Abarth 500 Baronio by Romeo Ferraris: rombo di tuono da 248 CV
L’ultima interpretazione del “cinquino” da parte del preparatore milanese è dedicata al pilota e socio della factory Aldo Cerruti, detto Baronio. Abarth 500 Baronio by Romeo Ferraris monta il il 1.4 T-jet con due opzioni di elaborazione.
Messa giù da gara
La Baronio Romeo Ferraris è una lontana “parente” dell’ Abarth 500, che attraverso l’elaborazione ha assunto un look più aggressivo. Il nuovo allestimento si distingue per gli archi passaruota specifici con prese d’aria, e minigonne laterali realizzate ad hoc. Inediti anche i paraurti anteriore e posteriore, mentre l’estrattore d’aria dietro è rimasto quello di serie. Evidentemente, i tecnici della factory milanese l’hanno ritenuto ancora idoneo al sensibile incremento di potenza di cui parleremo più avanti. Inoltre la vettura presenta una pellicolatura bicolore grigio metallizzato e nero opaco per la carrozzeria, mentre una sottile linea gialla in contrasto percorre l’intera fiancata.
Fra le novità dedicate alla Abarth 500 Baronio anche i gruppi ottici oscurati, sia anteriormente che posteriormente, mentre i cerchi in lega sono i Romeo Ferraris da 18” color nero. Per l’interno della vettura ci sono diverse possibilità di personalizzazione a cominciare dal roll bar fino ad arrivare alla configurazione biposto. A richiesta si possono sedili e particolari dell’abitacolo in fibra di carbonio.
Cavalleria a scelta
L’esemplare unico della Abarth 500 Baronio by Romeo Ferraris monta il il 1.4 T-jet con due opzioni di elaborazione. Infatti, adottando mappature specifiche della centralina elettronica e un turbocompressore maggiorato la potenza massima può raggiungere 210 CV, oppure 248 CV.
Al momento non sono state ancora dichiarate le prestazioni, ma è presumibile un’accelerazione 0-100 km/h inferiore ai 6” per la configurazione da 210 CV. Anche l’assetto è stato riconfigurato con il kit di molle ed ammortizzatore Bilstein e i distanziali. La Abarth 500 Baronio, in quanto omaggio nei confronti dell’ex pilota Aldo Cerruti che correva negli Anni 70, è “pronto pista”.
Motorage.it – La redazione
Mirko Caligola
Bene,
espectacular sin dudas
Che bestia!
Solo un appassionato puo’ capire cosa vuol dire avere 248 cv sul cinquino…..unico inconveniente e’ il prezzo salato, ma potendol
chissà come rotola