Emozioni fino all’ultima curva nel GP di Thailandia, vinto da Marc Marquez in volata su Dovizioso. Il Cabroncito compie un passo definitivo verso il titolo che può arrivare a Motegi il 21 ottobre. Basterà non perdere più di due punti sul ducatista. Sul podio anche una Yamaha, quella di Vinales. Rossi 4°, dopo essere stato per due terzi nelle posizioni di vertice.
I duelli all’ultima staccata sono sempre quelli più belli da vincere. Marc Marquez ne sa qualcosa, lui che sul corpo a corpo ha costruito la sua carriera. Finora aveva però trovato per i suoi denti con Andrea Dovizioso, che in più occasioni era riuscito a spuntarla sul rivale negli ultimi due anni.
Ecco perché la vittoria del Cabroncito, ai danni del ducatista, nel GP di Thailandia rappresenta qualcosa in più dei canonici 25 punti. Significa chiudere i conti con un passato che l’ha visto spesso sconfitto nella sfida diretta. Significa inoltre il sigillo su un titolo, che potrebbe diventare matematico il 21 ottobre, a Motegi, in Giappone.
Il vantaggio è ora di 77 punti, quando mancano soltanto quattro gare al termine della stagione. Lo champagne è dunque pronto in frigo per essere aperto e stappato. A Marquez basterà non perdere più di due punti sul Dovi per laurearsi campione del mondo per la settima volta (quinta nella classe regina). Una formalità, dunque. Sorride una volta tanto anche la Yamaha che porta sul podio Maverick Vinales, 3°, davanti al compagno Valentino Rossi.
Una prima volta coi fuochi d’artificio.
Gara spettacolare a Buriram, che per la prima volta ha ospitato una corsa motociclistica. I fan sugli spalti non possono dunque lamentarsi per le emozioni che hanno saputo regalare i piloti in pista.
Soprattutto i tre in testa con il poleman Marquez, davanti a Rossi e Dovizioso, che hanno mostrato un passo superiore a tutti gli altri.
Dopo cinque giri, il Dottore, tornato competitivo in Thailandia, infila il Cabroncito, imitato subito dopo dal forlivese. La situazione rimane stazionaria per altre cinque tornate, quando Valentino inizia ad accusare un calo e viene superato dai rivali con Dovi al comando. Alle sue spalle irrompe Vinales, che dopo una falsa partenza guadagna posizioni e s’inserisce nella lotta per il podio. Lo spagnolo supera poi il compagno di team a cinque giri dalla fine.
Marquez-Dovi: sempre loro.
Per la Yamaha timidi segnali di risveglio, anche se la vittoria ancora manca. Alla fine questa diventa una questione soltanto tra Marquez e Dovizioso, ancora loro. I protagonisti più attesi di un Mondiale troppo a senso unico, per quelle che erano le forze in campo, a giudicare almeno dalle ultime prestazioni in pista.
Colpa di una Ducati, che ha superato la fase di rodaggio quando la prima parte di stagione era ormai andata e troppi punti erano stati ormai dilapidati. Contro questo Marquez, un errore che non ci si poteva permettere. La differenza sta tutta qui.
Il bello arriva alla fine.
Ciò che succede a quattro giri dalla fine è la riedizione dei tanti duelli incrociati tra i due rivali. Una sfida che ha il sapore dell’amarcord. L’avevamo già visto in Austria e Giappone nel 2017 e quest’anno in Qatar, nella gara inaugurale.
Duelli tutti vinti da Dovizioso. Sarà per questo che Marquez covava il sentimento della vendetta sportiva, dentro di sé, nonostante la classifica favorevole e un titolo ormai a un passo. La bagarre si accende quando il Cabroncito sceglie di attaccare il forlivese, che risponde però colpo su colpo. Il meglio però deve ancora venire.
L’ultimo giro è al cardiopalma. Il gioco di sorpassi, incroci e controsorpassi premia stavolta Marquez, nonostante il Dovi ci provi fino alla curva finale. Sul podio ci finisce anche Vinales, 3°, davanti a Rossi. Alle loro spalle, nell’ordine, Zarco, Rins, Crutchlow, Bautista, Petrucci e Miller che chiude la top 10.
Appuntamento tra quindici giorni nella terra del Sol Levante, quando con ogni probabilità sarà scritta la parola fine a un torneo capace comunque di regalare emozioni ad ogni curva.
Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro