Silk Way Rally 2018 Reportage – La Russia ha nuovi Zar
L’ottava edizione della Silk Way si è conclusa dopo 3500 km e 7 tappe da Astrakhan a Mosca. Yazeed Alrajhi e Timo Gottschalk (Mini John Cooper Works Rally) l’hanno spuntata nella categoria auto. Andrey Karginov, Andrey Mokeev e Igor Leonov (Kamaz-Master Team), fra i camion.
Lentamente, la Mini #103 del saudita Alrajhi si ferma sulla linea d’arrivo. Yazeed e il suo copilota Timo escono dall’abitacolo con il sorriso e una bandiera verde. La shahada (la dichiarazione di fede islamica, ndr) scritta in thuluth compare sul parabrezza del veicolo.
Arrivando al traguardo, l’equipaggio del Team X-Raid assapora la vittoria, la prima alla Silk Way. Anche se non è stata sempre la più rapida a percorrere le piste russe, la Mini JCW Rally ha perso meno tempo rispetto alle rivali.
Rincorsa di tre anni per essere i più veloci in assoluto.
“Questo rally era uno dei miei principali obiettivi da tre anni – commenta entusiasta Alrahji –. Dopo il primo piazzamento di qualche settimana fa in Kazakisthan non potevo che sperare in una nuova vittoria. Abbiamo cercato di gestire al meglio il vantaggio nella generale, giorno dopo giorno, prendendo meno rischi possibili. Salire sul podio della Piazza Rossa è stata un’emozione unica”.
Fattosi conoscere nel 2015 per una vittoria di tappa alla sua prima partecipazione alla Dakar (costretto poi al ritiro per problemi meccanici), il saudita ha accumulato buoni risultati. Passato fra le fila di X-Raid nel 2016, è proprio alla guida di una Mini All4 Racing che quell’anno si piazza sul secondo gradino del podio della Silk Way.
Con una guida castigata ma altrettanto veloce, Alrajhi arriva a conquistare a due anni di distanza il titolo assoluto di questa edizione del rally. Con il suo “navi” Gottschalk hanno preceduto nomi di spicco. Come Nasser Al-Attiyah e Mathieu Baumel, su Toyota Hilux #101 (Qatar World Rally Team) e Mathieu Serradori e Fabian Lurquin (Buggy SRT #108), rispettivamente secondi e terzi sul podio di Mosca.
Acqua e polvere.
Come molti altri partecipanti, sono stati costretti a mordere la polvere per via di problemi meccanici al motore. Il percorso era ben più corto dell’anno scorso ma non per questo meno esigente. “La Silk Way è una gara di alto livello e torneremo sicuramente su questi tracciati per vincere – assicura Al-Attiyah –. Abbiamo fatto del nostro meglio ma noie meccaniche, soprattutto problemi al differenziale posteriore, si sono abbattute su di noi per l’intero rally. Se ci fosse stato in palio un trofeo per la categoria trazione… quello l’avrei conquistato sicuramente io!”.
Vincitore dell’ultima Africa Eco Race, Serradori si è aggiudicato il terzo piazzamento con una guida intelligente e pulita: “Sono contento di essere arrivato a podio, è stata una grande emozione per me, per Fabian e per il team SRT. Una gran bella esperienza grazie anche al lavoro formidabile fatto dall’organizzazione nonostante le avverse condizioni meteo”.
Meno fortunata invece la partecipazione dello spagnolo Nani Roma (Mini John Cooper Works Rally #104) allo start della Silk Way per riprendere il ritmo dopo l’incidente all’ultima Dakar (un banco di sabbia colpito a 120 km/h). Qualche problema di salute ha infatti rallentato il ritmo di gara del pilota nativo di Barcellona attardandolo al traguardo.
In qualche caso c’è chi ha saputo approfittare delle modifiche apportate al tracciato. Come Harry Hunt, britannico alla guida della Peugeot 3008 DKR Maxi #107, navigato dal francese Sébastien Delaunay. Nell’ultimo settore selettivo accorciato per l’impossibilità di attraversare un fiume in piena, si sono aggiudicati la seconda vittoria di tappa del rally raid.
Al termine di un’appassionante settimana piena di colpi di scena, la celebre Piazza Rossa moscovita si è riempita dei profumi del Rally Raid. Ai piedi della basilica di San Basilio, di fronte al Cremlino, si sono ritrovati tutti gli equipaggi per la cerimonia di chiusura.
Categoria T2 e T3.
Allo start della Silk Way, su richiesta della Federazione Automobilistica del loro paese per suggellare l’amicizia fra Cina e Russia, si sono trovati i piloti Zi Yun Gang e Lu Binlong (entrambi su Toyota Land Cruiser 200). Non potevano sperare in un risultato migliore sui percorsi impegnativi nel sud della Russia, conquistando il primo e secondo piazzamento fra i veicoli di serie.
