Gara folle, l’ultima dell’anno, nel Mondiale MotoGP. Andrea Dovizioso chiude la stagione così come aveva iniziato, vincendo. Nel GP di Valencia il ducatista precede Rins e Pol Espargarò. La pioggia torrenziale condiziona la corsa, ripartita dopo mezz’ora di interruzione, in cui cadono diversi big come Marquez e Rossi.
Il Mondiale MotoGP è andato dunque in archivio esattamente come era incominciato, ovvero con una vittoria della Ducati. Andrea Dovizioso si aggiudica il GP di Valencia e regala un ultimo sorriso al team di Borgo Panigale, dopo una stagione al di sotto delle aspettative.
L’insolita pioggia spagnola si diverte a scompaginare gli equilibri di una corsa che vede il ritiro del campione del mondo Marc Marquez. Valentino Rossi, soltanto 13°, termina invece a “zero” successi stagionali, come non gli succedeva da sei anni. Sul podio ci finiscono allora Alex Rins sulla Suzuki e Pol Espargarò della KTM. Due insoliti protagonisti di una gara pazza e disputata su due riprese a causa della fitta pioggia che si è abbattuta sul circuito valenciano.
I numeri danno comunque ragione al Dovi.
Dal Qatar alla Spagna, si chiude un cerchio per la Ducati che vince in scioltezza l’ultima gara della stagione, come avrebbero voluto vedere tante volte quest’anno i suoi tifosi. Questo non è successo, e non soltanto per lo strapotere di Marquez. Colpa di una mancata alchimia tra i due piloti, soprattutto dopo l’annuncio del divorzio da Jorge Lorenzo (a posteriori arrivato troppo presto) e di qualche errore di troppo in pista.
Anche del Dovi, soltanto nella seconda metà del campionato tornato sui livelli cui aveva abituato nel 2017 che aveva sognare la Desmosedici. Dalla parte del forlivese ci sono i numeri: manca una sola vittoria dal superare un altro grande del passato come Max Biaggi.
Inoltre per la Ducati sono sette i successi stagionali (uno in più dello scorso anno), un bottino inferiore soltanto a quello totalizzato da Casey Stoner nel 2007, anno dell’unico titolo. Allora i trionfi furono ben 11. Segno di una maturità tecnica e agonistica ormai trovata e che lascia ancora speranze per il futuro, a patto di non sbagliare più. Contro uno come Marquez non ce lo si può permettere.
Rossi-Yamaha: futuro da decifrare.
Le Yamaha chiudono come peggio non potevano un’annata da dimenticare. A Rossi rimane soltanto il contentino di avere difeso il terzo posto in classifica generale dall’attacco del compagno di team Vinales.
Non propriamente uno scenario che la casa di Iwata si aspettava in una stagione che doveva essere di riscatto.
Invece c’è ancora da lavorare per la M1 per tornare a lottare per grandi traguardi, quali quelli che vorrebbe ancora inseguire il Dottore, nonostante a febbraio compia 40 anni. Non gli capitava dai tempi della Ducati di terminare una stagione senza successi e questo fa senz’altro notizia. Viene da chiedersi quale futuro gli potrà offrire questa Yamaha.
Più volte, anche nell’ultimo weekend contrassegnato dalle ennesime disastrose qualifiche dove ha chiuso 13°, sono emerse frizioni tra pilota e team riguardo le scadenti performance in pista. Un divorzio tra le parti è ad oggi da escludere, visto il recente accordo per altre due stagioni. Se però le cose non miglioreranno, potrebbe anche profilarsi una separazione tra le parti prima della scadenza naturale del contratto. Valentino non è abituato a recitare un ruolo da comparsa, soprattutto ora che davanti a sé non ha più molti anni di carriera e ci terrebbe a chiudere dignitosamente.
Due gare in una.
La gara sembrerebbe quasi un dettaglio, come si converebbe a una passerella di fine anno, senza più verdetti da emanare. A dare un po’ di suspense è il diluvio che si abbatte in pista, pochi minuti prima della partenza. Al via è Rins a scattare più veloce di tutti, anche del poleman Vinales. Terzo Dovizioso, seguito da Pol Espargarò. Marquez si ritrova 5°, Rossi cinque posizioni più indietro.
Lo spagnolo della Suzuki riesce a prendere vantaggio sul primo inseguitore che diventa il Dovi, perché Vinales cala alla distanza (chiuderà 17°). A questo punto la gara inizia a mietere le prime “vittime”. A terra ci finiscono, tra gli altri, il futuro ducatista Petrucci, Marquez e Iannone. Cadono anche Pirro e Pol Espargarò ma riescono comunque a ripartire dalle retrovie. Intanto Rossi, complici le cadute dei colleghi, risale in zona podio. Al 13° giro la Direzione Gara decide di interrompere la corsa per le difficili condizioni atmosferiche.
Sorprese e addii.
Si riparte dopo mezz’ora. Nel mentre i piloti ne approfittare per cambiare gomme. Rins continua a resistere su Dovizioso e Rossi che si rifanno sotto. Ai piedi del podio un superlativo Pol Espargarò, in rimonta dopo la caduta iniziale e Dani Pedrosa, all’ultima gara con la Honda. Dovi intanto passa al comando e lì ci resta fino alla fine. A otto giri dalla fine, Valentino supera Rins ed è secondo. Sembra una giornata di gloria per il Dottore che però vanifica tutto scivolando a terra, come chi lo aveva preceduto.
Rossi riparte ma termina soltanto 13°. Ne approfittano allora Rins e soprattutto Espargarò. La KTM festeggia così il suo primo podio nella classe regina. Pedrosa saluta con un 5° posto, preceduto dal ducatista Pirro, al miglior risultato in carriera. Jorge Lorenzo saluta la casa di Borgo Panigale con un anonimo 12° piazzamento. Dal prossimo anno, come risaputo, correrà insieme a Marquez e sarà tutta un’altra storia da raccontare.
Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro