Il Dottore non ne può proprio più. Ma Luca Cadalora, il Riding Coach di Valentino Rossi, lo incoraggia affermando che Yamaha può uscire dalla crisi. Ma sicuramente non per quest’anno…
La solita questione dell’elettronica
Anche adesso che lo spagnolo Marc Marquez (Honda) ha vinto il Gran Premio del Giappone conquistando cosi’ il titolo iridato a Valentino è rimasto ancora il piacere di salire in moto, di divertirsi e provare le stesse emozioni di sempre. Ma ha dovuto raddoppiare l’impegno perché in questi ultimi anni è proprio cambiato il mestiere del pilota. Oggi i piloti sono atleti incredibili, la preparazione fisica è diventata fondamentale. E la moto deve essere all’altezza.
Intanto la Yamaha continua a cercare soluzioni alle cause delle prestazioni sconcertanti di quest’ultimo anno. I tecnici discutono della solita questione dell’elettonica sulla quale la casa giapponese sta concentrando l’attenzione. Ma il team non sottovaluta neppure il problema della gomme, sulla scelta delle quali sono stati fatti diversi errori.
Se gli diamo la moto giusta, vincerà
Purtroppo anche l’ultima gara non è andata come si sperava. Luca Cadalora, tre volte campione del mondo e da tre stagioni Riding Coach di Valentino Rossi analizza il digiuno del Dottore.
“Per andare avanti è necessario essere competitivi e avere piacere per ciò che si fa. Valentino ama ancora questo, ma se vuoi vincere il titolo, devi vincere. Questa è la cosa migliore che puoi fare. Essere sul podio è buono, ma una vittoria è un’altra cosa. In squadra cerchiamo di dargli la migliore moto possibile ogni fine settimana. A volte non è abbastanza per la vittoria, ma è solo un nostro errore. Se gli diamo la moto giusta, vincerà.
Poter aiutare un pilota essere più veloce è una cosa che mi piace. Sono i suoi occhi e gli dico cosa riesco a vedere.
Il mio ritorno è arrivato con Valentino, perché ci siamo incontrati tre anni fa a Misano in pista. Da quel momento in poi, pensò che sarei potuto essere d’aiuto. Sono diventato il suo Riding Coach, che mi piace davvero molto. Non sapevo se avrebbe funzionato. Quando guidavo, non avrei mai pensato che qualcuno potesse guardarmi in pista. Mi piace il fatto di essere vicino alla pista, ma mentalmente seduto sulla moto. Questo mi dà una sensazione simile ai miei giorni di gara. Con Valentino ho capito qual era il mio limite come pilota. Se fossi stato un po’ più preciso e avessi dedicato più tempo a questo lavoro, avrei potuto ottenere di più. Non è soltanto lui che impara da me, ma anche io da lui.”
Sembra incredibile
Però Valentino Rossi sembra essere comunque il pilota preferito di Marc Márquez: “Vale è un maestro per tutti i giovani piloti del Motomondiale. Un buon riferimento. Ciò che fa è impressionante”. Che lo pensi davvero oppure sia un’affermazione di facciata per stemperare le tensioni col Dottore non lo sapremo mai.
Motorage.it – La redazione