MotoGP Austin: Marquez Texas Ranger
Le polemiche non scalfiscono Marc Marquez, che trionfa nel GP Texano di Austin, negli Stati Uniti. Alle sue spalle, nel MotoGP tutto stile Texano, Maverick Vinales e Andrea Iannone. Giù dal podio Dovizioso e il rivale Rossi. Foto Gallery –
I riflettori erano inevitabilmente puntati tutti su di lui. Non poteva essere altrimenti, dopo i controversi fatti in Argentina. Ma i campioni veri sanno reagire quando sono sotto pressione e dimostrare di che pasta sono fatti.
Quindi niente gas “timoroso” o in preda a dubbi; manopola invece a tutta manetta. Marc Marquez trionfa così per il sesto anno consecutivo nel GP in Texas. E anche se l’ombra del colpevole aleggia sulla sua testa, il pilota Honda ribadisce a tutti che chi vorrà conquistare il titolo, dovrà passare sul suo corpo.
Se ce ne fosse ancora bisogno, visto che, colpi di testa a parte, si tratta pur sempre del pilota campione del mondo in carica. Il quale, soprattutto su circuiti a lui congegnali come quello statunitense, sembra imprendibile per gli avversari.
Alle sue spalle finiscono la Yamaha di Maverick Vinales e la Suzuki di Andrea Iannone. Mentre il “rivale” Valentino Rossi finisce con la sua Yamaha giù dal podio, seguito da Andrea Dovizioso con la Ducati. Il ducatista, grazie al 5° posto, torna pure in testa al Mondiale, con un punto di vantaggio su Marquez. Ristabilite le gerarchie in vetta, sicuro che ne vedremo delle belle.
Ciò che non uccide, fortifica.
Non c’è niente da fare: ad Austin (senza Stoner) non c’è n’è per nessuno. Lo si può criticare quanto si vuole per l’esuberanza e la spavalderia ma Marc Marquez, su questa pista (dove non ha mai perso), sembra praticare un altro sport.
Le scorie argentine hanno fortificato lo spagnolo, nonostante la pole persa in favore di Vinales e la retrocessione al 4° posto in griglia. Fatto che gli poteva causare un ulteriore contraccolpo psicologico, memori di quanto accaduto nell’ultima gara.
A questo si aggiungeva anche la presenza ingombrante di Rossi in seconda fila. Con il Dottore, scattato dalla quinta posizione, non le ha mandate a dire in Commissione Sicurezza in uno scambio di battute al vetriolo.
Non poteva essere altrimenti: i due probabilmente non saranno mai amici. Marquez non si è scomposto dinnanzi a uno scenario che lasciava pensare a oscuri presagi. E ha scelto di dare la miglior risposta possibile: in pista.
Del resto, come recita un famoso detto, “ciò che non uccide, fortifica”. Per lo spagnolo è la prima vittoria stagionale. Una bella iniezione di morale e un modo di archiviare le polemiche.
C’è anche Vinales per il titolo.
La gara in pratica si decide già al primo giro, con Marquez che si sbarazza subito di Iannone al via e prende il comando di una corsa che lo vedrà padrone incontrastato.
Il pilota della Suzuki ci prova a sorpassare il Cabroncito, che resiste ai suoi attacchi e poi incomincia a martellare rifilando distacchi abissali a tutti i suoi avversari.
Al traguardo si contano 3”6 sul redivivo Vinales e 6”7 su Iannone, un po’ la sorpresa di questo weekend.
Top Gun si lascia alle spalle un avvio di stagione da dimenticare per la Yamaha. Questo podio lo proietta al terzo posto della classifica piloti, a soli sei punti dal leader Dovizioso.
Attenzione a non escludere il suo nome dalla lotta per il titolo, che si preannuncia molto incerta.
Rossi grande sconfitto mentre il Dovi torna in testa.
Vinales stacca a metà gara Iannone e si lancia all’inseguimento di Marquez, che però è troppo veloce per tutti. L’abruzzese si consola però con un terzo posto che conferma i progressi della sua Suzuki.
Luci e ombre per gli altri big in gara. Valentino Rossi non va oltre il 4° posto. Battuto dal compagno di team e surclassato nel confronto diretto con Marquez, che gli rifila la bellezza di 9”6 di distacco. Forse il grande sconfitto di giornata, dopo le tante chiacchiere spese negli ultimi quindici giorni e le accuse spedite all’indirizzo del rivale.
Alle sue spalle, come detto, Andrea Dovizioso, che si riprende la vetta del MotoMondiale anche grazie alla caduta di Cal Crutchlow. L’altro ducatista Jorge Lorenzo finisce 11°, superato anche dalla Pramac di Jack Miller (9°) e dalla Ducati non ufficiale di Tito Rabat (8°). Settimo Dani Pedrosa, dopo l’infortunio al polso rimediato per la caduta in Argentina e il successivo intervento chirurgico.
Sul podio il trio con cappello Texano (vedi foto), e il vincitore che solleva il manubrio stile corna, casualmente proprio sotto… vedete voi!
Si torna in pista il 6 maggio a Jerez de la Frontera, in Spagna. Una tappa che potrebbe ridisegnare i precari equilibri nella corsa al Mondiale.
MotorAge.it – Andra Sicuro