Vincere di fronte al proprio pubblico ha un sapore speciale. Se poi come nel MotoGP di Aragon viene fatto un passo importantissimo verso il titolo Mondiale, il gusto si fa sublime. Marc Marquez trionfa infatti davanti a Dovizioso, allungando a +72 verso un altro trono ormai a pochi passi. Sul podio anche Iannone. Altro Disastro Yamaha: Rossi 8°, Vinales 10°.
Il sigillo (quasi) definitivo sul Mondiale Marquez lo ha forse fissato davanti al proprio pubblico amico. Se c’erano ancora dubbi sul conquistatore del prossimo Mondiale MotoGP, la gara di Aragon ha chiarito le idee a molti.
Marc Marquez torna al successo con la Honda dopo tre gare a secco, piazzandosi davanti ad Andrea Dovizioso, ora distante 72 punti con la sua Ducati.
E’ un po’ come dover solo attendere il momento in cui il vincitore passi a ritirarlo. Cioè lo stesso pilota di MotoGP che l’ha detenuto negli ultimi due anni e il cui sangue sempre caldo lo chiama a puntare ancora allo scettro.
Le Yamaha continuano invece a non dare cenni di vera vitalità, ammesso che non si accontentino dell’8° posto di Valentino Rossi. Ne approfitta Andrea Iannone che termina sul podio in una delle sue ultime apparizioni con la Suzuki.
Un capolavoro di continuità.
Faceva perfino “strano” non vedere il “cannibale” occupare il gradino riservato al vincente. Eppure non succedeva dal 15 luglio scorso, al Sachsenring, prima della pausa estiva. Certo, non è comunque mai sceso dal podio e ha amministrato il consistente vantaggio che la classifica gli aveva garantito.
Serviva però una vittoria netta per suggellare una stagione eccelsa e ribadire la legge del più forte. Quella che, va detto, il pilota fa valere da tre anni, nei quali è stato il più continuo rispetto a una concorrenza che a poco a poco si è sfaldata.
Serve poi ammetterlo. Da Rossi e Lorenzo, sino all’illusione di Dovizioso nel 2017, nessuno ha saputo tenere il suo stesso ritmo e la sua fame di vittoria.
Magari non sarà il più simpatico alla maggioranza degli italiani, ma dinnanzi ai risultati sportivi non si può far altro che tirare giù il cappello.
Dovizioso, i rimpianti stanno altrove.
Il Dovi stavolta non ha potuto nulla per il vertice, ma ha comunque dato filo da torcere a un avversario che ne aveva di più. Non è in questa circostanza che il ducatista deve nutrire rimpianti per una stagione che poteva essere molto diversa.
Piuttosto appare inspiegabile, visto il passo dimostrato nelle ultime gare, che cosa sia successo al team di Borgo Panigale nella prima parte di stagione.
Forse il peso delle aspettative ha giocato un brutto scherzo a un pilota che ha vissuto soltanto un’annata da primattore. Forse la moto, la Desmo, necessitava ancora un po’ di adattamenti. O forse più semplicemente Marquez è più forte.
La verità starà nel mezzo, ma è innegabile che rispetto al 2017 in cui aveva fatto sognare i tifosi della moto Rossa, questo 2018 lasci ai fedeli l’amaro in bocca.
La resa di Rossi sta anche nelle parole.
Al contempo, non è ormai più una notizia vedere le Yamaha relegate nelle retrovie. Al punto che anche un pilota pluridecorato come Rossi è arrivato ad ad ammettere che ”senza cadute non eravamo neanche da top 10”.
Il Dottore ha poi aggiunto: “Questo è il nostro potenziale al momento, e questa è la cosa più preoccupante, invece gli altri hanno fatto un grande step”.
Parrebbe una resa conclamata, a sei gare dalla fine di una stagione che la casa di Iwata non vede l’ora di concludere.
Valentino ha il sogno di fare 10, di conquistare il suo Mondiale del Cuore. Con gli anni che passano troppo svelti, questo sogno lo sta lacerando, lo vede impalpabile, irreale con la moto attuale. Ma cos’altro potrebbe fare fare?
Marquez-Lorenzo: sono già scintille.
L’unica preoccupazione al momento per Marquez arriva dal suo futuro compagno alla Honda, Jorge Lorenzo.
Il quasi ex ducatista, partito dalla pole position, va a terra alla prima curva e a fine gara si scaglia contro il connazionale. Reo a suo dire di aver contribuito alla sua caduta. Se la partnership continua su questa linea, la vediamo preoccupante. Scintille da gestire per il team, e di quelle che bruciano.
Dislocazione dell’alluce e microfrattura al metacarpo del piede destro, dieci giorni di prognosi. La presenza di Por Fuera a Buriram, in Thailandia, il 7 ottobre è ad oggi in dubbio.
Queste sono state le sue parole al veleno che mettono in crisi prima ancora di cominciare la convivenza alla Honda. “Mi sento impotente e arrabbiato. Con il sorpasso di Marquez non ho potuto affrontare la curva come avrei voluto. Ho dovuto allagare, entrare nella zona sporca dove ho aperto il gas per non perdere troppo terreno e sono caduto. La direzione gara dà sanzioni per incidenti che sembrano più brutti, ma per queste cose che da fuori non si notano non fanno mai nulla. Se non cambiano le cose dovrò anch’io cambiare il mio stile e guidare in una maniera che non mi piace”. Una minaccia?
Duello rusticano all’ultima curva.
Nel commentare la gara, e detto del ritiro immediato di Lorenzo, è stato Dovizioso a scattare più veloce di tutti, tallonato da Marquez. Dietro di loro le sorprendenti Suzuki di Rins e Iannone.
Rossi, partito dal 17° posto in griglia per effetto delle disastrose qualifiche, è costretto alla solita affannosa rimonta.
Il duello tra il campione in carica e il ducatista ha il suo primo vero momento di svolta a dieci giri dalla fine. Cioè quando entrambi iniziano a spingere come forsennati, regalando un confronto al cardiopalma al pubblico spagnolo.
Prima è il Cabroncito a sferrare l’attacco, ricambiato dal forlivese quattro giri più tardi. Intanto Iannone tenta di recitare la parte del terzo incomodo, riuscendo a quattro tornate dalla fine a infilarsi tra i due rivali.
Marquez decide dunque di rompere gli indugi. Tempo un giro e si porta in testa, riuscendo a piazzare l’allungo decisivo per trionfare di fronte ai suoi connazionali.
Alle spalle dei due si piazzano quindi Iannone e Rins. Sorride anche l’Aprilia di Aleix Espargarò, che con il 6° posto porta a casa il miglior risultato stagionale.
Rossi termina in ottava posizione, e il compagno di team Vinales (anch’egli autore di una prestazione incolore) chiude la top 10.
La MotoGP saluta l’Europa e vola per la prima volta nella sua storia in Thailandia, quint’ultima gara del campionato.
MotorAge.it Redazione – Andrea Sicuro