Già vittoriose a Xi’An in Cina nell’edizione passata, Mariia Oparina e Taisiia Shtaneva hanno portato il Maverick X3 sul gradino alto del podio T3 lasciandosi alle spalle gli agguerriti avversari maschili. Secondo il bulgaro Petar Cenkov (Quady XZY) mentre il polacco Robert Szustkowski con Polaris RZR ha approfittato dell’ultima tappa da Lipetsk a Mosca per conquistare la medaglia di bronzo.
L’Italia alla Silk Way: Marco Piana
Fra i T2 schierati allo start di questa ottava edizione del rally non è mancato il Toyota Land Cruiser #137 di Marco Piana. E’ il pilota e team manager di Xtreme Plus, alla Silk come assistenza veloce per i Polaris Razor 900 dei francesi Duclos/Chavigny e del polacco Szustkowski. Da qualche anno, Xtreme Plus, supportata da Polaris America e Europa, equipaggia in un’officina di 600 metri quadrati nei pressi di Pont de Vaux, a Gorrevod (Francia), gli RZR per il Cross Country Rally. Dopo numerose partecipazioni alla Silk Way, Piana, navigato dal toscano David Giovannetti, ha imparato a conoscere bene insidie e problematiche di questo terreno. “L’incubo meteo è sempre il peggiore. Come nel 2017 anche quest’anno temporali e pioggia battente non hanno risparmiato i giorni di gara – spiega Piana –. Con il fondo fangoso che si viene a creare diventa davvero arduo guidare e quando non piove le piste sono piene di woops che possono risultare pericolosi alle alte velocità. L’aspetto positivo è che i nostri gentlemen drivers in caso di terreno asciutto possono macinare chilometri su chilometri imparando a prendere confidenza con i mezzi”.
Le donne in gara.
Più di 20 anni fa, non lontano da Tombouctou, la tedesca Jutta Kleinschmidt è stata la prima donna a vincere una tappa della Dakar. Quattro anni più tardi, su Mitsubishi, è salita sul gradino più alto del podio. Dalle tedesche Patricia Scheck e Andrea Mayer alla spagnola Laia Sanz sino alla russa Anastasia Nifontova, le donne hanno fatto un bel po’ di strada nei rally raid. In questa edizione della Silk Way sono state in tre ad animare la sfida nelle differenti categorie.
Dopo aver brillato alla guida della sua moto su piste d’Africa e di mezzo mondo, Anastasia Nifontova è passata alle quattro ruote grazie alla collaborazione di Toyota Russia affrontando con grinta questa gara in T2, fra le vetture di serie. L’ottimo affiatamento ha riportato sui tracciati russi Mariia Oparina e Tasiia Shtaneva, vittoriose in T3 (SSV) già lo scorso anno. Alla guida del Maverick X3 arancione fluo la loro nuova vittoria è una porta aperta verso il campionato russo.
Camion: a Karginov la vittoria 2018.
La sua felicità è stata un piacere a vedersi. Sulla linea di traguardo dell’ultima speciale di questa Silk Way, il pilota russo Andrey Karginov (Kamaz-Master Team #309) non nasconde certo la grande gioia per aver conquistato la vittoria.
Gli occhi degli spettatori erano inizialmente più puntati sul risultato di altri piloti schierati dalla scuderia russa. Dmitry Sotnikov, vincitore dello scorso anno; Airat Mardeev, primo nel 2012 e nel 2016; Eduard Nikolaev con il suo Kapotnik nero opaco con cofano prominente. Invece alla guida del Kamaz 43509, Karginov, fuori da ogni pronostico, ha piazzato il nuovo modello del costruttore russo, con ancora qualche problema di gioventù, sul primo gradino del podio.
“Vincere la Silk Way era il mio sogno! Dopo la Dakar e l’Africa Eco Race, desideravo realizzare questa tripletta. Ho atteso due anni e finalmente ci sono riuscito” – commenta Karginov, al traguardo con un vantaggio di 18 minuti sul compagno di squadra Mardeev.
Una trilogia dunque per il 42enne che dopo aver conquistato la Dakar nel 2014 e l’AER nel 2016 sul lago Rosa si è portato a casa il titolo di questa SWR.
Assieme a Vladimir Chagin, direttore della Silk Way, è il secondo pilota Kamaz a vantare questo importante palmares.
Sfortunata invece la partecipazione dell’olandese Van den Brink, che dopo un inizio di gara non propriamente roseo ha saputo comunque migliorare i piazzamenti vincendo la settima tappa. Per il pilota del Renault Sherpa #304 questa Silk Way è stata però una bella avventura di famiglia. A fargli da copilota è stato infatti il figlio sedicenne Mitchel, in gara grazie a una speciale licenza rilasciata dalla Federazione Motoristica d’Olanda.
