Il Mondiale F1 sembrerebbe acquisire un nuovo pretendente. Daniel Ricciardo concede il bis dopo la vittoria in Cina e si aggiudica il GP di Monaco. Alle sue spalle Sebastian Vettel e il leader iridato Lewis Hamilton.
Il Mondiale F1 potrebbe non essere soltanto un affare a due. È questa la notizia principale che emerge dal GP di Monaco, dominato da Daniel Ricciardo.
Seconda vittoria per l’australiano della Red Bull, che racimola il bottino precedendo al traguardo nell’ordine Sebastian Vettel e Lewis Hamilton. Cioè Ferrari e Mercedes.
L’inglese guida ora la classifica piloti con 14 punti di vantaggio sul ferrarista e 38 su Ricciardo. Giù dal podio Kimi Raikkonen e Valtteri Bottas, rispettivamente 4° e 5°.
Per lo spettacolo si prega di ripassare.
Le notizie in pratica si esauriscono qui. Perché dal circuito cittadino di Montecarlo esce fuori una gara lenta e soporifera, come da troppo tempo ormai accade in Formula 1. La quale pare ormai penalizzata da regolamenti che privilegiano l’aerodinamica e la meccanica a discapito dei sorpassi e dello spettacolo.
Emblematico il fatto che i piloti abbiano corso in media 10’’ più lenti rispetto alle qualifiche. E che in 78 giri le posizioni di vertice siano rimaste invariate dall’inizio alla fine.
Niente a che vedere con quanto si vede ogni mese con i colleghi della Formula E, dove il brivido e l’adrenalina sono all’ordine del giorno.
Forse una riflessione su quest’aspetto sarebbe opportuna da parte di Liberty Media, l’ente proprietario del circus, se si vuole salvaguardare il futuro di questo sport.
Tre è il numero perfetto.
Fatta questa premessa necessaria, vanno fatti i complimenti a Daniel Ricciardo. Che non ha sbagliato nulla, a partire dalle libere del venerdì. L’australiano ha chiuso sempre in testa davanti a tutti. E anche in gara ha resistito a un problema alla power unit, accusato verso il 30° giro.
Questo ha favorito il riavvicinamento di Vettel e Hamilton. Bravo il pilota della Red Bull a non perdere la calma e a tenere a distanza i rivali.
A tre tornate dalla conclusione l’ingresso della Virtual Safety Car per l’incidente tra l’idolo di casa Leclerc e Hartley. Fatto che cristallizza le posizioni fino alla bandiera a scacchi.
L’ultimo, forse l’unico, scossone di una corsa a passo di lumaca, vinta dalla vettura più in palla. E dal pilota migliore su questa pista, cui era legata la delusione patita nel 2016, quando Hamilton gli soffiò la vittoria.
Stavolta non c’è stata alcuna beffa: Ricciardo può esultare per la seconda vittoria stagionale, tante quante ne hanno ottenute Vettel e Hamilton.
I numeri dicono che la corsa al titolo potrebbe essere una questione tra loro tre. Il 10 giugno in Canada l’occasione di portarsi in vantaggio nei confronti diretti.
Verstappen finalmente sugli scudi.
Poteva essere gloria totale per la Red Bull, vista anche la prova da urlo di Max Verstappen.
Andato a muro durante le qualifiche e costretto a partire dall’ultima posizione, l’olandese figlio d’arte è arrivato 9°, dietro a Ocon, Gasly, Hulkenberg e Sainz.
Fosse partito più avanti in griglia, chissà dove sarebbero potuto arrivare sia Verstappen sia la scuderia di Milton Keynes. Che rimane invece attardata in classifica costruttori, terza a -49 dalla Ferrari e a -71 dalla Mercedes.
Bicchiere mezzo vuoto per la Ferrari…
La Ferrari non può invece sorridere più di tanto. Chi tende a vedere il bicchiere mezzo pieno sottolinea che si sono recuperati tre punticini al leader del Mondiale, Hamilton.
Ma che avrebbero potuto essere di più, date le difficoltà delle Mercedes su questo tracciato. Le Frecce argentate non sono mai state della partita ma sono comunque riuscite a limitare i danni e conservare un discreto margine in classifica.
Fieno che rimane in cascina in attesa di tempi migliori. D’altronde non si può sempre vincere, anche se a disposizione si ha la monoposto migliore e più competitiva. Ecco perché, in queste condizioni, una vittoria sarebbe stata pesante per Vettel e il Cavallino, che invece non hanno trovato lo spiraglio per attaccare Ricciardo.
Il rischio è ora di ritrovarsi un concorrente in più, dal quale guardarsi le spalle. Non propriamente lo scenario migliore per preparare la prossima gara di Montreal, in programma tra due settimane.
MotorAge.it Redazione – Andrea Sicuro