F1 Austin: Raikkonen rinvia la festa di Hamilton
Dopo quasi due mesi, la Ferrari torna a vincere. Lo fa con Kimi Raikkonen, che nel GP di Austin precede Verstappen (Red Bull) ed Hamilton (Mercede AMG). Il ferrarista finlandese sale sul gradino più alto del podio, cinque anni dopo l’ultima volta, e rinvia la festa dell’inglese, che dovrà aspettare la gara in Messico per cercare di laurearsi campione in anticipo. Quarto l’altro ferrarista, Vettel.
Se lo chiamano “Iceman”, uomo di ghiaccio, ci sarà un motivo. Sarà per il suo sguardo, la silenziosità, o per la sua capacità di parare i colpi della critica. In silenzio, e lavorando sodo. Al di là dei tatuaggi che sfoggia.
Chissà se qualcuno in Ferrari si sia già pentito di congedare Kimi Raikkonen, che al team di Maranello ha pur dato qualcosa di buono in questi anni. Il finlandese si ritaglia una soddisfazione personale, meritata, nel GP di Austin, salendo di nuovo sul gradino più alto del podio dopo cinque anni. Accade a Melbourne, nel 2013, con la Lotus.
E allora diciamo bentornato a Kimi. Ad Austin semplicemente il più forte di tutti, anche del suo compagno di team.
Sebastian Vettel aggiorna il suo repertorio di errori (tanti in questa stagione), finendo subito in testacoda dopo un contatto con Ricciardo e la sua Red Bull. Poi rimedia e porta a casa quel quarto posto che rinvia i giochi iridati ancora un attimo, per una settimana.
Sul podio ci finiscono Max Verstappen (Red Bull) e Lewis Hamilton (Mercedes AMG) che è costretto a riporre lo champagne in frigo fino all’appuntamento di Città del Messico, il 28 ottobre. Quando basterà un settimo posto per far partire la festa.
Regalo d’addio di Kimi.
E allora diamo ancora un bentornato a Kimi. Suo lo scatto al via che ha bruciato Hamilton, partito dalla pole. Tutta farina del suo sacco anche la gestione perfetta della gara, portata a termine in un finale tiratissimo.
Non servirà per sovvertire le sorti di una stagione nata sotto i migliori auspici e poi naufragata sul più bello. Ma quantomeno restituisce un po’ di orgoglio perduto in questi ultimi due mesi da incubo per la Scuderia Rossa.
Non è un caso che la Ferrari abbia dato gli ultimi segnali di competitività a Monza, proprio con Raikkonen a battagliare da solo contro le Mercedes.
Dopo la gara brianzola, il finlandese è stato scaricato dai vertici di Maranello per lasciare posto (staffetta), il prossimo anno a Charles Leclerc. Che certo avrà un futuro radioso dalla sua parte. Ma nel presente servirebbe forse un pilota esperto per puntare a vincere? Vedremo
Errare è umano, perseverare è diabolico.
La Ferrari vince, dunque, ma non può sorridere più di tanto, dopo due mesi in cui ha buttato alle ortiche le sue chance per il Mondiale. A tradire è stato proprio il suo uomo di punta. Quel Vettel che dimostra ancora una volta di non aver capito la lezione di Suzuka.
Il tedesco, partito in quinta posizione causa penalizzazione, decide di attaccare Ricciardo ma lo colpisce e finisce in testacoda, ritrovandosi 14°. Seb è costretto dunque a rifare tutto daccapo e alla fine si farà perdonare soltanto in parte. Un errore da matita rossa per un ex campione del mondo, e a questo punto incominciano a essere troppi per parlare di una semplice coincidenza.
Verstappen il solito guastafeste.
Hamilton avrebbe invece voluto festeggiare già ad Austin, ma alla fine ha incontrato pane per i suoi denti, anche contro Verstappen. L’olandese, autore di una gara da urlo (in rimonta dal 18° posto), non ci stava a fare da sparring partner e alla fine coglie una piazza d’onore strameritata.
Con Vettel dietro, al Re Nero sarebbe infatti servito il secondo posto. Non è arrivato, ma si consolerà tra pochi giorni, quando con ogni probabilità chiuderà la partita per il Mondiale. Mancano soltanto cinque punticini per rendere aritmetico il suo quinto titolo personale. Una formalità, dunque, pronta per essere espletata già a Città del Messico.
Mercedes non brillanti ma quasi campioni.
La prima svolta della gara al 9° giro, quando Ricciardo si pianta al centro della pista, per un guasto alla batteria. L’ingresso della Virtual Safety Car permette a Hamilton di anticipare la sosta ai box per montare le gomme soft. Una mossa che a conti fatti non paga.
Dopo la girandola dei pit stop, il Re Nero è costretto a una sosta supplementare per via del degrado delle gomme e si ritrova quarto, dietro a Raikkonen, Verstappen e Bottas.
Il compagno di team lo fa passare (te pareva) e deve poi vedersi dall’assalto di Vettel, in rimonta dopo l’incidente iniziale.
Alla fine il ferrarista la spunta sul finlandese della Mercedes, mentre non gli riesce il sorpasso Mondiale a Hamilton, nonostante fosse impegnato con un testa a testa serrato fino all’ultimo con Verstappen. Sesta e settima posizione per Hulkenberg e Sainz, che permettono alle Renault Sport di consolidare il quarto posto nella classifica costruttori.
Appuntamento dunque a Città del Messico, terzultima gara del torneo che si appresta a emanare i suoi verdetti.
MotorAge.it Redazione – Andrea Sicuro
Visto il “vecchietto”?