Almeno sette i casi di polizze RC auto contraffatte scovate nell’ultimo mese. L’Ivass ha acceso i riflettori sui siti truffa che vendono contratti irregolari.
Contratti irregolari e venduti online da intermediari assicurativi non iscritti nel Registro Unico degli Intermediari non abilitati. Il vaso di Pandora è stato scoperchiato dall’Istituto per la Vigilianza sulle assicurazioni. Nell’ultimo mese sono stati riscontrati almeno sette casi di siti truffa che commercializzano polizze RC auto contraffatte. E che non fanno parte del Registro Unico degli Intermediari.
E’ stato lo stesso Ivass a portare a galla il problema attraverso una serie di comunicati stampa visibili. Gli utenti vengono dunque avvertiti sull’esistenza di questi siti trappola e sulla loro attività irregolare.
Allo stesso tempo vengono anche forniti consigli utili per evitare di cadere in questi spiacevoli inconvenienti. In questi casi, l’informazione sembra essere infatti la miglior medicina contro chi approfitta della garanzia di anonimato del web per carpire la fiducia della gente.
Uno specchio per le allodole.
L’ultimo caso segnalato dall’Ivass è del 27 marzo e riguarda il sito “www.assicurazionispeed.it“. “E’ stata segnalata la promozione di polizze RC auto che riporta i dati identificativi di un intermediario regolarmente iscritto nel RUI. Il quale ha dichiarato la propria totale estraneità”. Così ha reso noto l’Istituto che “ha accertato che l’attività di intermediazione assicurativa svolta attraverso tale sito è irregolare. Conseguentemente, ne ha chiesto l’oscuramento alle Autorità competenti“.
Le stesse anomalie sono state riscontrate per altri siti. Come per www.petti-rosso.it, www.perrottabroker.com e www.assicurazionivigorosi.com. Tra gli altri anche www.fedeassicurazioni.com, www.bozzanobroker.it e www.assicurazionidirect.it.
Nomi curiosi che possono anche fare sorridere i più, se non fosse che dietro di loro si cela una vera e propria truffa ai danni degli automobilisti e dello Stato.
Consigli utili anti truffa.
La raccomandazione è di verificare, prima della loro sottoscrizione, che i contratti siano stati stipulati da intermediari iscritti nel RUI. O da imprese italiane ed estere autorizzate a svolgere attività assicurativa in Italia. L’Ivass invita anche a consultare quali sono le società non autorizzate e i siti Internet non conformi alla disciplina sull’intermediazione. E quali sono stati finora i casi di contraffazione registrati.
Particolare attenzione va posta anche a ciò che fanno che gli intermediari devono svolgere sul proprio sito e sulle loro pagine social, tra cui Facebook. E che devono contenere informazioni utili circa la propria attività. Su tutti, i dati identificativi e l’indirizzo della sede legale. In aggiunta, il recapito telefonico, numero di fax e indirizzo di posta elettronica.
Inoltre devono essere riportati il numero e la data di iscrizione al RUI e l’indicazione che la propria attività è soggetta al controllo dell’Ivass. Per inciso, gli intermediari abilitati a esercitare in Italia devono altresì indicare l’eventuale sede secondaria. E fornire la dichiarazione di possesso dell’abilitazione con l’indicazione dell’Autorità di vigilanza dello Stato membro di origine.
In mancanza anche di una sola di queste informazioni, aumenta per l’utente il pericolo di stipulare polizze RC auto contraffatte, con tutte le conseguenze del caso.
Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro