Nel GP di Bahrein la Ferrari centra la seconda vittoria consecutiva nel Mondiale di Formula 1. Sebastian Vettel precede al traguardo le Mercedes di Valtteri Bottas e Lewis Hamilton.
qE sono due. Sebastian Vettel e la Ferrari vincono ancora nel GP di Bahrein e si mantengono al comando delle classifiche del Mondiale Formula 1. Lo fa con una prova strategica e di forza che manda al tappeto le Mercedes, ancora a secco di successi dopo due gare.
Un ulteriore segnale di come il gap con le Frecce d’argento si sia ancora di più assottigliato. Almeno stando ai primi riscontri in pista. Che hanno mostrato una Rossa concreta e pronta a soffrire fino all’ultima curva. Stavolta, ancora più che in Australia. Quando i 25 punti sono arrivati anche grazie agli episodi che avevano girato dalla parte della Rossa. E dopo che Hamilton aveva dimostrato a lungo di essere più performante.
Fuori dai giochi Kimi Raikkonen, e pure le pericolose Red Bull. Quarto il sorprendente Pierre Gasly sulla Toro Rosso.
Corsi e ricorsi storici beneauguranti.
Trecentosessantacinque giorni dopo, la storia si ripete con Vettel e il Cavallino in grado di tagliare per primi il traguardo a Melbourne e in Bahrein.
Il 15 aprile in Cina, laddove invece vinse Hamilton un anno fa, avremo la prova del nove. Infliggere un’altra sconfitta ai rivali potrebbe avere contraccolpi psicologici importanti nella lotta per il titolo che si preannuncia quest’anno ancora più incerta.
Per inciso, l’ultima volta che la Rossa ha vinto le prime due gare della stagione risale al 2004, con Michael Schumacher. A fine anno arrivò poi il titolo.
La strategia conta più della velocità…
Cabala a parte, a Maranello faranno bene a evitare facili euforie e a mantenere alta la concentrazione, memori della scorsa stagione.
La 50esima vittoria di Sebastian Vettel, al suo 200° GP della carriera, arriva dopo una gara sofferta. E chiusa reagendo alle insidie di una corsa dai tanti volti. Il tedesco ha dapprima controllato la corsa dalla pole position conquistata il sabato. Poi ha dovuto vestire i panni del ragioniere per battere una Mercedes che ancora una volta è sembrata avere il passo migliore.
Decisiva la scelta dei meccanici Ferrari di effettuare una sosta in meno rispetto alle previsioni. Un rischio calcolato per mantenere a distanza le Frecce che forse pensavano di avere la vittoria in tasca. Ma non hanno fatto i conti con Seb, che anche a Sakhir ha mostrato di non essere per caso un quattro volte campione del mondo. E di non essere secondo a nessuno anche in fatto di strategie.
Ai box Ferrari però non si esulta fino in fondo…
La Ferrari capitalizza dunque l’occasione servitagli sul piatto d’argento. Con Lewis Hamilton, penalizzato di cinque posizioni per la sostituzione del cambio e partito 6° in griglia.
Poteva essere una giornata di gloria anche per Kimi Raikkonen, che scattava dal secondo posto. Il finlandese viene superato al via da Bottas, ma a parte ciò ha dovuto alzare bandiera bianca al 36° giro per un incidente ai box. Il ferrarista, durante il suo secondo pit stop, riparte troppo presto e colpisce uno degli addetti alla sostituzione dei pneumatici, subito soccorso.
Per quest’ultimo frattura di tibia e perone. Mentre Kimi si deve fermare per il mancato cambio della sua ruota posteriore sinistra. Un vero peccato, ma quanta paura…
Red Bull dietro la lavagna.
Non pervenute le Red Bull, costrette di fatto ad abbandonare la corsa già alla seconda tornata. Prima Max Verstappen buca la sua posteriore sinistra, dopo un contatto con Hamilton.
Invece Daniel Ricciardo viene lasciato a piedi dalla sua vettura in pista. Certo non può ritenersi un avvio di stagione da ricordare per il team anglo-austriaco, sulla carta la terza scuderia del campionato, ma in questo momento superata dalla McLaren.
Chi non risica non rosica…
Hamilton, scivolato al 9° posto, ha un sussulto e con un triplo sorpasso si libera di Alonso, Ocon e Hulkenberg. L’inglese guadagna poi la quarta posizione, con un distacco di una decina di secondi da Bottas e di 14’’ da Vettel.
Decisive le strategie e i calcoli fatti dalle rispettive scuderie. Il campione iridato aveva scelto fin dall’inizio di partire con le gomme dure Soft e puntare su un’unica sosta. Mentre i tre che lo precedono avevano optato in precedenza per le Supersoft e sui due pit stop
Lo stallo perdura fino al 21° giro quando Bottas rientra per montare le gomme medie e arrivare fino alla fine. A quel punto la Ferrari decide di cambiare la propria condotta di gara, sapendo che una sosta in più avrebbe consegnato la vittoria ai rivali.
Proprio negli attimi che seguono l’incidente che vede coinvolto suo malgrado Raikkonen e il ritiro del finlandese, a Vettel viene ordinato di restare in pista. Stringendo i denti e portando a termine la corsa dopo 36 giri sulle soft. Del resto, si dice che “chi non risica, non rosica”.
Toro Rosso e Alfa Romeo fanno la storia.
Ai piedi del podio, quindi, Gasly che eguaglia il secondo miglior risultato di sempre della Toro Rosso. Il primo, manco a dirlo, l’ha ottenuto Sebastian Vettel nel 2008 a Monza.
Da applausi anche la performance della Haas di Kevin Magnussen, che conferma come la buona prova a Melbourne non sia stata frutto del caso.
Bene anche le McLaren, sesta e settima rispettivamente con Vandoorne e Alonso. Può fare un po’ di festa anche l’Alfa Romeo Sauber che torna a fare punti in Formula 1 grazie al 9° posto di Marcus Ericsson.
Da dimenticare infine le prestazioni delle Williams di Stroll e Sirotkin, che hanno chiuso penultimo e ultimo. Dopo due gare incolori, il credito verso due piloti giovani ma acerbi non può ritenersi illimitato. Soprattutto se alle loro spalle c’è un certo Robert Kubica che attende di scendere in pista.
Appuntamento tra sette giorni a Shangai, in Cina, dove l’auspicio dei tifosi ferraristi è che valga il famoso detto del “non c’è due senza tre”.
Motorage.it – Andrea Sicuro