La versione M850i da noi provata, unisce l’impressionante potenza di 530 CV al comfort necessario nei lunghi viaggi.
Le piace farsi notare
La domanda sorge spontanea: “esteticamente è più bella la nuova BMW Serie 8 oppure l’illustre e omonima progenitrice nata nel 1990?”. Certo, i gusti non si discutono. Però la celebre antenata aveva una classe innata e ha scritto una pagina importante dal punto di vista del design automobilistico mondiale.
La nuova Serie 8, invece, più che puntare su aspetti come l’eleganza e l’understatement e colpire per una linea eccezionale, sposta decisamente l’asticella verso la sportività e l’aggressività. In altre parole stilisticamente è un’auto che si fa notare, che fa girare parecchie teste al suo passaggio ma la tempo stesso risulta più originale ed equilibrata rispetto alle due generazioni Serie 6 precedenti.
Negli interni, fermo restando il cockpit fortemente orientato verso il pilota tipico di tutte le BMW, regna la modernità da nuovo millennio. Infatti, spiccano la strumentazione digitale, l’immancabile iDrive molto più intuitivo che in passato, e un infotainment molto avanzato. Tra i dispositivi più utili, il Driver Attention che “legge” l’eventuale stanchezza del guidatore (se ha gli occhi chiusi o tende ad aprirli e chiuderli frequentemente) e avverte il pilota con alert visivi e sonori.
Quella spinta che pare inesauribile
La BMW M850i della nostra prova è equipaggiata con il motore V8 a benzina 4,4 litri TwinPowerTurbo, erogante 530 CV a 5.500 giri/min. e 750 Nm di coppia massima da 1.800 a 4.600 giri/min. Di conseguenza la spinta è forte e costante a ogni regime. Infatti unisce la prontezza di riflessi tipica dei turbo ai regimi medi, alla cattiveria degli aspirati plurifrazionati quando la lancetta (virtuale) del contagiri si spinge verso la zona rossa.
Quanto alle prestazioni, lo 0-100 si svolge in 3”6/10, tempo da Porsche 911 Turbo di qualche anno fa per intenderci. E la velocità massima autolimitata arriva a 250 km/h. Peccato solamente che il sound del V8 4,4 turbocompresso arrivi fin troppo ovattato nell’abitacolo.
Però è evidente che non stiamo parlando di una sportiva purosangue, ma di una velocissima granturismo che, oltre a prestazioni eccezionali predilige il comfort. Inoltre il motore è perfettamente assecondato dal cambio automatico Steptronic a 8 rapporti, cioè l’interpretazione secondo BMW dello ZF8, trasmissione che non ha bisogno di presentazioni.
Assetto sorprendente
Teatro di buona parte della prova della M850i è stato il circuito de l’Estoril, dove siamo rimasti favorevolmente sorpresi dalle qualità eccezionali dell’assetto. D’accordo, la distribuzione dei pesi di 50-50 sui due assali tipica delle vere BMW e la trazione integrale a inserimento automatico ci mettono del loro”. Ma è il perfetto coordinamento tra avantreno e retrotreno che ti fa entrare in curva velocemente, senza sottosterzo e percorrere traiettorie da manuale in modo ancor più rapido.
I segreti di tutto questo sono due. Da una parte il raffinato avantreno a doppi quadrilateri che recupera camber in curva in modo decisamente migliore rispetto ai precedenti layout McPherson BMW. Mentre dall’altra compaiono le ruote posteriori sterzanti abbinate al multilink a 5 leve. Inoltre, la nostra M850i si avvantaggia dell’assetto adattivo.
Difetti? Nelle fasi transitorie delle curve il peso della vettura si sente, mentre lo sterzo, anche se preciso e piuttosto diretto, potrebbe essere più comunicativo alle alte velocità. Cose da poco, intendiamoci, che saranno senz’altro risolte dall’imminente M8, molto più mirata alla guida aggressiva tra i cordoli.
Ma una volta lasciato l’Estoril, viaggiando sulle strade attorno a Lisbona nel pieno rispetto del codice della strada, la BMW M850i ha mostrato la sua anima confortevole e compassata, con il motore capace di viaggiare in ottava marcia con un filo di gas e a velocità ridicole.
Motorage.it – La redazione