Con 40 CV in più rispetto alla “normale” BMW M2, la Competition raggiunge performance degne di una supercar.
Un gran motore
Caratterizzata dal propulsore 6 cilindri a benzina 3 litri TwinPower Turbo, potenziato a 410 CV, la BMW M2 Competition accelera da 0 a 100 km/h in 4”4/10 con cambio manuale a 6 marce di serie. Oppure in 4”2/10 scegliendo il sistema opzionale a doppia frizione a 7 marce. Grazie allo spiegamento ottimale della coppia (il picco di 550 Nm va da 2.350 a 5.200 giri/min.), la spinta di questo straordinario motore è forte e costante a tutti i regimi.
La velocità massima è autolimitata ai canonici 250 km/h. Ma optando per il pacchetto M Driver si raggiungono i 280 km/h. In pratica oltre 10 km/h in più rispetto alla M2 Coupé con identica variante M Driver. Pur non essendoci la lubrificazione a carter secco, una specifica pompa assicura il necessario fabbisogno di olio anche sotto le forti spinte laterali e longitudinali. Situazioni, queste, abituali nella guida al limite in circuito dove la M2 Competition “saprà dire la sua”.
Adeguamenti all’ennesima potenza
Con 410 CV “scalpitanti” sotto il cofano, la M2 Competition beneficia di parecchi interventi a livello dinamico. Infatti, spicca una nuova barra a duomi in fibra di carbonio (“presa in prestito” dalla M4). Mentre lo sterzo, le sospensioni, il differenziale autobloccante attivo posteriore e il DSC sono stati sottoposti a modifiche volte a garantire una guida sportiva ottimale. Guida che, rigorosamente in pista, può far nascere coreografici sovrasterzi di potenza. Infatti la BMW M2 Competition, è una trazione posteriore pura che a DSC completamente disattivato è tutta da domare. Invece i freni, un tempo “il tallone d’Achille” delle BMW M, dispongono di dischi da 400 mm con pinze a sei pistoncini davanti e da 380 mm con quattro pistoncini dietro.
Dettagli eloquenti
Esteticamente la M2 Competition ha aspetti squisitamente BMW Motorsport, uno su tutti i quattro terminali di scarico cromati. Terminali che diffondono ad arte un sound melodioso e nel contempo cattivo. Dunque per nulla edulcorato dalla presenza dei turbocompressori. Una “musica tutta da ascoltare”, meglio se in presenza del cambio doppia frizione e i suoi back fire a salire di marcia. Senza dimenticare le esaltanti doppiette in scalata. Inoltre, spiccano il diffusore posteriore (la deportanza ha il suo perché su un’auto da 250 km/h e passa), le varie prese d’aria e i cerchi in lega forgiati da 19”. Il tutto improntato all’understatement tipico delle BMW M. Chi si girerà al passaggio della M2 Competition sarà certamente un intenditore.
Gian Marco Barzan