Era annunciato ed è arrivato. Marc Marquez è a “Level 7”, Campione del Mondo per la settima volta in carriera. Passo decisivo la vittoria nel GP del Giappone, davanti a Dovizioso, che cade a un giro dalla fine. Sul podio ci vanno Crutchlow e Rins.
Non rimandare a domani quello che si può fare oggi, afferma un famoso detto. Al primo “Match Point” utile, Marc Marquez decide di chiudere la partita del Mondiale MotoGP.
Il Cabroncito, con la vittoria nel GP del Giappone, si laurea infatti per la settima volta Campione del Mondo (quinta nella classe regina). Ma i cartelloni con “Level 7” già pronti, la dicono lunga sulla sicurezza di poterli sfoggiare.
Decisiva la caduta al penultimo giro di Andrea Dovizioso, che ha fatto di tutto per rinviare la festa annunciata del rivale. Fin dalla conquista della griglia di partenza.
La Honda celebra anche Cal Crutchlow, che sale sul podio alle spalle del compagno pluridecorato. Terzo Alex Rins con la Suzuki.
Guardare e imparare da Marquez. Campione a LEVEL 7
Festa poteva essere e festa è stata alla fine. Troppo ghiotta la torta apparecchiata sul tavolo per non essere assaggiata subito.
Come nel 2016, Motegi regala soddisfazioni al team di Marquez che, dalla sua ha ancora un’età giovane (25 anni). Il Cabroncito ha dunque ancora margini di miglioramento per aggiornare il suo già ricco palmarès. Ed è già a “LEVEL 7”.
Ma ancora non s’intravede da parte sua l’assuefazione alla vittoria, che potrebbe lasciare spazio alla concorrenza.
Lo spagnolo ha ancora fame e lo si è visto anche nel Sol Levante, dove partiva dal 6° posto in griglia.
In poche curve, il pilota della Honda riesce a mettersi dietro il poleman Dovizioso, dando vita ad un altro remake della sfida tra i due. Quest’anno in verità si è vista poco, anche per demeriti del ducatista.
Il forlivese ha reso omaggio al vincitore affermando: “Bisogna studiarlo di più per essere pronti per il 2019. Dobbiamo studiare qualcosa e non è facile contro Marc”.
Appuntamento al prossimo anno, allora. Quando Marquez si ritroverà in casa anche un certo Jorge Lorenzo (assente anche in Giappone per effetto della caduta ad Aragon). Siamo certi che ne vedremo delle belle.
Rossi salva capra e cavoli. Ma non tutti capiscono.
La gara in pratica trova i migliori bocconi nel duello tra i due di testa. La prima fase decisiva si ha a undici tornate dalla fine. Entrambi hanno già fatto il vuoto su tutti gli altri. In quel frangente, Marquez sorpassa il Dovi, che subito dopo gli rende pan per focaccia.
Marquez però non demorde e rimane incollato alla ruota del ducatista. Dietro è bagarre per il podio che vede coinvolti, nell’ordine, Crutchlow, le Suzuki di Iannone e Rins e Valentino Rossi.
Una chiosa per il Dottore, in rimonta dalla nona posizione iniziale, che cerca di tirare fuori il massimo da questa Yamaha. La casa di Iwata conferma infatti tutte le sue difficoltà anche nella corsa casalinga.
Valentino si rende protagonista di un avvio promettente, salvo poi essere abbandonato dai problemi della sua moto. Che in effetti di problemi ne ha, a parte occasionali performances. In queste condizioni il quarto posto finale è grasso che cola, anche se in pochi lo saluteranno come un grande risultato.
Con la mente già alla prossima stagione.
Il momento cruciale a quattro giri dalla fine. Marquez decide che è arrivato il momento di attaccare e supera Dovizioso. Questo di fatto è il colpo del KO iridato. Il forlivese prova a reagire ma finisce nella sabbia e si tira fuori dalla contesa.
Una beffa per il Dovi che però, almeno per oggi, può rimproverarsi poco o nulla. Ha semplicemente trovato un marziano davanti a sé. Della caduta ne beneficia Rins che così sale sul podio, in terza posizione.
Appuntamento il 28 ottobre, in Australia, a Phillip Island, terzultima gara di un torneo che nel complesso ha regalato poche emozioni. E nei fatti si è già concluso. Marquez potrebbe anche stare in piscina a questo punto.
Vedremo se, con la mente ormai sgombra da pensieri, i piloti sapranno dare qualcuna in più (o in meno), prima del classico rompete le righe.
Andrea Sicuro