Nella nuova visita di MotorAge agli stabilimenti Brembo, l’azienda ha svelato gli impianti frenanti a disposizione dei piloti della MotoGP. Si fa sempre più forte il rapporto tra le corse e l’azienda bergamasca. E tra le novità dell’immediato futuro c’è l’approdo in Formula E.
Il Mondiale MotoGP riparte nel segno di Brembo. Per il terzo anno consecutivo la storica azienda bergamasca specializzata nella produzione di impianti frenanti per veicoli sarà al fianco dei piloti moto della classe regina.
La stagione prende il via ufficialmente con la gara inaugurale, il 18 marzo a Losail, in Qatar. Ma già da mesi sono incominciati i preparativi nel sito produttivo di Curno, in provincia di Bergamo.
Il tutto per farsi trovare pronti all’appuntamento e assicurare elevati standard di performance e sicurezza ai protagonisti in pista. Perché le vittorie non nascono per caso, ma sono il frutto di una programmazione attenta che nasce dietro le quinte, nel paddock dei team.
Una tradizione datata. E la Formula E nel futuro.
Lo scorso 14 marzo Brembo ha deciso, per l’occasione, di aprire alla stampa le porte dello stabilimento con una conferenza seguita da una visita guidata del reparto Racing. Per intenderci, là dove vengono realizzati e testati i freni per le monoposto MotoGP.
Si è dunque potuto vedere e toccare con mano pinze, dischi, pastiglie e pompe per frizione che equipaggiano i team della classe regina e non solo. Brembo, del resto, ha una tradizione ormai quarantennale nelle principali categorie sportive motociclistiche e automobilistiche.
L’azienda fornisce sistemi frenanti e ruote per quanto riguarda la Formula 1, MotoGP, Superbike, Nascar, WEC (per la 24 Ore di Le Mans) e WRC. E da dicembre sbarcherà anche nella Formula E con un contratto valido per tre stagioni.
Brembo equipaggerà tutte e 20 le monoposto 100% elettriche, al fianco di Spark Racing Technology e Dallara che avranno invece il compito di assemblarle. Una nuova sfida professionale dunque per i tecnici e meccanici dell’azienda bergamasca.
Freni fatti su misura.
Tante sono le soluzioni pensate dai tecnici e meccanici Brembo per il Mondiale MotoGP ormai alle porte. A illustrare è stato Lorenzo Bortolozzo, ingegnere di pista Brembo che ha il compito di seguire i clienti della MotoGP durante le loro performance in pista.
“I team ci danno delle richieste specifiche da rispettare – ha spiegato – poi effettuiamo i test autonomamente su tutto o solo su una parte dell’impianto frenante. Questo è personalizzato in base alle esigenze dei piloti, alle caratteristiche del tracciato e della strategia di gara adottata dai team. È importante il giusto bilanciamento tra dischi, pastiglie e pinze in maniera tale da avere un corretto range di temperatura, né troppo basso né alto. Sotto i 250° l’assetto risulta instabile, sopra gli 850° aumenta il rischio di usura. Il pilota riesce a vedere i dati in tempo reale attraverso dei sensori di temperatura. La difficoltà maggiore sta nel fatto che, a differenza di quanto accade in Formula 1, nelle gare di MotoGP non c’è comunicazione con il team. Che dunque ne viene al corrente soltanto quando il pilota rientra ai box”.
Diverse combinazioni per una frenata sicura.
Brembo mette a disposizione dei piloti MotoGP due tipologie di pinza in alluminio, Light duty e Heavy duty. La prima pensata per le frenate più “gentili”, la seconda per le piste più impegnative e che richiedono un elevato sforzo in frenata. A queste si aggiungono altrettante varianti di pastiglie in carbonio, High Mass e Standard.
Per quanto riguarda i dischi freno, la scelta è tra quelli a 320 mm e 340 mm. Essi si dividono in High Mass (a fascia alta) e Standard (a fascia bassa). Per assicurare la medesima coppia frenante e un ulteriore alleggerimento, sono stati introdotti i dischi da 340 mm Light.
Sono inoltre disponibili in aggiunta due diverse mescole di carbonio che differiscono per “bite” (l’attacco della frenata) e resistenza alle alte temperature. Nel complesso sono 10 le diverse opzioni a disposizione dei piloti relativamente alla scelta dei dischi freno.
Su ogni moto è inoltre presente il Remote Adjuster, utilizzato dal pilota con la mano sinistra per regolare la posizione della leva freno, anche in gara.
Pompa a pollice: l’esempio di Mick Doohan.
Secondo Brembo, oltre un terzo dei piloti MotoGP usa regolarmente la pompa pollice per frenare. Una soluzione tecnica introdotta all’inizio degli anni Novanta per aiutare Mick Doohan e che ne ha caratterizzato lo stile di guida fino alla fine della sua carriera.
I più anziani ricorderanno le difficoltà in frenata che aveva l’ex pilota australiano dopo l’incidente nel Gp di Assen del 1992. In questo caso, basta premere soltanto un’apposita leva posta sul semi-manubrio sinistro per azionare il freno posteriore, anziché tramite il classico pedale di destra.
Due sono poi le varianti. La più diffusa dispone di un unico circuito della pompa pollice e del pedale, tramite una pinza posteriore a due pistoni. L’alternativa ha due circuiti separati, ciascuno dei quali agisce su due dei quattro pistoni della pinza posteriore. Nel primo caso un sistema esclude l’altro, nel secondo possono operare in contemporanea.
Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro