A Brno s’interrompe il digiuno di Andrea Dovizioso, durato ben otto gare in questo Mondiale di MotoGP. Il pilota della Ducati ha fatto di tutto per tenere a distanza i futuri compagni alla Honda, Lorenzo e Marquez. Giusto per dettare le regole del gioco.
Marquez “il Cabroncito”, sempre più leader del Mondiale, allunga comunque a +49 il vantaggio sull’inseguitore Valentino Rossi (4°).
100 volte da non fallire.e
I tabù, si dice, sono fatti per essere infranti. Soprattutto dai coraggiosi e se durano da tanto tempo. Deve averlo pensato pure Andrea Dovizioso che ritrova il successo nel GP di Brno, proprio nel giorno della sua 100esima gara con la Ducati.
In numeri, quattro mesi e diciassette giorni: tanti ne sono passati dalla vittoria all’esordio in Qatar. Troppi per un pilota che in questa stagione aveva il diktat di vincere in sella alla Desmosedici. Per premesse e promesse, in Repubblica Ceca il “Dovi” coglie la seconda doppietta stagionale.
Ecco perché questa vittoria assume un po’ il retrogusto amaro in una stagione che avrebbe potuto essere ben diversa. Il team di Borgo Panigale si consola tuttavia per aver essere tornato alla vittoria su questa pista, dopo dieci anni segnati dal duopolio Honda-Yamaha.
Nelle posizioni di vertice, c’è oltretutto quello schiacciasassi di Marc Marquez, che con il terzo posto consolida il suo primato nel Mondiale MotoGP. Così adesso Valentino Rossi (4° al fotofinish) deve inseguire a 49 punti di distanza.
Non dire è troppo tardi.
Già dalle qualifiche in Ducati si era visto che questa poteva essere l’occasione giusta per rompere l’incantesimo. La pole position di sabato rappresentava una ghiotta premessa per tornare a far brillare il vero Dovizioso, quello del 2017.
A Brno finalmente si sono visti sprazzi del talento del pilota ammirato la scorsa stagione. Se vogliamo dirla tutta, ben diverso dalla copia sbiadita che ha corso in questa parte del 2018.
La Ducati riparte da qui, per cercare di dare un senso concreto alle prossime nove gare del Mondiale. Il Dovi si riprende il terzo posto in classifica generale, alle spalle di Rossi e del leader Marquez, lontani rispettivamente 19 e 68 punti.
La prossima gara si disputa tra pochi giorni, il 12 agosto allo Spielberg, in Austria. Un circuito che, negli ultimi due anni, ha sorriso al team della moto Rossa.
Siamo ancora ben lontani da qualsiasi pronostico di rimonta per un titolo che razionalmente sembra di nuovo far intravedere la firma Marquez. Non provarci, ora che si è ritrovato il feeling con la vittoria, sarebbe però un peccato mortale.
Chi si accontenta, gode.
Marquez questa volta si è dovuto accodare. Ottimo segnale per Dovizioso ma di fatto anche per lo spagnolo sull’Honda, che mette altro fieno in cascina verso il terzo titolo consecutivo. Pur in una giornata in cui è effettivamente sembrato che di gas ne avesse meno dei rivali.
Stavolta non gli è riuscito l’affondo al Dovi, che ha fatto il leader per quasi tutta la corsa. Pure spalleggiato da Jorge Lorenzo, che non ha voluto fare sconti né al suo prossimo compagno alla Honda né al suo attuale collega alla Ducati.
Proprio un curioso intreccio tra presente e futuro quello che si è manifestato a pochi giri dalla fine, in un duello a tre, fatto di sorpassi e controsorpassi. Turbinio che ha premiato alla fine il ducatista forlivese, che forse aveva più bisogno di tutti di ritrovare la vittoria.
Il Cabroncito può comunque ben accontentarsi di aver tenuto ben saldo il comando nella classifica del Mondiale piloti. Quarantanove punti sul primo inseguitore (Rossi), sono a questo punto della stagione un’ottima dote da amministrare.
I giochi però non sono ancora fatti. Sempre che la concorrenza di Ducati e Yamaha continui a dare segnali di ripresa.
Fuoco di paglia Yamaha.
In avvio comanda la coppia italiana Dovizioso-Rossi, con Marquez e Lorenzo a inseguire. Ne viene fuori una contesa molto tattica, in cui si bada più a conservare le gomme che ad attaccare.
L’unico colpo di scena è il ritiro di Maverick Vinales dopo poche curve. Lo spagnolo, mai in partita in questo weekend, esce di scena dopo una carambola che vede coinvolti anche Bradl (wild card Yamaha) e Smith della KTM.
Per tre giri Valentino si porta in testa ma è un fuoco di paglia. Presto accusa un calo che lo porta a cedere posizioni al Dovi e ai due spagnoli. Irrompe anche l’arrembante Crutchlow, che supera Rossi al 4° posto, e prova a insidiare il trio al comando.
Il sale sulla coda.
Grande attenzione va tuttavia su ciò che accade quando mancano cinque tornate alla conclusione. Dovizioso resiste agli assalti di b, e presto deve fare i conti anche con Lorenzo, nel frattempo giunto in zona podio.
Ne viene fuori un duello fratricida tra due piloti che certo non si sono mai amati tanto in questo biennio a Borgo Panigale.
Por Fuera, in un colpo solo, tenta il sorpasso sia sul Cabroncito sia sul Dovi. L’impresa gli riesce soltanto a metà. Un giro dopo, ci prova ancora sul quasi ex compagno ma viene ancora respinto.
A questo punto deve però pensare a contenere la furia di Marquez, facendo dunque un favore al forlivese, che ha campo libero fino al traguardo.
Intanto, con un guizzo da campione, Rossi si riprende la quarta posizione e limita i danni a tre punticini persi in classifica generale. In un Mondiale che sembra però aver ormai ancora preso la via della Spagna.
A Borgo Panigale, invece, almeno stavolta conviene che non pensino più di tanto a piangere sul latto versato nelle precedenti occasioni. Pensino invece a fare oro di questa festa tutta italiana, ottenuta come da tanto tempo non si verificava.
MotorAge.it Redazione – Andrea Sicuro