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GP Monza: inferno argentato per la Ferrari

Monza è rimasta un feudo Mercedes. Lewis Hamilton la spunta su Raikkonen e vola verso il Mondiale. Al primo giro Vettel finisce in testacoda e riesce a terminare soltanto 4°. Ora il titolo è lontano 30 punti. A podio Bottas che protegge il compagno Hamilton.

Come rovinare tutto in un solo giro: gara, vittoria e Mondiale. Era tutto apparecchiato per la festa della Ferrari, invece a trionfare ancora una volta all’autodromo di Monza sono le Mercedes.

Lewis Hamilton vince il GP d’Italia e allunga in testa al Mondiale F1, uno scenario impensabile alla vigilia vista la prima fila tutta della Rossa.

Il Re Nero (quinta vittoria a Monza, come Michael Schumacher) s’impone davanti a Kimi Raikkonen e al compagno di team Valtteri Bottas.

Sebastian Vettel invece rimane vittima di un incidente al via proprio con il leader iridato ed è costretto a ripartire dal fondo. Alla fine termina 4° e lascia sul piatto punti preziosi, forse decisivi per il titolo.

Ora il gap dalla vetta è di -30, quando mancano soltanto sette gare al termine del campionato. A partire dalla prossima gara, il 16 settembre a Singapore, ci vorrà qualcosa di molto simile a un’impresa.

Punti pesanti per la Mercedes anche per il Mondiale costruttori: ora sono 25 i punti di vantaggio sulla Ferrari. 

Vettel si butta ancora via.

Monza si conferma ancora terreno di conquista per le Frecce argentate, che allungano a cinque la striscia di vittorie consecutive. C’erano tutte le premesse perché il vantaggio di Hamilton, alla vigilia di 17 punti, si riducesse ulteriormente.

Invece, come purtroppo accade, sul Cavallino si è abbattuta la sindrome del braccino, quella di chi ha paura di vincere.

Soprattutto Vettel, ancora una volta incapace di mantenere i nervi saldi e il sangue freddo. Due condizioni indispensabili per vincere contro un rivale che fa leva soprattutto sulla psicologia.

Era accaduto in Germania quando, da dominatore incontrastato della corsa, è finito contro le barriere consegnando la vittoria all’inglese della Mercedes. È accaduto anche a Monza.

Forse la foga, probabilmente la frenesia di mantenere dietro Hamilton per poi poter gestire la corsa a suo piacimento.

Ma la fretta, quando è troppa o incontrollata, non paga. E allora non resta che riflettere su quanto successo, anche se la clessidra del tempo a disposizione sta inesorabilmente per esaurirsi.

La matematica concede ancora diverse chance per inseguire un titolo che con il passare delle settimane sta diventando sempre più un miraggio.

La sportività è un’altra cosa.

Fatta questa premessa e la tara dei meriti di Hamilton che non ha rubato nulla, nella vittoria del britannico c’entrano anche i giochi di squadra della Mercedes.

Bottas, provvisoriamente davanti a Raikkonen, riceve l’ordine di fare da tappo sul connazionale facendogli perdere diversi secondi di vantaggio sul compagno di team.

Beninteso, si tratta di giochi comprensibili in una competizione spietata com’è quella delle corse automobilistiche. La stessa Ferrari ha più volte approfittato di questi stratagemmi, che sono sempre esistiti in F1.

Fa specie però che queste direttive siano date via radio in maniera così palese, leciti in sfregio ai valori dello sport.

Non a caso il pubblico dell’autodromo deluso dal risultato, non ha gradito e ha fischiato sonoramente i due piloti delle Frecce argentate al momento della premiazione. Come recita un famoso detto, “Un bel tacere non fu mai scritto”.

  Onore delle armi a Raikkonen.

Decisivo, come dicevamo, il primo giro. Il poleman Raikkonen parte bene e mantiene il comando, mentre Vettel prova a tenere dietro l’arrembante Hamilton.

L’inglese in Mercedes tenta subito il sorpasso, senza esito, e ci riprova alla variante della Roggia. Seb allora cerca di resistere ma va lungo e tocca la fiancata del rivale. Il tedesco finisce in testacoda e danneggia l’alettone anteriore della sua Rossa.

Il ferrarista torna ai box, sfruttando anche l’ingresso della Safety Car, e riparte dall’ultimo posto. In pratica un regalo a Hamilton che ha davanti a sé soltanto un rivale cui pensare.

Raikkonen, davvero encomiabile in questo weekend, è bravissimo a contenere gli assalti del britannico. Quando inizia la girandola dei pit stop, Hamilton si ritrova con 6” di distacco dal finlandese, con entrambi che avevano già usufruito della sosta.

Nel frattempo il team di Brackley sceglie di mantenere a lungo in pista Bottas per schermare il ferrarista e consentire al compagno di team di rifarsi sotto.

Il risultato è inevitabile. Con Kimi che, nello sforzo di tenere a distanza l’inglese, si ritrova con le gomme usurate riuscendo a resistere fino al 44° giro. Quando Hamilton rompe gli indugi e prende il comando fino alla bandiera a scacchi.

Onore al merito però a Raikkonen, che porta a casa una medaglia d’argento certo non del tutto consolatoria. Se a Maranello c’erano però ancora dubbi se rinnovargli il contratto in scadenza, forse dopo questa gara saranno stati fugati.

Vettel e gli altri.

Vettel in 15 giri è già in zona punti. Alla fine termina in quarta posizione, complice la penalizzazione di 5” a Verstappen, retrocesso al 5° posto per aver ostacolato il sorpasso a Bottas, che finisce a podio.

Secondo ritiro consecutivo (quarto nelle ultime sei gare) per Daniel Ricciardo, che vede la sua power unit andare completamente in futuro.

Per il prossimo pilota della Renault Motorsport si conferma il periodo no, incominciato dopo la vittoria di Montecarlo. In top 10 terminano anche la Haas di Grosjean (6°), davanti alle Force India di Ocon e Perez, Sainz e Stroll.

Appuntamento a Singapore, quando Vettel si ritroverà con le spalle al muro. Vincere sempre e sperare: non rimangono più molti appigli, se non quello della matematica. 

  MotorAge.it Redazione – Andrea Sicuro  

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