Altrettanto interessante la sfida in casa Sugawara. Assieme al giapponese Teruhito, 46 anni, navigato da Takahashi, su Hino Ranger 500, é sceso in campo pure il padre Yoshimasa (con Sakurai). All’età di 77 anni e con un’eccellente carriera motoristica alle spalle, “Yoshi” ha partecipato alla Silk Way per entrare nel World Record Guinness come pilota più longevo nell’attività automobilistica sportiva. La sua partecipazione si è conclusa con un 9° piazzamento.
Il percorso.
Al confine del fiume Volga e della Via della Seta, la città di Astrakhan, punto di partenza di questa edizione del rally, nasconde mille e una meraviglia. Oltre al Cremlino e ai suoi numerosi templi buddhisti, la “stella del deserto” (così l’hanno ribattezzato i Tatari più di 500 anni fa) apre le sue porte su uno dei più grandi deserti d’Europa.
Qui ogni anno il campionato russo tout terrain affronta cordoni di dune che poco hanno da invidiare a quelli dell’Africa del nord e dell’America del sud. I piloti russi e bielorussi conoscono questa regione come le dita delle mani e la definiscono “il loro Merzouga”.
Già scenario del rally nel 2013, la Calmucchia ha ospitato le prime 4 tappe della Silk Way. Start da Astrakhan il 21 luglio per una boucle con un tracciato di woops e pipelines (311 km di settori selettivi). Tappa marathon (senza assistenza meccanica) da Astrakhan a Elista, la capitale mondiale degli scacchi, con SS di 365 km, quindi Elista-Astrakhan (332 km di speciale).
Astrakhan-Astrakhan per la quarta tappa con 366 km di SS; da Astrakhan a Volgograd (ex Stalingrado) per un lungo settore selettivo di 443 km. Volgograd-Lipetsk come sesta e più lunga tappa di questa edizione del rally (776,78 km di cui 373,50 di SS6). Per arrivare alla Lipetsk-Mosca, ultima tappa, con 79 km di SS.
Info su http://www.silkwayrally.com
Classifica Silk Way Rally – auto
#103 Yazeed Alrajhi/Timo Gottschalk (SAU-DEU) – Mini John Cooper Works Rally – 23h49m14s
#101 Nasser Al-Attiyah/Mathieu Baumel (QAT-FRA) – Toyota Hilux – +1h08m12s
#108 Mathieu Serradori/Fabian Lurquin (FRA-BEL) – MCM Original – +5h07m07s
#116 Sergei Kariakin/Anton Vlasiuk (RUS) – Maverick X3 903TCIC Can-Am – +7h33m13s
#115 Mariia Oparina/Taisiia Shtaneva (RUS) – Maverick X3 Atmo BRP – +8h43m43s
#130 Petar Cenkov/ Plamen Nikolov (BGR) – Quaddy YXZ1000R – +8h56m39s
#124 Alexey Berdinskikh/Kiril Shubin (RUS) – BRP Can-Am Maverick X3 XRS – +9h05m20s
#134 Yun Gang Zi/Song Jun (CHN) – Toyota Land Cruiser 200 – +9h37m44s
#110 Andrey Rudskoy/Evgenii Zagorodniuk (RUS) – G-Force Bars – +9h41m33s
#122 Alexander Rusanov/Alexsei Maltsev (RUS) – Gaz 23107 – +10h41m22s
18. #137 Marco Piana/David Giovannetti (ITA) – Toyota Land Cruiser – +34h33m35s
Classifica Silk Way Rally – camion
#309 Andrey Karginov/Andrey Mokeev/Igor Leonov (RUS) – Kamaz 43509 – 25h26m12s
#303 Airat Mardeev/Aydar Belyaev/Akhmet Galiautdinov (RUS) – Kamaz 43269 – +18m02s
#306 Anton Shibalov/Dmitrii Nikitin/Ivan Romanov (RUS) – Kamaz 43269 – +1h03m29s
#311 Sergey Kupriyanov/Alexandr Kupriyanov/Dmitrii Svistunov (RUS) – Kamaz 4326 – +1h51m29s
#301 Eduard Nikolaev/Evgenii Iakovlev/Vladimir Rybakov (RUS) – Kamaz 43509 – +2h19m14s
#308 Teruhito Sugawara/Mitsugu Takahashi (JPN) – Hino Ranger 500 Series – +3h01m35s
#312 Mikhail Shklyaev/Alexsandr Laguta (RUS) – Gaz C41R13 – +12h32m17s
#317 Boleslav Levitskii/ Stanislav Dolgov (RUS) – Gaz C41R13 – +13h14m10s
#314 Yoshimasa Sugawara/ Ahito Sakurai (JPN) – Hino Ranger – +23h00m52s
#300 Dmitry Sotnikov/Ruslan Akhmadeev/Ilnur Mustafin (RUS) – Kamaz 43509 – +104h59m43s
Testo Sonja Vietto Ramus – Foto S. Vietto Ramus e MCH Photo