Arrivabene lascia la Scuderia Ferrari
Il Team Principal della Ferrari, paga i due mondiali persi nelle ultime stagioni e probabilmente anche la scarsa capacità di tenere serrate le fila della squadra nei momenti cruciali. Un bilancio che alla fine deve aver pesato sul destino di Arrivabene.
Una decisione prevista
L’addio era già stato pronosticato subito dopo la morte di Sergio Marchionne e i vari problemi del Team di quest’ultimo campionato hanno avvalorato le ipotesi. Inoltre la convivenza tra Arrivabene e Binotto era ormai insostenibile. Non è un mistero che il direttore tecnico viste le tensioni dei mesi scorsi abbia pensato di lasciare la Ferrari. Nonostante le smentite, sono arrivate offerte da Mercedes e Renault.
Alla fine Mattia Binotto è stato nominato Team Principal della scuderia Ferrari. Suo l’onore e l’onere come uomo di squadra inequivocabilmente fedele ed educato all’universo Ferrari, che conosce bene le logiche dell’azienda e il mondo delle corse.
Il comunicato ufficiale della Scuderia recita: “Dopo quattro anni di impegno e instancabile dedizione-Maurizio Arrivabene lascia la Scuderia. La decisione è stata presa di comune accordo con i vertici dell’azienda dopo una profonda riflessione in relazione alle esigenze personali di Maurizio e a quelle della Scuderia.
A Maurizio vanno i ringraziamenti da parte di tutta la Ferrari per il lavoro svolto e per aver contribuito a riportare la squadra a livelli estremamente competitivi. A lui vanno migliori auguri per il suo futuro e le prossime sfide professionali”. Il ruolo di Team Principal della Scuderia Ferrari viene assunto immediatamente da Mattia Binotto, che ha una lunga esperienza a Maranello. A Binotto continueranno a rispondere tutte le funzioni tecniche.
Marchionne voleva Binotto
Nelle gare in cui la Ferrari ha perso il titolo piloti e costruttori Arrivabene ha più volte ha pungolato il gruppo di progetto e spesso difeso i piloti. In particolare dopo il disastro delle qualifiche in Giappone, dove aveva apertamente criticato il muretto.
Purtroppo si è creata una situazione in cui c’era da scegliere fra l’uno e l’altro, visto che assieme non potevano andare avanti. Nel frattempo Sergio Marchionne pare avesse già espresso la volontà di promuovere Mattia Binotto al posto di Maurizio Arrivabene. Una volontà che il tempo non gli ha permesso di realizzare.
Ma ci hanno pensato John Elkann e Louis Camilleri, che nelle scelte pare vogliano percorrere la strada tracciata da Marchionne. Quindi hanno offerto l’incarico di Team Principal al direttore tecnico, che ha riportato in alto la Ferrari nelle due ultime stagioni ed ha firmato anche il progetto della vettura 2019. Questa sarà la nuova monoposto destinata a riportare il titolo a Maranello secondo i progetti di Binotto, che ora dovrà ora integrare i due ruoli organizzando il gruppo di lavoro, sia in fabbrica che in pista.
Grandi risultati per il direttore tecnico
Mattia Binotto vanta una lunga militanza nella Scuderia Ferrari. I suoi meriti principali sono quelli di aver contribuito in modo determinante a far crescere la competitività delle monoposto del Cavallino Rampante. Infatti, tra i suoi capolavori vi à la power unit ibrida, evoluta costantemente (dopo le problematiche iniziali del 2014) fino ad arrivare ai livelli della Mercedes.
E in questo caso la competenza tecnica di Binotto associata alla guida del team è quanto ci vuole per superare le delusioni emerse nella seconda parte della scorsa stagione, rendere la macchina costantemente competitiva e se possibile migliore della Mercedes. Ora a Binotto spetterà di dimostrare, oltre alle sue note competenze tecniche, capacità manageriali complesse per uno che parte dalla gavetta. I presupposti sono buoni visto che quando fu presentata la macchina del 2018 fu perentorio: “Il secondo posto non ci basta più”. Parlava già da team principal.
Motorage.it – La redazione
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