Marina Bay è ancora amara per il Cavallino. Lewis Hamilton bissa il successo di un anno fa nel GP di Singapore e stacca a +40 su Sebastian Vettel, 3° e battuto anche da Verstappen. Un errore al pit stop costringe la Rossa a una resa quasi decisiva, a sei gare dalla fine.
Se non è il classico colpo da “KO” pugilistico, ci va molto vicino. Lewis Hamilton vince per il secondo anno consecutivo il GP di Singapore e mette una seria ipoteca sulla riconquista del Mondiale Formula 1.
Deve essere un segno del destino che a Marina Bay i sogni iridati della Ferrari subiscano un brusco risveglio.
Nel 2017 fu lo scontro al via tra le due Rosse che lasciò strada libera al Re Nero verso la vittoria, rivelatasi di lì a poco decisiva per le sorti iridate.
Quest’anno il britannico ha dovuto faticare perfino meno per mettere in cassaforte un successo che potrebbe avere lo stesso peso specifico nella lotta per il Mondiale.
Il suo rivale più diretto, Sebastian Vettel, ottiene il 3° posto, superato da Max Verstappen, e si ritrova tuttavia a -40 punti dalla vetta. Una distanza che, a sei gare dal termine, assomiglia a un Everest.
Non brilla neppure l’altro (ancora per poco) ferrarista, Kimi Raikkonen, 5°, dietro alla Mercedes di Bottas. Insomma, per il Cavallino una sconfitta su tutta la linea che rischia di segnare un punto decisivo a favore delle Frecce argentate.
Hamilton sa come si vince. Il team Ferrari senza resistenze.
Per Hamilton è la quarta vittoria nelle ultime cinque gare. Un passo grandioso, segno di una condizione ritrovata e di un entusiasmo ora alle stelle.
Il britannico, non appena avvertito il primo segnale di cedimento di Vettel e della Ferrari, non si è lasciato sfuggire l’occasione. Come in Germania, sfruttando il ritiro del tedesco per soffiargli il primato in classifica. E nelle gare successive per dilatare il vantaggio, con l’eccezione della corsa in Belgio, che aveva restituito un’effimera illusione al Cavallino.
Tutto questo proprio in occasione di gare sulla carta favorevoli alla Rossa. La quale, ancora una volta, si è resa incapace di mantenere le promesse.
Difficile, nonostante la matematica offra ancora alcune chance, pensare a un ribaltone nelle restanti gare.
Lewis sa come si vince, ma anche ammesso che possa sbagliare (ne ha ancora facoltà), il problema è proprio la Ferrari stessa.
Trovato l’inghippo?
Il nostro direttore, parlando con colleghi giornalisti del settore, ha notato come i più sentenziavano che Hamilton non ha vere rivalità. Nel senso di accoppiate monoposto+pilota altrettanto forti, indovinate. Potrebbe essere così? Lo scambio piloti tra Ferrari e Alfa può portare risposte nel breve periodo? Pensateci e fateci sapere.
Intanto, se l’Alfa Sauber va a punti è un successo, Se la Ferrari va a podio ma non vince, sono dolori. Capire come reagirà, dopo l’ennesimo boccone amaro fatto trangugiare ai suoi tifosi, è il vero punto interrogativo che avrà una importante risposta il 30 settembre a Soci, in Russia.
Chi è causa del suo mal, pianga se stesso.
In una gara soporifera, dove i sorpassi sono complicati e i piloti badano più che altro a conservare le posizioni, le emozioni si concentrano tutte all’inizio. Il poleman Hamilton scatta più veloce di tutti con Verstappen 2° che tiene a bada Vettel.
Seb ha però un buon spunto ed è bravissimo a superare l’olandese. Il tutto poco prima dell’ingresso della Safety Car (causa, l’incidente che vede coinvolte le Force India con Perez che manda a muro Ocon).
Ne esce fuori dunque una contesa, nella quale soltanto un errore può sovvertire lo status quo predefinito. Tutti i big procedono con la strategia dell’unica sosta, e quando questa arriva, al 15° giro, la Ferrari sbaglia tutto.
Vettel infatti perde molto terreno nel rientrare in pista, trovando davanti a sé l’ostacolo inaspettato di Perez. Secondi che si rivelano decisivi, tant’è che viene superato da Verstappen, mentre Hamilton continua a martellare giri veloci.
Rimane solo la speranza.
Intanto alle spalle del trio di testa procedono, come un trenino, fino alla fine nell’ordine Bottas, Raikkonen e Ricciardo. La gara in pratica finisce qui.
Settimo, e primo tra i piloti non di prima fascia, Fernando Alonso, che conquista punti utili alla McLaren nel Mondiale costruttori. E Alonso, adesso, è innamorato della Formula USA.
Nelle posizioni più arretrate, la Renault di Carlos Sainz (8°), davanti al prossimo ferrarista Charles Leclerc (di nuovo a punti dopo cinque gare). Chiude la top 10 Hulkenberg.
Perez, che certo ha ottenuto come risultato quello di scontentare un po’ tutti i piloti, sconta un drive through per aver quasi buttato fuori Sirotkin e finisce in ultima posizione.
Appuntamento tra due settimane in Russia, sedicesima tappa di un torneo sempre più a forti tinte argentate. A meno di un sussulto d’orgoglio del Cavallino, le cui già flebili speranze sono sempre più assottigliate, aggrappate a un filo sottilissimo.
MotorAge.it Redazione – Andrea Sicuro