Confronto Alfa Romeo 4C- Alpine A110: Duello adrenalinico
Come avveniva quarant’anni fa, Alfa Romeo e Alpine Renault tornano a sfidarsi con le rispettive sportive estreme. Chi vincerà tra 4C e A110? Lo scopriremo solo guidando.
Così simili, così diverse
La sfida tra Alfa Romeo 4C e Alpine A110 è di quelle tanto appassionanti, quanto dal risultato tutt’altro che scontato. Da una parte l’Alfa propone il leggendario motore 1750 Turbo Benzina 240 CV in posizione centrale e trazione posteriore, un peso a secco di 895 kg, accelerazione 0-100 km/h in 4”5/10 e velocità massima di 258 km/h.
Dall’altra parte l’Alpine A110 è spinta da un inedito 4 cilindri turbo a benzina 1.798cc in posizione centrale con 252 CV da scatenare. Inoltre Accelera da 0 a 100 km/h in 4”5/10 e ferma il cronometro a 250 km/h esatti. Il peso a secco nettamente inferiore dell’Alfa 4C rispetto alla rivale è dovuto alla scocca in fibra di carbonio, mentre l’Alpine ha una struttura in alluminio.
Alla prova dei fatti, il motore 1750 Alfa Romeo dimostra come sempre tutta la sua grinta. Il un sound entusiasmante richiama le Giulia GTA di un tempo e l’assenza di ruvidità è insolita per il frazionamento a 4 cilindri. E niente ritardi della sovralimentazione. La spinta è forte e costante a ogni regime, anche se l’allungo è un po’ limitato dato che oltre i 6.000 giri non conviene andare.
Più fluido nell’erogazione il propulsore dell’Alpine A110. Il ritardo del turbo è praticamente inesistente e l’allungo è superiore rispetto all’unità Alfa. Inoltre, il motore francese spinge di più rispetto a quello italiano nelle marce alte e ciò si traduce in riprese migliori. Se vogliamo parlare anche di sound, è facile farsi prendere la mano dalla nostalgia, poiché risulta molto simile a quello dell’Alpine A110 originaria, nonostante la presenza del turbocompressore.
Il Cambio
Come è noto, l’Alfa TCT ha 6 marce, mentre il cambio Alpine Renault presenta sette rapporti. Anche selezionando i programmi più sportivi dell’Alfa DNA (Dynamic e Race), il cambio della 4C ha una funzione manuale veloce ma non velocissima tanto da far dubitare dei 130 millisecondi dichiarati per la cambiata completa.
Le scalate, poi, avvengono con doppiette un po’ al rallenty e le levette che girano assieme al volante inducono spesso confusione nelle ampie sterzate tipiche delle curve strette. Di tutt’altro genere è il cambio dell’Alpine A110: velocissimo nella funzionalità manuale, tanto in salita di rapporto che in scalata, con i programmi più sportivi inseriti e caratterizzato dalle levette fisse al piantone.
Il servosterzo
Il sistema dell’Alfa Romeo 4C è privo della servoassistenza. Sarà pure una scelta che accontenterà i guidatori vecchio stile, ma ciò comporta un comando non troppo diretto, pesante all’inverosimile in manovra e piuttosto “nevrotico” alle alte velocità. Certo, l’assenza di un “filtro” del genere ti fa sembrare di poggiare le mani direttamente sulle ruote anteriori, ma questo può andar bene giusto nelle tirate al limite in pista. Invece l’Alpine A110 risponde con uno sterzo servoassistito, variabile a seconda dei programmi di guida, diretto al punto giusto e capace d’instaurare un feeling davvero notevole con il pilota.
La tenuta di strada
Nella guida al limite in pista, sia la 4C che l’Alpine A110 dimostrano una tenuta di strada elevatissima e ampiamente superiore a 1 g di accelerazione laterale in assetto stabilizzato. Infatti con l’elettronica completamente disinserita, negli inserimenti in curva l’Alfa è neutra e il sottosterzo compare solamente quando c’è un guidatore non all’altezza. Facile, facilissimo poi incorrere in uno spettacolare sovrasterzo di potenza da trazione posteriore pura, che tuttavia per i piloti meno smaliziati diventa difficile da gestire sia perché piuttosto violento, sia per lo sterzo non direttissimo.
