Auto ibride : cosa sono e in quanti lo sanno – Indagine
Ibride : quanti conoscono il significato di questa parola nel mondo dei motori? L’indagine di MotorAge.it è andata a scoprirlo. Campagne promozionali, strategie dei costruttori automobilistici e informazione sono sempre più martellanti. Ma serve di più. Dall’indagine di MotorAge.it, soltanto i due terzi degli intervistati possiedono sufficienti notizie sulle tipologie dele auto ibride. Una categoria sfumata e generica che riconduce al suo interno ai veicoli a doppia alimentazione.
L’ibrido, abbiamo imparato a conoscerlo, fa gola, sempre di più. Sono in tanti ormai che dimostrano di preferire la vettura a doppia alimentazione rispetto a quella tradizionale a benzina (Ciclo Otto) o Diesel.
Perché ora consumano davvero di meno rispetto ai primi tempi. E certo, si risparmia sui costi del carburante ed emettono meno inquinamento. Tutti fattori che rendono attraente l’acquisto di un’auto ibrida.
Ma se si guardano le cose in profondità, solo una sparuta minoranza è a conoscenza di che cosa s’intende veramente per un’auto ibrida in senso lato.
Grazie allo staff di MotorAge lo abbiamo chiesto a un campione selezionato di 500 persone, divise per genere ed età. Dal quadro che ne è scaturito è infatti emersa una scarsa conoscenza globale e generale del fenomeno.
Nonostante le campagne pubblicitarie e i mass media continuino a insistere sull’elettrificazione. Tanto è che i costruttori automobilistici sono fortemente impegnati ad adottare strategie nel merito.
Un buon esempio è il caso di Nissan, la quale ha annunciato l’abbandono dei veicoli diesel sul mercato europeo per produrre auto elettrificate.
Una grande famiglia allargata.
Prima di tutto va fatta chiarezza sulla terminologia. Un’auto si definisce ibrida perché offre la possibilità di utilizzare almeno due sistemi di alimentazione.
Sotto la lente odierna, un motore elettrico e uno a combustile, che lavorano in sinergia tra di loro. Quanto serve per garantire vantaggi per quanto riguarda la qualità della mobilità e dell’ambiente.
Esse si suddividono in auto a ibridazione piena (Full Hybrid), leggera (Mild Hybrid) e Micro Hybrid. Queste ultime sono dotate di un sistema elettronico che spegne il motore in caso di sosta, per poi riaccenderlo. Di fatto però, l’elettricità della batteria non è utilizzata per muovere la vettura.
Lo step successivo è rappresentato dalle Mild Hybrid, che possono contare su un motore seriale o parallelo. Nel primo caso, soltanto il motore elettrico può fornire la coppia motrice alle ruote.
La tecnologia Full Hybrid permette invece di circolare anche in modalità soltanto elettrica. Le ibride plug-in (PHEV), infine, sono la massima espressione del rapporto tra motore a combustione e a zero emissioni. Le plug-in sono in grado di percorrere decine di chilometri in modalità elettrica, senza che il propulsore alimentato a gasolio o a benzina venga utilizzato. Per farlo sfruttano la possibilità di essere collegate a una sorgente per la ricarica.
Nell’alveo dell’ibrido vanno però inseriti i veicoli in generale a doppia alimentazione. Seppur meno diffuso va considerato anche il duo benzina-metano. Così come il benzina-GPL, che va invece annoverato tra i vecchi classici.
A tutti gli effetti, tra fratelli di sangue e fratellastri, questa si può definire, a scanso di equivoci, come “una grande famiglia allargata”.
Informazione globale. Un flop atteso. O forse no.
Il 66% degli intervistati da MotorAge tende però ad associare comunemente l’ibrido a un veicolo dotato di propulsione termica (Diesel o benzina) ed elettrica. Ignorando spesso e volentieri le altre possibili combinazioni sopra menzionate.
Un fattore che dipende, a quanto emerso, anche dall’età. Di quel 66%, la stragrande maggioranza (il 60%), ben conscia del processo di elettrificazione, rientra nella fascia d’età tra i 30 e 49 anni.
I restanti sono così suddivisi: un 25% composto dai giovani tra i 18 e 29 anni, e un 15% formato dagli over 50-60. I primi riconoscono tre o tutte le categorie di ibridazione, i secondi invece soltanto una di esse o nessuna.
Come a voler dire, che all’aumentare dell’età, sembra esserci quasi una minore predisposizione ad assorbire l’informazione. Chi afferma che i ragazzi di oggi non sanno nulla, almeno da questo punto di vista dovrà ricredersi.
Oggi e il futuro.
Per il 55% del campione totale, l’ibrido elettrificato rappresenta inoltre anche il futuro dell’industria automobilistica. E a precisa domanda “Comprereste un veicolo ibrido?”, rispondono “Sì, se economicamente conveniente”.
I restanti si dividono invece tra chi non risponde (il 14%) e chi dice “No, meglio una vettura a Diesel o benzina con GPL” (31%).
Anche in questo caso c’è da registrare una netta influenza di “under 40” che sembrano voler abbracciare le nuove tecnologie. I “senior” rimangono più spesso attaccati ai modelli più tradizionali, nonostante i tempi che corrono.
Il 72% dei giovani in età 18-29 anni dichiara di voler comprare un veicolo a doppia alimentazione, purché elettrificato. Il 20% afferma di preferire un veicolo tradizionale mentre il 10% non risponde.
La conoscenza è tutto.
Tra le persone intervistate in età 30-49 anni (o anche 59 nelle fasce di reddito medio-alte) non è andata male in fatto di preparazione. Il 45% comprerebbe un veicolo ibrido elettrificato subito, contro il 35% che continua a preferire invece il modello “twin motor” più classico, a benzina o Diesel con GPL. Il 20% non risponde perché non ha ancora acquisito la piena consapevolezza delle differenze.
C’è però un appunto che ci viene da fare riguardo ai loro legami con il gasolio. I Diesel, benché sottoposti ad additamenti e polemiche, resistono. E tra chi abita le città, la combinazione Diesel-elettrico viene vista come una possibile soluzione. Ben più di quanto ci aspettavamo.
C’è poi uno zoccolo duro, quello degli over 59. In questa fascia il 57% rimane fedele alle auto ad alimentazione tradizionale. Solo il 27% dichiara di voler acquistare un ibrido elettrificato, specie Plug-in. Il 16%, ancora, si astiene per non avere ben chiare tutte le possibili varianti, le caratteristiche e relative potenzialità.
MotorAge.it – Andrea Sicuro
Precisamente in pochi, secondo me