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Formula 1: Melbourne si colora rosso Ferrari

Bacio trofeo Vettel

   Un anno dopo, sono ancora Sebastian Vettel e la Ferrari a dettare legge nel GP di Melbourne, prima tappa del Mondiale Formula 1. Battuto Lewis Hamilton, terzo Kimi Raikkonen in una giornata da incorniciare per la Rossa.

Trecentosessantacinque giorni dopo, l’alba è ancora targata rosso Ferrari a Melbourne. Si apre nel migliore dei modi il Mondiale F1 per il Cavallino, che con Sebastian Vettel bissa la vittoria di un anno fa in Australia.

Battuti ancora una volta Lewis Hamilton e le Mercedes plurititolate. Stavolta la festa ferrarista è completa con Kimi Raikkonen a completare il podio.

Soltanto ottavo l’altro alfiere delle Frecce argentate, Valtteri Bottas, reduce da un weekend non propriamente felice. Quarto, in rimonta, l’eroe di casa, Daniel Ricciardo, sulla Red Bull.

Il circus ha dunque riaperto i battenti tra novità più o meno gradite. Come i “grid kids”, i piccoli centauri provenienti dalle categorie minori del motorsport e che da quest’anno hanno sostituito le “grid girls”, le “ragazze ombrello”.

O l’Halo, il sistema di protezione della testa del pilota criticato dagli addetti ai lavori per il suo peso eccessivo e l’ingombrante presenza. Particolari curiosi che fanno da sfondo alla competizione in pista. Perché alla fine ciò che conta è l’adrenalina e il rombo dei motori.

 La cabala dice Ferrari e Italia.

Ancora una volta è stata una domenica di gloria per i colori italiani, dopo la vittoria della Ducati di Andrea Dovizioso in Qatar nella gara inaugurale del Mondiale MotoGP.

Un’annotazione per gli amanti della cabala. L’ultima “doppietta” Ducati-Ferrari al debutto risale al 2007 quando a trionfare furono Casey Stoner e Kimi Raikkonen.

In entrambi i casi a fine anno arrivò il titolo nelle rispettive discipline, che per fu anche l’ultimo a Borgo Panigale e Maranello.

Inoltre era dal 2004 che la Rossa non portava due piloti a podio in Australia. Allora furono Michael Schumacher e Rubens Barrichello. Quell’anno il Cavallino vinse il Mondiale. Sono autorizzati tutti gli scongiuri del caso.

 Vittoria di strategia più che di forza.

L’inseguimento a Juan Manuel Fangio e al quinto Mondiale è ufficialmente partito per i due eterni rivali, Vettel e Hamilton. Che nella conferenza stampa pre gara non si sono risparmiati qualche frecciata, dietro ai convenevoli di rito.

Preludio di una gara, in cui anche la fortuna ha arriso alla Ferrari. Intelligente nel richiamare ai box Vettel in regime di Virtual Safety Car a causa della Haas di Grosjean che si ferma in pista.

Tutto questo mentre il poleman Hamilton e il compagno di team Raikkonen già si erano fermati per il pit stop. Con il rientro in pista del tedesco davanti all’inglese, la corsa viene di fatto anestetizzata su un tracciato che già rende impossibili i sorpassi.

Un successo raggiunto con la strategia ma che non deve far adagiare sugli allori il Cavallino, memori anche di come andò a finire la stagione. La Mercedes per più di un terzo di gara sono sembrate ancora imprendibili.

Lo dimostra il gap accumulato da Seb nei confronti del campione iridato (oltre 11”) fino al 25° giro che ha segnato i destini della corsa. Uno svantaggio di prestazione su cui si dovrà lavorare, forti comunque del vantaggio psicologico di aver conquistato i primi 25 punti della stagione.

 Hamilton guida la fila degli scontenti.

La gara, una volta ripartita, non offre grandi spunti. Vettel, consolidata la leadership, è bravo a difenderla dagli attacchi di Hamilton che nel finale rallenta per un problema alle gomme posteriori.

Lewis deve quindi accontentarsi di difendere la seconda posizione, una mezza sconfitta per chi è abituato a dominare e vincere. E infatti era scuro in volto a fine gara. Ma alla resa dei conti è un secondo posto che può tornare utile nei giochi per il Mondiale F1.

Mastica amaro anche Kimi Raikkonen, verrebbe da dire. Il finlandese ferrarista parte meglio del compagno di team e si ritrova alle spalle di Hamilton, dando l’impressione di poterlo impensierire. Completato il primo pit stop e ritrovatosi in terza posizione, Kimi deve poi difenderlo dall’arrivo di Ricciardo, in rimonta dall’8° posto in griglia.

L’australiano chiude giù dal podio in una gara dal sapore agrodolce per le Red Bull, complice un Max Verstappen stavolta da mettere dietro la lavagna. L’olandese va subito in testacoda perdendo una manciata di posizioni e chiudendo dietro un pimpante Fernando Alonso, 5°.

 Flop Bottas e Williams. Alfa Romeo rimandata.

Non pervenuto Valtteri Bottas che incomincia male la sua seconda stagione con le Mercedes. Dopo l’incidente nelle qualifiche che l’hanno costretto a partire dal 15° posto (penalizzato per la sostituzione del cambio), il finlandese non va oltre l’ottava posizione. Non il massimo per un pilota che si deve meritare con le prestazioni il rinnovo del contratto, in scadenza a fine anno.

Peccato per la Haas che prima fa faville in pista, lottando ruota a ruota con le Red Bull, e poi rovina tutto. Magnussen e Grosjean si devono arrendere a causa dello stesso problema, un errato fissaggio della ruota sinistra (posteriore per il primo, anteriore per il secondo).

E poi, una delle prestazioni più attese. Tuttavia c’è stata poca gloria per le Alfa Romeo, al ritorno nel circus dopo trent’anni di assenza. Subito out Marcus Ericsson per problemi allo sterzo, Charles Leclerc “salva” l’onore del Biscione con un modesto 13° posto. Risultato che certo non fa sorridere i tifosi alfisti, ma che in questo momento rappresenta il massimo possibile per una scuderia ancora in fase di crescita. O di ricerca di se stessa in un mondo diventato più difficile.

È da dimenticare anche la gara delle Williams. Il rookie Sergey Sirotkin si ritira dopo pochi giri, 14° il figlio d’arte Lance Stroll. A dimostrazione che non bastano da soli gli investimenti milionari per colmare lacune tecniche evidenti in pista. E intanto dietro le quinte c’è un certo Robert Kubica che osserva. Chissà che una chance da pilota titolare potrebbe arrivare se i risultati del team non saranno all’altezza.

Rimaniamo per ora nel campo delle impressioni, pronti a essere smentiti. A partire dal prossimo appuntamento, in programma l’8 aprile, quando si vola in Bahrein.

  Redazione Motorage.it – Andrea Sicuro

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