Anche così si vincono i titoli. In Russia arriva un’altra doppietta per le Mercedes che allungano ancora in testa al Mondiale. Vince Lewis Hamilton, grazie al via libera di Bottas che su ordine del team lo fa passare in pista. Vettel termina 3° e sprofonda a -50 quando mancano soltanto cinque gare alla fine.
Scusate il ritardo, ma la situazione nel Campionato di F1 è in realtà più (?) di quanto si pensi.
Sgombriamo subito il campo dagli equivoci. Come ha affermato in un pit radio Toto Wolff, “non siamo in una fase della stagione in cui possiamo permetterci lotte tra i nostri due piloti”.
Un ragionamento che non fa una grinza. I Mondiali si vincono così, con gli ordini di scuderia. Alla Festa Mercedes-AMG Petronas partecipa anche il boss di Russia Vladimir Putin. I rapporti vanno tenuti stretti.
Accadeva anche ai tempi della Ferrari plurititolata con Barrichello a guardare le spalle a Schumacher. Lo stesso avviene ora con la Mercedes che vede ormai a un passo il quinto titolo consecutivo.
La premessa era d’obbligo per inquadrare l’ennesima doppietta delle Frecce argentate nel GP di Russia che scava un solco profondo sulle speranze iridate del Cavallino. Perché questa volta, la Ferrari sprofonda lasciandosi poche possibilità.
Vince così Lewis Hamilton, “protetto” dal fido scudiero Valtteri Bottas, 2° al traguardo, su indicazione dai box. Senza la quale il successo del Re Nero sarebbe stato indubbiamente più complicato ma che comunque ci sta tutto.
Sebastian Vettel completa il podio ma può soltanto masticare amaro per un risultato che mette forse definitivamente fine ai suoi sogni di gloria.
I punti di distacco da Hamilton sono ora 50. Tanti, troppi, a cinque gare dal termine. A Suzuka, in Giappone, il 7 ottobre, si giocheranno le ultime residue chance di tenere in vita un torneo sul punto di esalare l’ultimo respiro.
Ferrari battuta su tutta la linea.
A Sochi si è avuta la conferma dei due opposti momenti che stanno attraversando le due scuderie.
Magico quello delle Mercedes, che hanno surclassato ancora una volta la Ferrari sul piano tecnico e tattico. Impotente il Cavallino, incapace di replicare ai rivali. Spiace dirlo, ma i fatti sono questi.
A Maranello sembra quasi di vivere lo stesso film dello scorso anno, quando all’improvviso le prestazioni della vettura persero consistenza. E con essa andarono in fumo tutti i sogni di gloria.
Se è vero che dietro il successo di Hamilton c’è l’ombra dell’aiutino, è altrettanto vero che la Rossa non è mai stata in grado di impensierire le Frecce argentate. Che giustamente hanno fatto i loro calcoli.
Il comportamento della scuderia tedesca non vincerà certo il premio fair play. Ma la Ferrari deve prendersela solo con se stessa per essere arrivata a questo punto della stagione in forte ritardo di condizione e classifica.
Malumori anche in Mercedes?.
Un’altra vittoria per Hamilton e la Mercedes, dunque. Stavolta con pochi sorrisi per come è arrivata. Il più scontento di tutti è di sicuro Bottas, che ancora una volta si è visto scavalcato dalla superiore “ragione di Stato”.
Ma anche l’inglese, che è pilota orgoglioso, avrebbe voluto imporsi dopo aver dimostrato di essere superiore a tutti.
Il fatto che non abbia esultato, una volta giunto al traguardo, è emblematico.
Stizzito anche Bottas che ha tirato dritto verso i box, per la seconda posizione. Arrivata dopo aver rallentato palesemente per far passare in testa il compagno di team.
La domanda che sorge spontanea è una sola. La Mercedes aveva bisogno di ricorrere a questi stratagemmi per portare a casa la corsa e ipotecare il Mondiale? Dal muretto hanno preferito togliersi l’ombra del dubbio.
Verstappen in grande spolvero.
In avvio non cambiano le posizioni in testa con Bottas e Hamilton in prima fila e le Ferrari a inseguire (Vettel 3°, Raikkonen 4°). A brillare è Verstappen che nel giorno del suo 21esimo compleanno compie un vero capolavoro.
Partito 19° in griglia a causa della penalità per il cambio di motore, l’olandese compie una raffica di sorpassi. In soli tre giri si ritrova in zona punti e dopo otto tornate è già in quinta posizione.
La girandola dei pit stop vede balzare in testa il Cavallino. Prima esce Bottas, poi Vettel, a cui riesce l’undercut ai danni di Hamilton e si ritrova provvisoriamente 2°.
Il britannico riesce però subito a reagire e sorpassa il rivale al 16° giro. Forse la sintesi dell’attuale differenza che separa i due piloti. Lewis si mette dunque a caccia del compagno-rivale.
Dieci giri più tardi, arriva la decisione dei box Mercedes, forse spaventati dal possibile ritorno di Vettel. A Bottas arriva dunque l’ordine di far passare Hamilton e di fare da cuscinetto tra lui e il ferrarista.
In pratica non succede più nulla fino alla bandiera a scacchi. Con la passerella delle Mercedes che dà una picconata probabilmente decisive alle speranze della Rossa, che vede lontano anche il titolo costruttori (-52).
Quinta e sesta posizione vanno alle Red Bull di Verstappen e Ricciardo. Sugli scudi il prossimo ferrarista Charles Leclerc, 7°. In top 10 la Haas di Magnussen e le Force India di Ocon e Perez.
Da bacheca le immagini del “President boss di Russia Putin” sul podio insieme ai fautori della doppietta Mercedes-AMG Petronas. Questione di affari.
Tra sette giorni si vola in Giappone, per la quintultima gara del torneo che si appresta a dare i suoi verdetti. A Maranello ci si appiglia ormai soltanto alla matematica, perché per il resto non è rimasto altro.
MotorAge.it – Andrea Sicuro