Sarà molto più propensa al rollio e al beccheggio, sarà anche meno emozionante, fatto sta che l’Alpine A110 va altrettanto forte in curva, senza sottosterzo e con un sovrasterzo progressivo e ben gestibile dallo sterzo da 10 e lode. In pratica l’A110 infonde più fiducia nella guida al limite rispetto all’Alfa, dimostrando, inoltre, un migliore “dialogo” tra avantreno e retrotreno. Il motivo? Le sospensioni avanzate a doppi triangoli sovrapposti su entrambi gli assali dell’A110, contro l’abbinata tra un raffinato sistema a quadrilateri e un semplice McPherson riguardo la 4C. I freni poi, sono potentissimi e instancabili per entrambe, con un feeling al pedale migliore sull’Alfa.
L’estetica
Indubbiamente sia l’Alfa Romeo 4C che l’Alpine A110 hanno linee bellissime. L’Alfa richiama la 33/2 litri Stradale del 1967, ma è contemporaneamente modernissima. Premiante a livello estetico anche la scelta di lasciare in bella vista il motore 1750, “canto del cigno” della progettazione di Arese.
Invece l’A110 è una fedele reinterpretazione dell’omonima vettura che ha stravinto nei rally, senza sconfinare in eccessi di retrò. In altre parole è come se l’Alpine non fosse mai uscita di produzione e sia arrivata fino a oggi dopo diversi stadi di evoluzione. Un po’ come in realtà è avvenuto per la Porsche 911.
Diverse, invece, come il giorno e la notte l’italiana e la francese sul versante degli interni. Se escludiamo la spettacolare presenza del carbonio a vista, l’Alfa è spartana. Inoltre su una vettura che costa a partire da 65.000 euro, i comandi del clima della Fiat Seicento, le levette devioluci e tergicristallo della Punto e la pulsantiera del cambio di provenienza 500 Abarth ci stanno proprio male. Invece il livello degli assemblaggi è eccellente e non potrebbe essere altrimenti, visto e considerato che l’Alfa Romeo 4C viene prodotta quasi artigianalmente.
Molto curati i materiali dell’Alpine A110, senza alcun carry over da vetture molto meno costose ma la presenza di un’atmosfera da sportiva di alta classe. E che dire del quadro strumenti digitale, decisamente più bello a vedersi di quello della 4C? Impeccabili anche in questo caso gli assemblaggi.
La vincitrice è…
Quando nel 2013 venne presentata la 4C definitiva, gli Alfisti “gridarono al miracolo” in quanto tra Giuliette sottosterzanti con motore del Doblò e MiTo bicilindriche, compariva un’Alfa Romeo di gran razza a trazione posteriore, motore centrale e un rapporto peso-potenza eccezionale. Tutto si traduceva in un comportamento estremamente sportivo. Ma il tempo passa, in Alfa Romeo hanno poi esordito Giulia e Stelvio nettamente migliori dal punto di vista globale e la concorrenza non è stata certo a guardare.
In pratica, la 4C è stata la prima dimostrazione dell’Alfa Romeo “tornata a essere L’Alfa Romeo”. Ma oggi rimane dietro alla sua rivale per eccellenza Alpine A110. La vincitrice è proprio la francese che consente di andare altrettanto forte. Ha sterzo e cambio decisamente superiori, ti permette anche una guida rilassata quando vuoi ed ha interni nettamente migliori rispetto alla rivale. E ultimo ma non meno importante, l’A110 costa meno. Parliamo di 60.000 euro chiavi in mano rispetto ai 65.000 euro dell’Alfa che, a scanso di equivoci, rimane comunque una gran macchina.
Motorage.it – La redazione
2 risposte
[…] da quando abbiamo guidato la prima versione dell’ Alfa 4C, il Coupé, ci siamo resi conto di quanto l’assetto sia fantastico. E la nostra opinione non cambia di una […]
[…] anteriormente e il McPherson ottimizzato posteriormente, responsabili in gran parte di un comportamento su strada e su pista […]