Al volante delle versioni top di gamma di Alfa Romeo Stelvio e Giulia, abbiamo potuto sperimentare l’efficacia delle pregiate soluzioni tecniche che contraddistinguono i due modelli.
Il mitico circuito dell’Alfa
Balocco. Qui si sperimentano dagli Anni 60 tutte le Alfa Romeo e oggi siamo presenti in questo tempio dell’alta velocità, riservato anche agli altri marchi del Gruppo FCA, sotto una pioggia battente. Neanche a farlo apposta la condizione climatica ideale per verificare le soluzioni tecniche di Stelvio e Giulia, apprezzando ancora una volta la loro straordinaria dinamica di guida.
Cominciamo con il dire che sia Stelvio che Giulia sono state sviluppate dapprima nelle versioni top di gamma Quadrifoglio. Proprio quelle con motore V6 2.9 bi turbo di origini Ferrari, che adotta soluzioni tecniche trasferite poi sulle versioni meno potenti. Ad esempio le sospensioni anteriori a quadrilateri deformabili e posteriori Alfa Link, l’IBS per il sistema frenante e l’albero di trasmissione in fibra di carbonio) trasferite poi sulle versioni meno potenti. E’ il frutto della rinata progettazione Alfa Romeo, dopo anni di soluzioni convenzionali condivise sin troppo con altri marchi del gruppo.
Cominciamo dal massimo
La nostra sessione di test prevede, in sequenza, di provare Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio, Stelvio Quadrifoglio Q4 e Giulia Veloce Q4 con motore 2.0 Turbo Benzina da 280 CV. Saliamo a bordo della Giulia Quadrifoglio. Il motore è il 2.9 bi turbo erogante 510 CV di origini Ferrari in grado di accelerare da 0 a 100 km/h in 3”9/10. La velocità massima è di 307 km/h.
Un’auto che abbiamo già provato, ma che non avevamo ancora avuto l’occasione di testare sotto condizioni climatiche proibitive come quelle odierne. Saremo accompagnati da alcuni piloti istruttori Alfa che ci daranno preziosi consigli, oltre a frenare (giustamente) i nostri eccessi di entusiasmo. I primi giri, sulla Giulia Quadrifoglio Rosso Competizione, li compiamo con l’Alfa DNA settato in All Weather e in Natural. Ragion per cui ASR ed ESP continuano a “tagliare” data la pioggia battente sul circuito.
Ben altro comportamento (e divertimento) si ha selezionando l’opzione Dynamic. Infatti contrariamente a quanto verificato in passato, lascia spazio a un certo sovrasterzo di potenza tipico della trazione posteriore. L’assetto è da manuale, le sospensioni a quadrilateri e Alfa Link sembrano quasi “scavare” le traiettorie. Naturalmente accompagnate dagli ammortizzatori a controllo elettronico che, come avviene sulle Ferrari, hanno la possibilità di selezionare la taratura più confortevole anche con i programmi del DNA più sportivi inseriti.
Quanto al motore, lo straordinario V6 concepito dai tecnici di Maranello spinge fortissimo a ogni regime e ci porta ben presto a velocità altissime, con i tergicristalli che “fanno gli straordinari”. Come ultima parte del test, ci divertiamo ad affrontare con le marce basse un anello, con selezionata l’opzione Race del DNA. Il ché vuol dire i controlli elettronici di assetto completamente disattivati e una guida “alla vecchia maniera”. Dunque tutta controsterzi e riallineamenti per tenere a bada il sovrasterzo di potenza di una trazione posteriore pura.
Differenze nelle prestazioni
Lasciamo la Giulia Quadrifoglio per occuparci dello Stelvio Quadrifoglio. Sarà la presenza della trazione integrale Q4, fatto sta che con la pioggia il potentissimo SUV Alfa sembra comportarsi ancor meglio della Giulia. In condizioni normali di aderenza, il sistema Q4 invia il 100% della trazione alle ruote posteriori. Ma quando si approssimano perdite d’aderenza del retrotreno una certa percentuale di coppia viene inviata all’avantreno. Esattamente è quello che accade costantemente oggi, sotto la pioggia. Solite prove con i vari setup del DNA inseriti e la sensazione che, nonostante l’altezza del corpo vettura superiore e il peso più elevato, lo Stelvio Quadrifoglio non sia poi così distante dal comportamento in curva dell’omonima versione della Giulia.
Affrontando il famoso anello con le marce basse e il DNA in Race, c’è ampio spazio per il sovrasterzo di potenza che però viene poi attenuato dalla trazione integrale. Quanto allo sterzo, esso appare con maggior carico rispetto al comando della Giulia. Finiamo il nostro test con la Giulia Veloce Q4, caratterizzata dal motore 2.0 Turbo a benzina completamente in alluminio da 280 CV.
Le differenze in prestazioni rispetto alle versioni Quadrifoglio certo si fanno sentire. Ma la precisione dell’assetto, lo sterzo istantaneo e la capacità di “disegnare” magistralmente le traiettorie in curva rimangono gli stessi. Con un solo interrogativo, però: “Ma con un assetto così preciso e riuscito, perché non prevedere anche in questo caso il setup Race dell’Alfa DNA?” Poter escludere completamente ASR ed ESP anche sulle versioni più “tranquille” sarebbe il completamento ideale di un quadro di totale eccellenza.
Gian Marco Barzan