il Financial Times, entro il 2022. Probabilmente ne sapremo di più quando il prossimo 1° giugno Sergio Marchionne annuncerà a Balocco il piano industriale per i prossimi quattro anni. La decisione al momento non trova riscontri ufficiali da FCA, ma dovrebbe dipendere dalle sempre più severe normative antinquinamento che potrebbero far lievitare i costi di sviluppo. Il tutto ripercuotendosi sul cliente finale. Tenendo presente che a incidere pesantemente sulle auto a gasolio sono anche i divieti di circolazione in molte aree urbane. Iniziative spesso frettolose, non suffragate da alcun dato tangibile e spinte dal pregiudizio nei confronti di motorizzazioni che, se perfettamente a punto, inquinano meno delle unità a benzina.
Il know how che potrebbe salvare
L’abbandono del diesel lascia comunque perplessi in quanto FCA ha un know how invidiabile nelle motorizzazioni a gasolio. Infatti, è l’ex Fiat Auto ad aver inventato i propulsori turbodiesel Common Rail. Soluzione poi ceduta alla Bosch, che è stata estesa alle auto di tutto il mondo dei più svariati marchi e gruppi. Attualmente il Gruppo italo americano può contare ancora su centri di ricerca e progettazione di eccellenza. Proprio per questo l’adeguamento dei motori diesel alle future severe normative antinquinamento potrebbe essere per il Gruppo meno oneroso e più agevole rispetto ad altre realtà, concorrenti e non.
La notizia è ancora più inverosimile se si pensa che nel 2016 sono stati lanciati i motori 2.2 Diesel Alfa Romeo (con basamento e testata in alluminio), realizzati specificamente per il Marchio milanese e destinati a Giulia e Stelvio. Propulsori facilmente adattabili ai prossimi step antinquinamento. Per i quali andrà valutato anche il raggiungimento o meno del break event point considerati gli investimenti consistenti effettuati su queste unità, completamente inedite. Senza dimenticare un’altra eccellenza è costituita dal V6 3 litri VM (azienda in seno a FCA) che equipaggia Jeep Grand Cherokee e, con le opportune elaborazioni, Maserati Ghibli, Levante e Quattroporte.
E le ricadute occupazionali?
In Italia vi sono due stabilimenti FCA dedicati alla produzione di motori diesel: la VM di Cento (Ferrara) e il sito di Pratola Serra ad Avellino. Due realtà che senza dubbio devono essere salvaguardate dalla proprietà italo americana. Se proprio FCA deciderà di rinunciare alle motorizzazioni a gasolio, questi due stabilimenti andranno riconvertiti per altre produzioni. Un esempio potrebbe essere la realizzazione di unità elettriche, senza rinunciare a un solo dipendente. L’Italia ha già dato molto, troppo in termini di ricadute occupazionali. Due esempi su tutti la chiusura degli stabilimenti di Arese e di Termini Imerese.
Motorage.it – La redazione