L’ultima interpretazione del “cinquino” da parte del preparatore milanese è dedicata al pilota e socio della factory Aldo Cerruti, detto Baronio. Abarth 500 Baronio by Romeo Ferraris monta il il 1.4 T-jet con due opzioni di elaborazione.
Messa giù da gara
La Baronio Romeo Ferraris è una lontana “parente” dell’ Abarth 500, che attraverso l’elaborazione ha assunto un look più aggressivo. Il nuovo allestimento si distingue per gli archi passaruota specifici con prese d’aria, e minigonne laterali realizzate ad hoc. Inediti anche i paraurti anteriore e posteriore, mentre l’estrattore d’aria dietro è rimasto quello di serie. Evidentemente, i tecnici della factory milanese l’hanno ritenuto ancora idoneo al sensibile incremento di potenza di cui parleremo più avanti. Inoltre la vettura presenta una pellicolatura bicolore grigio metallizzato e nero opaco per la carrozzeria, mentre una sottile linea gialla in contrasto percorre l’intera fiancata.
Fra le novità dedicate alla Abarth 500 Baronio anche i gruppi ottici oscurati, sia anteriormente che posteriormente, mentre i cerchi in lega sono i Romeo Ferraris da 18” color nero. Per l’interno della vettura ci sono diverse possibilità di personalizzazione a cominciare dal roll bar fino ad arrivare alla configurazione biposto. A richiesta si possono sedili e particolari dell’abitacolo in fibra di carbonio.
Cavalleria a scelta
L’esemplare unico della Abarth 500 Baronio by Romeo Ferraris monta il il 1.4 T-jet con due opzioni di elaborazione. Infatti, adottando mappature specifiche della centralina elettronica e un turbocompressore maggiorato la potenza massima può raggiungere 210 CV, oppure 248 CV.
Al momento non sono state ancora dichiarate le prestazioni, ma è presumibile un’accelerazione 0-100 km/h inferiore ai 6” per la configurazione da 210 CV. Anche l’assetto è stato riconfigurato con il kit di molle ed ammortizzatore Bilstein e i distanziali. La Abarth 500 Baronio, in quanto omaggio nei confronti dell’ex pilota Aldo Cerruti che correva negli Anni 70, è “pronto pista”.
Motorage.it – La redazione