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Abbandono bimbi in auto: si studia la legge

 Una questione che continua a far discutere dopo gli ultimi casi di morte in Italia e nel mondo. Ora scende in campo il governo italiano. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, presenterà una proposta di riforma dell’articolo 172 del codice stradale che rende obbligatorio l’acquisto agevolato di dispositivi elettronici anti abbandono dei bambini in auto.

Sul tema dell’abbandono dei bambini in auto, potrebbe forse intravedersi una leggera schiarita. La prudenza è d’obbligo, in primo luogo per la delicatezza dell’argomento che tocca tutti da vicino. Per rendere l’idea, ci affidiamo ai numeri. Negli Stati Uniti ogni dieci giorni, in media, dal 1998 a oggi, un bimbo è morto, dimenticato in auto dal proprio genitore, intrappolato sotto il sole.

Episodi simili hanno riguardato anche il nostro Paese. L’ultimo a Pisa, lo scorso maggio, quando un padre ha involontariamente lasciato per otto ore in auto la propria bambina di appena un anno. Basta un attimo, una disattenzione fatale, probabilmente perché stressati dal lavoro o dalle molteplici faccende quotidiane. Per dimenticarsi in macchina ciò che si ha di più caro al mondo, il proprio figlio.

Per contrastare questo fenomeno già da tempo hanno già provato a muoversi alcune aziende studiando soluzioni che contemplino l’uso della tecnologia per tutelare la sicurezza di queste povere creature. E adesso si muove anche il Governo che vorrebbe rendere obbligatori i dispositivi anti abbandono in auto, attraverso una proposta di riforma dell’articolo 172 del codice della strada. Un intento senz’altro lodevole e che, se ben congegnato, può produrre soltanto vantaggi all’utente. Ma con alcune controindicazioni e risultati all’atto pratico tutti ancora da verificare.

 Un supporto utile e necessario.

Intanto vediamo che cosa dice la normativa che il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, vorrebbe modificare. L’art. 172 del codice stradale disciplina l’uso delle cinture di sicurezza e sistemi di ritenuta per bambini. Esso recita: “I bambini di statura inferiore a 1,50 m devono essere assicurati al sedile con un sistema di ritenuta, adeguato al loro peso, di tipo omologato”.

L’obiettivo del MIT sarebbe quello di inserire una modifica ad hoc, con cui viene reso obbligatorio l’acquisto di un dispositivo elettronico da applicare al seggiolino, collegato allo smartphone. Che, in caso di dimenticanza, avvisi il conducente di tornare a riprendere il bambino lasciato in auto. Del resto, laddove non arriva il cervello umano, la tecnologia può essere un supporto utile e necessario.

Errori che segnano una vita.

Come ha spiegato Toninelli: “Sono anch’io un papà che vive tempi complicati e stressanti che possono portare a distrazioni. Una piccola modifica all’articolo 172 del Codice della strada può essere fondamentale per salvare la vita dei nostri figli. Ed evitare che da una banale distrazione scaturisca una tragedia che segna per sempre un padre, una madre, una famiglia”.

Il ministro ha poi aggiunto: “Si tratta di sistemi che costerebbero intorno ai 100 euro e il cui acquisto potrebbe essere agevolato da un beneficio fiscale al 50%”. La riforma approderà presto in Consiglio dei ministri e, nelle intenzioni del dicastero dei Trasporti, potrebbe diventare legge entro l’autunno.

 Quando si predica bene e razzola male…

Fatta questa necessaria premessa, vanno però fatte alcune precisazioni. Già nelle scorse legislature sono state presentate delle proposte di legge salva-vita dei bambini dimenticati in auto. L’ultimo a provarci è stato l’ex vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Riccardo Nencini, con un disegno di legge che, tra le altre, disponeva l’obbligatorietà di seggiolini con un dispositivo di allarme anti abbandono.

Tutte queste proposte si sono perse tra le pastoie del dibattito politico e del complesso iter burocratico, finendo per restare lettera morta. Qualche dubbio è lecito porselo se, al di là degli slogan sensazionalistici, fatti più che altro per attirare il consenso, la strada verso la conversione definitiva in legge sia così veramente in discesa come sbandierato nei propositi iniziali.

 Una forzatura eccessiva.

Inoltre viene da chiedersi se rendere obbligatorio l’acquisto del dispositivo anche per chi non è direttamente coinvolto (perché non ha figli) non sia di per sé una forzatura. Al di là dell’indubbio vantaggio pratico, è lapalissiano che chi non è genitore non avrebbe interesse a comprare un simile strumento che favorirebbe prima di tutto le compagnie che lo hanno prodotto. E che hanno tutto l’interesse a commercializzarlo.

 Permangono zone d’ombra.

Va infine spiegato meglio il funzionamento di questo dispositivo e come contribuirebbe a salvare la vita dei bambini. Per intenderci, se qualcuno ad esempio si dimenticasse il cellulare a casa, come si potrebbe salvaguardare la vita del piccolo dimenticato in auto? Chi penserebbe ad avvertire l’automobilista della sua distrazione? E in che modo?

Permangono diverse perplessità, che saranno probabilmente dipanate nelle settimane a venire, quando il disegno di legge approderà in Parlamento. Per il momento rimangono molte zone d’ombra che ci fanno sospendere il giudizio, in attesa di ulteriori dettagli. Ma saremmo ben felici di essere smentiti, se questa invece portasse risultati concreti.

Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro

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