Nuova lotta alle targhe estere
Anche l’Automobile Club d’Italia condivide l’intervento del Governo in relazione all’abuso delle targhe estere su veicoli circolanti in Italia. Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’ACI, ci è andato a nozze su questo cosiddetto fenomeno della esterovestizione, cioè l’utilizzo di targhe estere su auto che circolano nel territorio.
Per esempio, il suo uso più semplice serve a risparmiare i costi su bollo e assicurazione, sottraendosi alle contravvenzioni e al fisco italiano. Una pratica che aveva iniziato a dilagare, con danno non solo per l’Erario, ma per tutti gli automobilisti e i cittadini.
L’aggiramento della norma precedente riguardava, in primis, i veicoli di lusso (ancora, per evadere il fisco). Questo sopratutto per auto provenienti da Paesi dove i controlli su revisioni e copertura assicurativa sono sono assai blandi, se non quasi inesistenti. Quindi con ripercussioni notevoli per le vittime di incidenti stradali.
Da frontiera a frontiera.
Ma questo non è tutto. Anzi. Da delle indagini svolte inizialmente dalle polizie di Spagna, Francia e Italia, ci si è imbattuti in trucchi forse ancora più importanti.
Un’auto rubata, mettiamo in Francia, viene trasbordata in Marocco o Tunisia. Dopo un po’, con sistemi affatto leciti, il veicolo fa ritorno in Europa, viene targato e portato in altro Paese della Comunità Europea, come l’Italia.
Per l’organizzazione specializzata in tali giochini, il momento più pericoloso è ovviamente il superamento della prima dogana europea (in box cargo o via terra). A quel punto il gioco è fatto, a meno di avvenimenti che portino a dover confrontare il numero di telaio del veicolo.
Le contromisure prese dal Governo vorrebbero ripristinare un equilibrio nell’intero settore, senza tuttavia penalizzare chi ha davvero diritto di circolare con auto immatricolate all’estero.
Solo il tempo dirà se la lotta ai furbi e ai gruppi organizzati servirà davvero a limitare i danni senza però creare difficoltà agli altri.
MotorAge.it Redazione
Giusto colpire questi furbi
era ora ma fate presto
Sarà la volta buona?