Un visionario e, più che amministratore, un manager a tutto tondo. Sergio Marchionne , in poco tempo, ha deciso di lasciare per motivi di salute la presidenza della Ferrari e gli incarichi in FCA. Cioè l’azienda italo-americana Fiat Chrysler Automobiles.
Il nuovo presidente del Cavallino è John Elkann. Il fratello pacato e razionale. e per questo il ritratto dell’artefice del rinnovamento della Fiat e della riscossa della Rossa. Secondo i dogmi del Gruppo.
Lapo? Neanche a pensarlo. Sapete che non si può. Troppo anticonformista, marchiato nel libretto “nero” dell’industria perbenista. Le sue idee di rinnovamento sarebbero state troppo e pericolose, anche per questa New Generation.
Cosa e quanto cambia.
Un fulmine a ciel sereno che segna la fine di un’era. Sergio Marchionne non è più il presidente e amministratore delegato della Ferrari.
La decisione è stata comunicata dal Cda di Fiat Chrysler Automobiles, riunito d’urgenza, a causa del peggioramento delle condizioni di salute del manager italo-canadese.
Nel dettaglio, sarebbero sorte complicanze post operatorie, a seguito dell’intervento alla spalla destra, avvenuto nelle scorse settimane. Eventi che avrebbero costretto Marchionne a rinunciare a tutte le sue cariche lavorative.
Il gruppo ha nominato nuovo numero uno del Cavallino John Elkann, già presidente di Exor, azionista di maggioranza di Fiat e Ferrari, controllata della famiglia Agnelli. L’ex capo di Philip Morris Louis Carey Camilleri sarà invece l’amministratore delegato.
Serve pensare oltre gli schemi.
In una nota, FCA annuncia “- con profonda tristezza – che il presidente e amministratore delegato Sergio Marchionne non potrà riprendere la sua attività lavorativa”.
Quindi, “ha deciso di nominare John Elkann presidente e proporrà all’assemblea degli azionisti, che verrà convocata prossimamente, di nominare Louis Carey Camilleri amministratore delegato”.
Le prime parole di J. Elkann sono state tutte dedicate al suo predecessore. “Per tanti Sergio è stato un leader illuminato, un punto di riferimento ineguagliabile. Per me è stato una persona con cui confrontarsi e di cui fidarsi, un mentore e soprattutto un amico. Per me è stato un privilegio poter avere Sergio al mio fianco per tutti questi anni. Ci ha insegnato a pensare diversamente e ad avere il coraggio di cambiare, spesso anche in modo non convenzionale, agendo sempre con senso di responsabilità per le aziende e per le persone che ci lavorano. Ci ha insegnato che l’unica domanda che vale davvero la pensa farsi, alla fine di ogni giornata, è se siamo stati in grado di cambiare qualcosa in meglio. Se siamo stati capaci di fare una differenza. E Sergio ha sempre fatto la differenza, dovunque si sia trovato a lavorare e nella vita di così tante persone”.
Marchionne inoltre è costretto a lasciare anche la carica di amministratore delegato di FCA, che ricopriva ininterrottamente dal 2004. Lo sostituirà il responsabile del brand Jeep, Mike Manley.
Il rilancio di aziende in crisi.
Consegnati i suoi 14 anni da AD nel Gruppo, finisce dunque dopo tre anni, nove mesi e sette giorni l’era di Sergio Marchionne alla presidenza della Ferrari. Carica che aveva ereditato da Luca Cordero di Montezemolo. Il suo mandato in FCA sarebbe invece scaduto nel 2019, data in cui aveva comunque preannunciato il proprio ritiro dal comando del Gruppo.
Da un lato, la Rossa tornata competitiva ai massimi livelli sotto la sua guida. Dall’altro il colosso industriale dell’automotive che ha contribuito a far nascere nel pieno della crisi economica mondiale con la storica acquisizione di Chrysler, nel 2009.
Tutto si può dire di Marchionne, anche per certe esternazioni tipiche del personaggio. Ma non che non fosse un visionario. Che non sapesse azzardare. A costo di tirarsi addosso le battute dei media e le ire dei sindacati.
Fu il primo anche a provare ad acquistare Opel. Un’operazione che non riuscì allora a portare a termine perché General Motors preferì mantenere il marchio. Per poi cedere nel 2017, quando l’azienda è entrata nelle mani dei francesi di PSA.
L’ultima sua sfida, il ritorno di Alfa Romeo in Formula 1, dopo 30 anni di assenza. Sembrava soltanto un’operazione commerciale, in puro stile marketing.
Invece, a giudicare dai primi riscontri nel circus del Biscione, anche stavolta potrebbe aver avuto ragione lui.
Leggenda di una notte svizzera. Con Marchionne e gli Elkann.
Ci sono sempre storie e aneddoti intriganti che, anche nel mondo dell’economia industriale, coinvolgono personaggi di un certo spessore. Ebbene, questa di una notte svizzera è tra le vicende preferite dagli addetti ai lavori per raccontare il “modo Marchionne”.
Probabile che ne parlammo già anni fa. Leggenda racconta di uno dei primi incontri tra Marchionne e gli allora giovanissimi fratelli Elkann.
Una villa in Svizzera immersa nel verde della foresta. Un pullman che vi si ferma davanti in gran segreto nella notte più buia. Gli Elkann che vi prendono posto insieme ad altri promessi futuri manager dell’azienda.
Dopo un po’ di Km su strade fuorimano, il veicolo si ferma, proprio nel bel mezzo di un ponte che scavalcava uno dei tanti laghetti svizzeri.
L’ha scelse bene la notte senza Luna il nostro Mr. Marchionne. E’ buio pesto; oltre la transenna non si vede nulla se non un fondo scuro e infinito.
Sicché il buon Sergio taglia corto verso il club degli ambiziosi manager. “Se davvero avete fiducia in me e nell’azienda che vorreste rappresentare, dimostratelo, e lanciatevi dal ponte. Non lo potete vedere, ma a un po’ di metri ci dovrebbe essere l’acqua”. Leggenda dice che il primo a lanciarsi fu uno spavaldo Lapo. Jhon tentennò, ma alla fine, capendo che il momento era solenne, seguì il fratello, pur con un grido per farsi coraggio. Giusto due o tre metri di salto “su fiducia”.
Ebbene, a quanto pare Jhon Elkann capì la lezione, e da allora seguì fedelmente gli insegnamenti del mentore.
Certo, ogni leggenda o aneddoto ha risvolti gonfiati e parti di verità. Però fu di sicuro una notte memorabile, emblematica per i futuri manager e per i pupilli di casa. E la fonte, anziano, famoso e arguto amico, vi assicuriamo, ha sempre goduto della massima stima nel mondo del giornalismo.
MotorAge.it Redazione