Gara pazza in Azerbaijan dove Lewis Hamilton si prende vittoria e vetta del Mondiale F1. Nel GP di Baku vanno a podio anche Raikkonen e, a sorpresa, Perez. La sfida Ferrari/Mercedes trova quarto l’ex leader Vettel. Bottas invece disperato.
Nel Mondiale F1 le sorprese ultimamente latitano, ma sono sempre dietro l’angolo. E su alcune piste insidiose ancora di più. Come lo scorso anno, il GP di Baku, in Azerbaijan, regala emozioni e spariglia ulteriormente le carte del mazzo di una partita lunga da giocare.
Al quarto tentativo si sblocca finalmente Lewis Hamilton che regala alla Mercedes il primo successo stagionale. E soprattutto strappa la vetta della classifica piloti a Sebastian Vettel, soltanto quarto in quel di Baku. Vettel insegue ora a quattro punti di distanza.
Alle spalle del campione del mondo si piazzano il sempre amato ferrarista Kimi Raikkonen e Sergio Perez, che consegna alla Force India un podio sorprendente. Ma per descrivere il racconto di questa gara occorre riavvolgere il nastro.
La storia si ripete a parti invertite.
La fortuna a volte dà, a volte toglie. A Melbourne la Ferrari era stata avvantaggiata dall’ingresso della Safety Car per issarsi al comando. Stavolta le variabili imprevedibili della gara hanno detto male al Cavallino.
La svolta a 11 giri dalla fine, quando le Red Bull si scontrano tra di loro. E non è la prima volta. Fino ad allora al comando c’era Valtteri Bottas davanti al poleman Vettel e al compagno di team Hamilton.
Dai box Mercedes ordinano al finlandese di rimanere in pista fino all’ingresso della macchina della direzione corsa. La quale puntualmente arriva. Solo allora Bottas viene richiamato per il secondo pit stop, fattore che permette di consolidare la leadership.
Una corsa per cuori forti.
Chi però pensava che le emozioni fossero finite qui si sbagliava di grosso. Perché nel mentre Grosjean finisce a muro mentre riscalda le gomme.
Il pilota della Haas rovina una gara che l’aveva visto in rimonta dalla 20° all’ottava posizione. E costringe la Safety Car a rimanere in pista fino a tre giri dal termine.
In pratica un mini GP, durante il quale i piloti non possono più gestire ma devono giocoforza andare all’attacco delle posizioni che contano.
La frenesia gioca un brutto scherzo a Vettel. Il ferrarista, nel tentativo di superare Bottas, finisce lungo e subisce un bloccaggio che spiattella la sua ruota anteriore sinistra.
Mentre comandano le Mercedes.
Seb finisce così in quarta posizione, superato in un colpo solo da Hamilton, Raikkonen e Perez. La roulette azzera tutto e si diverte però ancora a cambiare le sorti della gara.
Stavolta a farne le spese è lo sfortunato Bottas che fora a causa di un detrito rimasto in pista. Un’autentica beffa quando la bottiglia di champagne era pronta per essere stappata.
Il collega Hamilton ringrazia e porta a casa un successo fondamentale che ripristina lo status quo iniziale di un Mondiale ancora senza padroni. L’inglese plurititolato può sorridere per essersi liberato del fardello della prima vittoria stagionale. Ma da adesso in poi dovrà sforzarsi per ottenere qualcosa in più.
Nelle ultime due gare la fortuna gli ha dato una mano ma per imporsi alla lunga distanza ci vogliono le prestazioni, prima ancora dei risultati.
Bilancio agrodolce per la Ferrari.
L’errore di Vettel è di fatto decisivo per le speranze di vittoria della Ferrari. Che, come in Cina, non è riuscita ad approfittare della pole position e delle circostanze di gara favorevoli.
Il gap con le Mercedes sul giro secco in qualifica sembra essersi azzerato. Era dal 2007 con Felipe Massa che il Cavallino non riusciva a centrare tre pole consecutive. Ma per quanto riguarda il passo di gara permane ancora una certa distanza rispetto alle Frecce argentate. E, come si è visto, in una corsa non si sa mai cosa può succedere.
Sul podio ci finisce allora la Ferrari “sbagliata” di Kimi Raikkonen. Non è stata una gara semplice neanche per il finlandese, coinvolto al via in uno scontro con Ocon che finisce contro le barriere.
L’altra Force India di Perez termina invece al terzo posto, eguagliando il miglior risultato colto dal team indiano nel circus. Quello del 2016, proprio ad opera del pilota messicano. Quando si dice “corsi e ricorsi storici”.
Autoscontro Red Bull.
Per il resto, c’è da segnalare l’ennesima giornata no di Max Verstappen. Il quale evidentemente deve avere un talento nascosto nel rovinare la gara dei suoi colleghi con manovre da codice rosso.
Come a Shangai con Vettel, stavolta a pagarne le conseguenze è il compagno di team Daniel Ricciardo. Non è la prima volta che capita ai due e questo incidente non farà che acuire ulteriormente le tensioni. Avevano già rischiato il contatto al 13° e al 27° giro, ma quello che accade alla quarantunesima tornata ha dell’incredibile.
Ricciardo tenta il sorpasso a Verstappen che prima gli lascia un corridoio aperto all’interno, poi cambia traiettoria. Il tamponamento è inevitabile per lo sconcerto ai box Red Bull. Che dovranno ora intervenire per risolvere una potenziale bomba a orologeria.
Storica Alfa Romeo.
Esulta stavolta anche l’Alfa Romeo Sauber. Che questa potesse essere una gara favorevole al Biscione, lo si era capito già dalle qualifiche. Che avevano regalato a Charles Leclerc il primo accesso in Q2 della sua carriera.
Il 14° posto iniziale in griglia è addirittura migliorato in gara con una sesta posizione che fa sicuramente sorridere i sostenitori alfisti e Sergio Marchionne. Chi pensava si trattasse soltanto di un’operazione commerciale, dovrà rivedere i propri giudizi. L’Alfa Romeo c’è e continua a crescere settimana dopo settimana.
Dietro a Leclerc, si piazzano nell’ordine Fernando Alonso (7°) e Lance Stroll (8°), che regala una domenica finalmente felice alla Williams.
Il circus torna ora nel Vecchio Continente nella prima gara che vedrà il debutto dell’orario europeo previsto quest’anno per le gare europee. Semaforo verde alle ore 15,10 del 13 maggio sul Circuit de Catalunya, in Spagna.
MotorAge.it – Andrea Sicuro