Sulle orme di Tesla, un’altra auto nello spazio con Sapa
Tesla fa proseliti. Come escogitato dalla compagnia di Elon Musk, un’auto viene lanciata in orbita. Protagonista stavolta l’azienda Sapa, in provincia di Benevento, nell’ambito di un progetto di ricerca scientifica.
Un’auto nello spazio un tempo era possibile vederla soltanto in qualche film di fantascienza. Ora non è più così. Tesla ha fatto da apripista lo scorso febbraio mandando in orbita la Roadster.
L’automobile è stata lanciata dalla compagnia spaziale americana SpaceX, durante il volo del Falcon Heavy, partito da Cape Canaveral, in Florida.
L’esperimento deve essersi rivelato un successo, visto che ha subito trovato nuovi imitatori. Come il gruppo industriale Sapa di Arpaia, in provincia di Benevento, dedicato allo stampaggio ad iniezione diretta per il settore automotive.
L’azienda sannita, oltre a finanziare il progetto, ha contribuito alla realizzazione di un drone, partito lo scorso 4 giugno dall’aeroclub Benevento. Per raggiungere la stratosfera a 36.000 metri di altezza. Il volo è stato fatto per rilevare le condizioni atmosferiche e monitorare eventuali movimenti tellurici.
In futuro auto più leggere e sicure.
L’idea è nata nell’ambito del programma Abachos, “Automatic Back Home System”. Questo si è avvalso della collaborazione con gli istituti superiori Vittorio Emanuele II di Napoli e Palmieri-Rampone-Polo di Benevento.
Il progetto è stato poi creato dal reparto ingegneria e sviluppo di Sapa che ha realizzato un metodo di produzione di componenti auto, denominato One-Shot.
Parole per l’etere…
Queste le parole di Giovanni Affinita, Chief Sales strategist e membro del Consiglio di amministrazione.
“Lanciare un componente auto nello spazio è stata da subito una sfida affascinante, sulla scia di quanto fatto nel recente passato da Tesla. Il futuro del mondo automotive è nell’innovazione capace di creare auto più leggere e sicure. Una sfida che in Sapa abbiamo raccolto creando e lanciando il metodo One-Shot, per creare componenti auto, con meno peso, meno costi e maggiore produttività. Un metodo che abbiamo applicato anche nel realizzare il componente lanciato nello spazio all’interno del progetto Abachos. Che non ha subito alcun tipo di deformazione nonostante il lancio nella stratosfera e in assenza di gravità. Inoltre, in questo modo abbiamo dato supporto a un progetto scientifico che coinvolge giovani e ricerca, puntando sulle eccellenze del nostro territorio”.
MotorAge.it Redazione