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Nissan: licenziato il presidente Carlos Ghosn

 Come un fulmine a ciel sereno, il cda di Nissan ha rimosso Carlos Ghosn dalla carica di presidente. L’artefice della fusione con Renault e Mitsubishi è in carcere con l’accusa di evasione fiscale.

Piove sul bagnato in casa Nissan. Non bastasse lo scandalo delle emissioni manipolate, di cui la casa nipponica ha ammesso le proprie responsabilità, ora come un fulmine a ciel sereno arriva la notizia del licenziamento del numero uno Carlos Ghosn. Il presidente dell’alleanza composta dal costruttore giapponese, Renault e Mitsubishi si trova attualmente in carcere a Tokyo con l’accusa di aver falsificato i documenti relativi ai suoi compensi finanziari.

Stessa sorte per il suo braccio destro Greg Kelly, anch’egli silurato dall’azienda. Lo ha comunicato in una nota ufficiale la compagnia sottolineando come il provvedimento sia stato adottato a seguito di un’inchiesta interna, durata un mese, che ha portato alla luce le cattive condotte dei due.

Il timore riguarda ora il futuro della partnership “Alliance 2022” che prevede la produzione di 14 milioni di veicoli elettrificati. Un obiettivo che, giorno dopo giorno, si sta scontrando con una realtà difficile.

 Non è tutto oro quello che luccica.

Ghosn, 64 anni, va ricordato, dal 2000 è presidente di Nissan ed è tra gli artefici del progetto di fusione tra il brand nipponico e Renault. Nel 2016 l’allargamento dell’alleanza a Mitsubishi, nel frattempo entrata nell’occhio del ciclone per lo scandalo emissioni che duravano da ben 25 anni.

Si pensava che con questa operazione il futuro sarebbe stato roseo. In effetti, dal punto di vista economico, i conti sembravano tornare per la casa di Yokohama che lo scorso anno ha superato Volkswagen nel volume di vendite. Tuttavia non è tutto oro quel che luccica, verrebbe da dire, e gli ultimi fatti stanno a dimostrarlo.

Stando alle prime ricostruzioni, le irregolarità finanziarie contestate a Ghosn sarebbero andate avanti per cinque anni. L’ex presidente avrebbe dichiarato un reddito inferiore a quello effettivamente percepito, utilizzato i beni aziendali a scopi personali e manipolato i bilanci societari. Accuse gravissime che andranno ovviamente dimostrate in tribunale, su cui val la pena sospendere il giudizio.

Nissan ha affermato che collaborerà con la Corte distrettuale di Tokyo che indaga sulla vicenda. Nel frattempo è stato convalidato fino al 30 novembre il fermo del manager brasiliano. La compagnia, dal canto suo, non ha perso tempo e, in un consiglio d’amministrazione straordinario, ha votato a favore della rimozione di Ghosn e Kelly.

 Si attende la reazione dei soci.

Non è chiaro ancora come si comporteranno invece gli altri due membri dell’alleanza, Renault e Mitsubishi. Probabile che decidano di seguire Nissan in questa decisione, non fosse altro per tutelare la propria immagine agli occhi della clientela. La casa transalpina ha nominato Ceo ad interim Thierry Bolloré e come presidente provvisorio non esecutivo Philippe Lagayette. Nessuna conferma arriva invece da Mitsubishi che si trincera dietro un emblematico “no comment” che vale più di mille parole. La sensazione è che il siluramento sia questione di giorni, se non addirittura di ore.

Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro

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