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Turkmen Desert Race: nel deserto del Karakum

Nani Roma (Mini) e Siarhei Viazovich (Maz) hanno conquistato la vittoria alla prima edizione della Turkmen Desert Race. E’ il nuovo rally-raid targato Schlesser & Metge, ospitato a Settembre nel deserto del Turkmenistan.  Noi di MotorAge.it c’eravamo, e vi raccontiamo come è andata ad auto, camion e buggy presenti. 

Turkmenbashi, costa del Mar Caspio. A salire sulla cima del podio di questa nuova avventura off-road in terra turkmena è stato lui, il due volte vincitore della Dakar (in moto prima e in auto poi). Rispolverati tuta, guanti e casco dopo l’incidente di gennaio in Sudamerica, Nani Roma ha portato al successo la Mini #200 del team X-Raid John Cooper Works Rally, aggiudicandosi la prima edizione della Turkmen Desert Race.

Navigato da Alex Haro Bravo, il driver di Barcellona ha tagliato il traguardo finale in 13h46’39” davanti al ceco Miroslav Zapletal, su Hummer, secondo al finish con un ritardo però di quasi 1 ora e 10 minuti. Terzo piazzamento nella generale per il Maz T4 di Siarhei Viazovich, in cabina con Haranin e Zhyhulin, conquistatori anche della vittoria assoluta nella categoria truck. 

 Da piloti a manager, per piste fantastiche. 

Organizzato dal famoso pilota “leone” Jean-Luis Schlesser e da un altro specialista marathon quale René Metge, questo rally-raid ha visto ai nastri di partenza 83 equipaggi (in 59 hanno tagliato il traguardo finale). 

Provenienti da Europa e Asia, per loro gli organizzatori hanno tracciato più di 1600 chilometri da percorrere in 5 tappe, da est a ovest. Un tracciato attraverso il vasto deserto del Karakum fra dune, canyon, paesaggi lunari e montagne dai bizzarri scherzi cromatici. 

Qui, alla Turkmen Desert Race dove auto, camion e buggy SSV hanno solcato con i loro pneumatici più di 5 mila anni di storia, fra fortezze e caravanserragli crocevia lungo la Via della Seta, anche l’Italia si è presentata allo start. Tre i portacolori: Stefano Marrini e Roberto Musi (Toyota #233) schierati in T2, Dario e Aldo De Lorenzo (Proto #214) in T1 e Agostino Rizzardi e Luca Ornati (Porsche #209) in categoria OP. Nella classifica generale il miglior posizionamento è andato ai gemelli De Lorenzo, 56mi assoluti e 25mi fra i veicoli modificati, al finish in 43h e 13 minuti.

Ecco come è andata questa cinque giorni con partenza da Amul, a due passi dal confine con l’Uzbekisthan, e arrivo a Hazar, nei pressi di Turkmenbashi. Con tre tappe di sabbia e dune e due speciali più scorrevoli. Cinque battaglie rudi. 

Nani Roma e Dmitry Sotnikov: attaccare dalla prima tappa. 

Una boucle cronometrata di 9 km ha dato il via ufficiale al rally decretando l’ordine di partenza della prima speciale, da Amul a Ikiuzak Plain. Per gli equipaggi, un tracciato sabbioso con 247 km di prova selettiva che ha richiesto anche un’attenta navigazione in direzione del deserto del Karakum. Una vasta zona arida dell’Asia Centrale che occupa i ¾ del Turkmenistan. 

La sabbia soffice per l’elevata temperatura ha creato qualche problema, anche per gli elevati consumi di carburante, costringendo molti piloti a dosare accuratamente il pedale dell’acceleratore.  

Grinta ed esperienza hanno reso il catalano Nani Roma il più veloce (meno di 4 ore) a tagliare il traguardo, nonostante una foratura che costa tempo prezioso. “Il prologo è stato divertente mentre la prima speciale si è rivelata piuttosto difficile dall’inizio per via della sabbia molle – ha commentato Roma -. Poi però abbiamo preso il ritmo e siamo riusciti a superare anche l’Hummer di Zapletal che era partito davanti a noi”. 

Al secondo posto un’altra Mini, quella dell’equipaggio turkmeno Annamammedow e Akmyradow (a circa 8 minuti su Roma). Terzo di giornata, il britannico Harry Hunt su Peugeot 3008 DKR Maxi. Il driver del team PH-Sport è stato attardato (anche lui) da una foratura. La scelta del luogo dove sostituire il pneumatico non è stata però delle migliori  visto che la sabbia soffice ha richiesto le piastre per poter ripartire. 

Hunt e la Peugeot vincono la seconda SS. 

Partiti alle 8 di mattina dal bivacco di Ikiuzak Plain, i concorrenti hanno affrontato 161 km di liason prima di raggiungere lo start della speciale giornaliera. Un tracciato  sabbioso ma più veloce rispetto a quello del giorno precedente. Solo 55 i veicoli allo start di questa seconda giornata dopo i ritiri della vigilia (fra cui due auto andate in fiamme) e qualche equipaggio ancora out alle prese con interventi di ripristino sui veicoli. 

Panorami del tutto atipici accompagnano i 231 km del settore selettivo odierno, fra piste rapide e giacimenti di gas (il Turkmenistan ne è ricco). Questo prima di raggiungere la “porta dell’inferno” a Darwaza, un cratere di 60 metri di profondità da cui fuoriescono fiamme rosso fuoco da oltre 40 anni. Con un buon vantaggio sulla Mini di Roma, la Peugeot di Hunt ha conquistato il podio alto di giornata. Nonostante qualche difficoltà per il guasto agli strumenti di navigazione e alla pompa carburante, il britannico navigato per la prima volta dall’olandese Wouter Rosegaar ha mostrato la sua forza. Al terzo posto la Mini #100, al finish davanti all’Hummer di Zapletal. 

Peugeot Dakar / Hunt

Noie meccaniche invece per Serradori attardato di oltre 1 ora prima di poter ripartire con il suo buggy. In T4 il podio di giornata è andato a Airat Mardeev #400, su Kamaz, mentre il veicolo più rapido in classe T2 di questa seconda tappa è stato il Toyota guidato dalla giovane Yulia Migunova.  

A Roma e Mardeev la terza tappa. 

Poco meno di 240 km di speciale per la terza tappa della Turkmen Desert Race che ha proposto piste rapide ma sinuose, laghi in secca e un piccolo erg sabbioso prima di dirigersi verso le alture del lago del Karakum.

Per alcuni piloti, Nani Roma in primis, la terza SS è stata piuttosto semplice. Il catalano ha infatti potuto contare sulla perfezione del suo navigatore che gli ha indicato le tracce da seguire. 

Problemi invece per Harry Hunt fermo in panne al km 105 e costretto addirittura a raggiungere il traguardo sul camion balai. Va bene al russo Mardeev che ha piazzato il suo Kamaz dietro a Roma con un ritardo di 17 minuti e 28 secondi. Poi, il ceco Zapletal, su Hummer, che ha approfittato di ritardi e noie di altri equipaggi, fra cui quelle della Mini del turkmeno Annamammedow protagonista di un rocambolesco cappottamento (per fortuna senza conseguenze). 

Da citare assolutamente il grande risultato fra gli SSV del Can-Am guidato da Jean-Claude Ruffier, 79enne pilota navigato da Jérome Bos. “E’ stata una speciale divertente con passaggi rapidi e tante dune – ha spiegato Ruffier. Chapeau! 

Hunt fa sua la quarta tappa, ma Roma comanda la generale. 

La quarta tappa del rally è iniziata con cinquanta km di asfalto per raggiungere lo start della prova speciale. Un settore selettivo di 245 km con piste rapide in direzione dell’Uzbekisthan per la penultima giornata di gara.  Impegnativa soprattutto per i buggy SSV ai quali occorre far evitare i solchi profondi.

Nonostante l’abbandono sulla speciale del giorno precedente, Hunt ha recuperato terreno, mangiando la polvere degli avversari ma poi capace di doppiare auto e camion, aggiudicandosi alla fine la vittoria di tappa in poco più di 2 ore e 15 minuti. “E’ stata una buona speciale anche se verso la fine abbiamo forato. La navigazione non era affatto semplice perché si rischiava spesso di prendere la traccia sbagliata, ma Wouter se l’è cavata molto bene!” – ha commentato Hunt. 

Dietro al britannico di 2 minuti e 22 secondi, Roma ha gestito in maniera intelligente la sua giornata di gara, tagliando il traguardo per secondo ma conservando il primo posto nella generale provvisoria. 

Partiti dodicesimi, Serradori e Lurquin hanno concluso la speciale al 4° posto, anche se spesso, la polvere sollevata dai camion ha costretto il pilota alla guida del buggy MCM a fermarsi per ritrovare la visibilità. 

Hunt e Roma, gioco a due; Viazovich primo fra i camion. 

Nel quinto settore selettivo di questo rally, ai piloti sono toccati tole ondulée, woops e persino qualche tratto di trial. A partire dai primi km dei 234 in programma, da Gamyshlyja Plain a Turkmenbashi. 

I leader della classifica hanno dato davvero spettacolo sfrecciando nella polvere in lotta con il tempo. 

I primi tre equipaggi in classifica si sono sorvegliati l’un l’altro, mentre altri concorrenti sono stati attardati nella ricerca della pista giusta da seguire. 

Hunt e Roma hanno tagliato il traguardo con un distacco di 2 minuti e 53 secondi l’uno dall’altro (prima il britannico, poi il catalano), davanti a Serradori/Lurquin a + 5 minuti e 57 secondi dalla Peugeot #205 di Hunt. 

Ma gli errori e i guai si pagano cari. Così Hunt, nonostante le speciali vinte, alla fine si ritrova solo in 30ma posizione. Assurdo ma i tempi globali non hanno emozioni, solo fatti.  

Il bulgaro del Maz-Sport Rally, Viazovich, ha conquistato la vittoria di giornata fra i camion davanti a Mardeev e Sotnikov (Kamaz). Pitavy/Colomet sono stati gli autori del best lap a bordo del loro Can-Am, mentre i turkmeni Hommadov/Annaberdiyevhanno portato il loro Toyota T2 sul gradino più alto di giornata della classe.  

Come prima edizione, la Turkmen Desert Race è riuscita a farsi notare nel mondo difficile dei Rally Marathon. Organizzazione adeguata e nuovo spettacolo in ambientazioni intriganti. Con nomi importanti a darle credibilità internazionale. Il futuro appare roseo. 

Testo Sonja Vietto Ramus Foto Jorge Cunha 

Classifica Turkmen Desert Race 2018 – Generale -.  

#200 Nani Roma/Alex Haro Bravo – Spagna – Mini – T1 – 13h46’39”

#201 Miroslav Zapletal/Marek Sykora – Repubblica Ceca – Hummer – T1 – + 01h08’47”

#401 Siarhei Viazovich/Pavel Haranin/Andrei Zhyhulin – Bielorussia – Maz – T4 – +01h27’38”

#100 Hojaguly Annamammedow/Gaygysyz Akmyradow – Turkmenistan – Mini – T1 -+01h43’54”

#400 Airat Mardeev/Dmitrii Svistunov/Akhmet Galiautdinov – Russia – Kamaz – T4 -+01h48’17”

#402 Dmitry Sotnikov/Ruslan Akhmadeev/Ilgiz Akhmetzianov – Russia – Kamaz – T4 – +01h48’17”

#202 Denis Krotov/Dmytro Tsyro – Russia – Bmw – T1 – +02h02’47”

#403 Aliaksei Vishneuski/Maksim Novikau/Andrei Neviarovich – Bielorussia – Maz – T4 – +02h16’17”

#218 Vincent Thijs/Tom De Leeuw – Belgio – Toyota – T1 – +02h23’29”

#208 Balazs Szalay/Laszlo Bunkoczi – Ungheria – Opel – +03h29’04” 

30. #205 Harry Hunt/C. Wauter – Inghilterra – Peugeot – T1

56. #214 Dario De Lorenzo/Aldo De Lorenzo – Italia – Proto – T1 – +29h26’21”

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