120 anni in viaggio con l’Omino Michelin
Un singolare record di longevità. Quest’anno ricorre il 120° compleanno del celebre Omino Michelin. La celebre mascotte della compagnia produttrice di pneumatici è diventata nota in tutto il mondo per la sua comparsa negli spot pubblicitari.
L’abbiamo imparato a conoscere negli spot pubblicitari. Forse per quel suo aspetto buffo, che suscita simpatia ai più. Bibendum, meglio noto in Italia come l’Omino Michelin, spegne quest’anno 120 candeline. La mascotte dell’azienda produttrice di pneumatici è nata infatti nel 1898, da un’idea del fumettista francese Marius Rossillon, in arte O’Galop.
Fu il primo a disegnare in un manifesto dal titolo “Nunc est Bibendum” (tratto da un famoso verso di Orazio) quei suoi tratti inconfondibili che l’hanno reso famoso al grande pubblico. Ma qui va fatto un inciso, risalente a quattro anni prima, all’ Esposizione Universale e Coloniale di Lione. Si racconta che Édouard Michelin, vedendo una pila di pneumatici disposti artisticamente, disse: “Con un paio di braccia in più sembrerebbe un omino”.
La nascita di un personaggio.
Lo sviluppo di Bibendum fu reso possibile negli anni Venti grazie al lavoro degli artisti dello studio grafico Michelin. Che rifinirono i lineamenti di quello che è diventato l’uomo simbolo dell’azienda di Clermont-Ferrand, con un numero ben definito di pneumatici dal busto alle gambe. Subito diventa il personaggio conosciuto in tutto il mondo, anche per i suoi modi di fare. Sorridente, gentile, protettivo e vivace, pronto ad aiutare ogni viaggiatore e a risolvere ogni suo problema.
Che la sua immagine venga sfruttata per le logiche spietate del marketing è una naturale conseguenza. Lo si vede sui manifesti e negli spot televisivi, mentre fornisce informazioni tecniche sull’uso corretto del pneumatico.
Il suo successo internazionale cresce sempre più con il passare degli anni e riceve il suo massimo tributo nel nuovo millennio. Nel 2000 viene insignito del premio di miglior logo di tutti i tempi, un riconoscimento attribuito da una giuria di esperti del Financial Times. Nello stesso anno, diventa anche un personaggio 3D. Un passaggio transitorio, prima del ritorno al 2D con il nuovo “flat design” che gli conferisce una nuova identità visiva.
Un patrimonio di tutti.
Ma è sbagliato ricondurre l’Omino Michelin a una semplice macchietta. Perché in verità appartiene a tutti noi. All’inizio circoscritto soltanto a quei pochi benestanti che potevano permettersi il possesso dell’automobile. Poi con la diminuzione dei prezzi, diventati più accessibili, è diventato l’ideale compagno di viaggio con la sua simpatia travolgente e contagiosa. Per omaggiarlo, L’Aventure Michelin di Clermont-Ferrand celebrerà la ricorrenza con una mostra dedicata, fino al 31 dicembre 2018.
Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro
Un mito. Me ricordo ancora in Ghostbusters
Fantastico!
Io avevo il modellino con un cappello da benzinaio