GP Brasile: Verstappen fa tremare la festa Mercedes
Dopo il titolo piloti conquistato in Messico, oltreoceano la Mercedes festeggia ancora. La vittoria di Lewis Hamilton nel GP del Brasile permette alle Frecce di mettere in bacheca anche il titolo costruttori. Un regalo, perché la gara era salda in mano a Verstappen, mandato fuoripista dalla folle manovre del doppiato Ocon. Riacciuffato Hamilton, ha conquistato almeno il secondo posto, seguito da Raikkonen, ancora in gran forma.
La festa della Mercedes può ora ufficialmente partire. Con la vittoria di Lewis Hamilton nel GP del Brasile, le Frecce argentate conquistano pure il titolo costruttori, per il quinto anno consecutivo.
Dopo aver messo in cassaforte il Mondiale piloti, la casa di Brackley mette dunque la ciliegina su una torta già dolce. Mastica amaro invece la Ferrari che non riesce a togliersi l’unica soddisfazione possibile in un’annata deludente.
A Interlagos Hamilton trionfa davanti a un grande Max Verstappen che conduce gran parte della gara, prima di essere speronato da Esteban Ocon.
Completa il podio Kimi Raikkonen, alla penultima gara con il Cavallino. Quasi un paradosso che il finlandese, al passo d’addio, sia stato nelle ultime settimane il ferrarista migliore.
Sebastian Vettel non riesce ad andare oltre il 6° posto, piazzamento che non risulta sufficiente per prolungare la partita Mondiale fino all’ultimo appuntamento, ad Abu Dhabi il 25 novembre. Una gara di fatto ridotta a una passerella.
Cercasi il vero Vettel.
In casa Ferrari il rammarico è inevitabile, purtroppo non un sentimento nuovo in questi ultimi mesi per i tifosi. La gara di Interlagos è l’emblema di un finale di stagione da incubo per la Scuderia Rossa, partita in prima fila con Vettel, 2°.
Le variabili di gara hanno detto ancora male al tedesco, penalizzato da un problema a un sensore che ha condizionato la sua prestazione. Il sorpasso subìto da Bottas era quasi un cattivo presagio di una corsa che sarebbe stata in salita.
Ci sarà molto da fare a Maranello per riportare al top una scuderia che rimane ancora indietro alle Mercedes, nonostante il gap si sia assottigliato.
Prima di tutto andrà recuperato il vero Vettel, anche stavolta non brillante e autore di molti errori. Cosa sia successo nella testa del quattro volte campione del mondo è un mistero ancora da chiarire.
A Verstappen l’onore delle armi. Meritava di vincere.
Chi mastica amaro più di tutti è però Verstappen, che avrebbe meritato più di tutti di vincere. Invece ha dovuto cedere a causa di una manovra folle di Ocon che, in fase di doppiaggio, non ha lasciato spazio all’olandese mandandolo in testacoda. Una sciocchezza costata al francese della Force India, penalizzato di 10”.
Il figlio d’arte olandese non si è però perso d’animo e ha sfiorato una rimonta che avrebbe avuto dell’incredibile. Alla fine arriva la posizione d’onore che certifica l’ottimo stato di forma di Verstappen in questa seconda parte del 2018 (cinque podi nelle ultime sei gare).
Hamilton da 10 e lode.
Onore al merito allora a Hamilton, al decimo successo stagionale (il doppio di Vettel). Scaltro ad approfittare dell’occasione servitagli sul piatto d’argento, come è solito fare.
Così si vincono i Mondiali, e non è un caso che ne abbia vinti quattro negli ultimi cinque anni.
La notizia che deve spaventare la concorrenza, Ferrari in primis, è che il Re Nero, più vince, più sembra non accontentarsi e riesce sempre a ripartire con le motivazioni intatte.
Anche in gare che si mettono in salita, come quella di Interlagos, chiusa con le gomme usurate e soffrendo dagli assalti di un rivale, Verstappen, che gli ha dato filo da torcere fino all’ultimo.
Red Bull sugli scudi nonostante Ocon.
Quanto alla gara, il poleman Hamilton mantiene la testa davanti al compagno di team Bottas, che supera Vettel. A recitare la parte del leone c’è però subito Verstappen che svernicia le due Ferrari e si porta dietro le Mercedes.
Al 10° giro l’olandese supera anche Bottas e mette Hamilton nel mirino. Intanto Vettel scivola in quarta posizione, alle spalle di Raikkonen, dopo esser andato lungo nel tentativo di stare dietro a Verstappen.
Chi esce meglio dalla girandola dei pit stop, è la Red Bull che gestisce alla grande il consumo delle gomme, passando dopo 36 tornate dalle supersoft alle soft. Il cambio sortisce subito gli effetti sperati in pista. Verstappen al 40° giro passa Hamilton e si porta al comando.
Tutto sembrerebbe andare per il verso giusto per la scuderia di Milton Keynes. A scompaginare gli equilibri la follia di Ocon, “salutato” pubblicamente con un dito medio da Verstappen, che si ritrova anche con il fondo danneggiato. L’olandese non si scoraggia e tenta di insidiare Hamilton, in un duello serrato fino all’ultimo e risolto sul filo del rasoio a favore del britannico.
A Maranello si sorride solo per Leclerc.
Vettel intanto continua a perdere posizioni e si ritrova 6°, superato anche da Ricciardo che si porta alle spalle di Raikkonen. Di fatto la sua gara finisce qui.
Alle sue spalle il suo prossimo compagno Charles Leclerc, un’ottima notizia per il futuro ferrarista. Il presente dice purtroppo tutt’altro.
Dopo il traguardo si è poi sfiorata la rissa. “Ho perso il Gran Premio per colpa di un’idiota” sbotta furioso Verstappen. Il francese, invece, lo accusa di aver tentato di colpirlo con un pugno. Così Verstappen è stato condannato dalla Fia a due giorni di lavori socialmente utili “perché avrebbe dovuto dare un migliore esempio ai più giovani”. Mah. Di fatto Max era in testa quando nel doppiaggio Ocon si è messo a giocare a “non passi non passi”. Neppure questo è un buon esempio, per nessuno. Verstappen, invece, è tornato ad attaccare fino a mordere di nuovo le ruote Mercedes.
MotorAge Redazione – Andrea Sicuro