Dopo le prime cinque tappe, rivelatesi molto ostiche in tutte le categorie, andiamo a riassumere questa settimana iniziale Peruviana, che tra colpi di scena e sorprese ha regalato davvero spettacolo. Ma anche arrabbiature e polemiche.
Dakar Rally 2019, giorno 6, Arequipa. Non sarà la vera corsa africana, ma ormai al suo undicesimo anno in Sudamerica la Dakar ha saputo attrarre con questa locazione geografica come il grande appuntamento che è. E al capitolo difficoltà, il Perù sta rispondendo a meraviglia. Pur con non poche polemiche.
Motivo, un errore nel road-book che ha portato vari equipaggi a sbagliare percorso. Tra questi Loeb/Elena con la Peugeot, che giocano per il vertice. Le loro rimostranze, coinvolti pure gli sponsor, non hanno avuto effetti. I commissari dicono che c’è chi ha trovato la via corretta (anche se in realtà, pare, perché hanno navigato di testa loro). I ritardi quindi peseranno. In un tweet Daniel Elena ha voluto dire che si presenta al via solo per l’amicizia verso Loeb e il rispetto dei fan.
Perché organizzazione a parte, davvero pietosa in questa edizione, il percorso è assai avvincente, pur più corto rispetto agli anni precedenti (10 tappe e 4500km). Le dune intorno a Lima, Pisco, San Juan de Marcona ed Arequipa nascondono molto più di qualche insidia. Indice di ciò, numerosi ritiri e distacchi medi più dilatati del “solito”.
Analizziamo la gara che fin’ora si sta prospettando nelle varie categorie, a due e a quattro ruote, con qualche anticipazione sull’ultima parte del Rally che inizierà domani.
AUTO :
Il “principe del deserto” venuto dal Qatar, Nasser Al-Attiyah, già duplice campione di questa gara, si trova in testa a bordo della sua Toyota Hi-lux ufficiale preparata da Toyota Gazoo Racing SA. Leadership ottenuta grazie alla sua grande costanza di rendimento ed ai pochi errori commessi fino ad ora.
Per lui ed il suo navigatore Mathieu Baumel, al momento, due vittorie di tappa, ed un cospicuo vantaggio sul secondo classificato che fa ben sperare l’equipaggio della 4X4 giapponese. Pur se la strada è ancora lunga…
Un errore tra le dune commesso nell’ultima parte di tappa 4 non ha invece di certo agevolato la gara di Stèphane Peterhansel, al volante della sua Mini JCW Buggy ufficiale. Ad ora il suo distacco è di ben 24’42”.
Forse “Monsieur Dakar“, affiancato da Jean-Paul Cottret, aspirava a trovarsi meglio, oggi, dopo la leadership di stage 3. Ora sta a lui rincorrere per ritornare sulle tracce del rivale ed ex compagno di squadra arabo.
Ottima terza posizione, fin’ora, per Nani Roma. Lo spagnolo, un campione della Dakar sia tra le auto che tra le moto, sta facendo una gara veloce e costante, sulla sua Mini Countryman ALL4 ufficiale.
Al momento, per lui, ci sono 34’33” dalla vetta, ma ancora quasi 2000 Km di speciale lo separano da Lima, e le speranze rimangono ancorate non solo al podio, ma anche a qualcosa in più.
Chi invece non ha praticamente nulla da recriminare è Jakub Przygonski, ex motociclista e pilota privato polacco, il quale a bordo della sua Mini Countryman ALL4 (ma senza evoluzioni 2019) è primo tra i privati, a 38’12”, oltretutto braccato alle spalle, molto vicino…
Loeb/Elena contro il tracciato, il road-book e i giudici !
Da Sèbastien Loeb! Il nove volte campione del mondo rally è riuscito con una quinta prova magistrale a recuperare parte del tempo perso nel terzo tratto, insieme alla sua Peugeot 3008 DKR privata spec 2017, navigato dal consueto Daniel Elena.
Per loro, nonostante la grande delusione e le incessanti critiche verso l’organizzazione, rimangono 40′ netti di ritardo al momento. Ma ci sono ancora delle possibilità per recuperare, ed alla Dakar non si sa mai cosa potrebbe succedere.
Dietro di lui, il connazionale Cyril Despres su Mini JCW Buggy, ma con un distacco che sale a ben 1h 12’47”. Non certo la miglior prima settimana per uno come il driver Mini che partiva tra i potenziali favoriti.
Non male invece la corsa del britannico Harry Hunt. Per lui e per la sua Peugeot 3008 DKR by PH-Sport, 1h59′ di distacco, ma facendo vedere talvolta delle prestazioni velocistiche notevoli. Come rifilando 14′ al rallysta ceco Martin Prokop, nono al momento, alla guida della Ford Raptor T1.
Nono il cileno privato di “lusso” Boris Garafulic, su Mini Countryman ALL4, a 2h18’. A chiudere la TOP10 è il sorprendente lituano Benediktas Vanagas, Toyota Hi-lux, a 2h 44′.
Verso la fase 2: la lotta più dura.
Tra gli italiani, ancora in gara il Side by Side Yamaha di Camelia Liparoti (cinquantesima) ed il Ford F150 T2 di Andrea Schiumarini. Non sarà facile completare per loro anche le prossime tappe:, speriamo possano vedere l’arrivo di Lima!
Dunque tra le auto è stata una settimana intensa, laddove tutte le squadre ufficiali hanno perso piloti in classifica (per Toyota Ten Brinke e De Villers, per Mini Carlos Sainz…). Ora a giocarsi la posta in palio ci sono una Hilux (Nasser Al-Attiyah), due Mini ufficiali (la JCW Buggy per Stephane Peterhansel e la Countryman ALL4 di Nani Roma), una Mini privata (Jakub Przygonski) ed una Peugeot 3008 DKR privata, quella di Sèb Loeb.
Vedremo cosa succederà nell’ultima settimana, nulla è ancora deciso, e lo spettacolo sarà garantito.
CAMION:
Iveco team De Rooy ci sta provando in tutti i modi, ma i russi di Kamaz hanno davvero una corazzata invincibile.
Nonostante la squalifica per Karginov, fino a quel momento terzo, ci sono due Kamaz in testa, con Eduard Nikolaev che ora ha un vantaggio di 11’54 sul compagno di squadra Dmitry Sotnikov, mentre gli altri sono semplicemente ad ere distanti rispetto alla corazzata Potëmkin 2.0, una gara davvero da 92 minuti di applausi.
Al momento terzo è Gerard De Rooy, il quale reclama i problemi di qualche giorno orsono, col driver Iveco che ora è ad oltre 1h 58′.
Quarto invece l’altro Iveco Powerstar 3, portato in gara da Tom Van Genugten, distante però ben 2h 15′ dalla vetta. Chiude la TOP5 invece Ales Loprais, pilota ufficiale Tatra, molto vicino però alle 3 ore di distacco.
Insomma, non c’è storia, la terza vittoria di fila Kamaz è ormai quasi servita, e nove vittorie in undici anni sarebbe una statistica davvero niente male.
MOTO:
Dopo 17 anni di dcominio KTM, ci stanno provando in primis Honda, Yamaha ed Husquarna a “rubare” lo scettro alla casa austriaca, infatti nonostante i molti ritiri sono ancora tanti che si possono giocare la vittoria al momento.
Non ha mai fatto “calcoli” in questa Dakar, ed al momento si trova in testa: Lo statunitense Ricky Brabec, alfiere del team Honda Monster Energy, è davvero sorprendente, nonostante qualche errorino “di troppo” in questi giorni.
Il vincitore del 2017 Sam Sunderland, alfiere KTM, non ne vuole sapere di mollare, ed a bordo della sua 450 Rally è a soli 59 secondi dalla vetta, con l’obbiettivo di iniziare a spingere ancor più durante la seconda settimana di gara.
Terzo posto invece per il cileno Pablo Quintanilla, un po’ in difficoltà dopo il dominio di tappa 3, ma ancora pienamente in lotta con 2’52 a bordo della sua Husquarna Rally Replica.
Al quarto posto ancora KTM, con l’australiano Toby Price, molto motivato in vista delle dune venture, staccato di soli 3’21, davvero poco quando si parla di Dakar.
Tempi più ristretti ai vertici delle due ruote
Dopo un po’ di tappe passate in totale controllo, forse per l’incidente nella Dakar 2018 che lo condiziona ancora, il francese Adrien Van Beveren si trova comunque in ottima posizione, primo tra le Yamaha, a soli 6’36 dal leader. Sa di potersi giocare ancora questa gara fino alla pedana di giovedì, dove si deciderà tutto.
Notevole anche la gara dell’argentino Kevin Benavides, sesto a 9’01 a bordo della sua Honda, mentre l’austriaco campione 2018 Mattias Walkner chiude il cerchio per quanto riguarda chi ha serie possibiilità di vittoria, mettendo la terza KTM nelle prime sette posizioni.
Nelle Malle Moto, “original by Motul” è primo invece il francese Romain Leloup, a bordo della sua KTM Wolfie.
Tra gli italiani notevolissima la gara del driver Solarys Racing Team Maurizio Gerini (Solarys Racing Team), ventesimo assoluto, mentre Mirko Pavan si trova 76esimo in sella alla sua Beta, invece Gabriele Minelli sta facendo non poca fatica sulla sua KTM, al momento 101esimo assoluto.
Di sicuro le moto dunque sono tra le categorie più incerte al momento, nonostante lo squadrone austriaco KTM sia ovviamente ancora favorito, almeno dai “numeri”.
QUAD:
Tra i piccoli mezzi a quattro ruote col manubrio, dominio per l’argentino Nicolas Cavigliasso, Yamaha, autore di una gara davvero incredibile fino ad ora.
Al secondo posto, nonostante ben 49′ di distacco, il suo connazionale Jeremias Gonzalez Ferrioli, sempre su Yamaha. Precede il quad della casa giapponese guidato da Gustavo Gallego, staccato però di 1 ora e cinque minuti.
Il risultato di questa categoria sembra abbastanza scontato, con tre argentini su tre Yamaha nei primi tre posti, ma tutto è possibile…
SIDE BY SIDE:
Nella categoria dei mezzi “incrocio” tra Quad ed Automobile grande lotta in casa Can-Am tra il portacolori di Can-Am Chile Rordigo Javier Moreno Piazzoli e tra il brasiliano ufficiale Monster Energy Can-Am Reinaldo Varela, staccato di solo 1’12”.
Al terzo posto, l’ex campione motociclista Gerrard Farres Guell, ufficiale Monster Energy Can-Am, staccato di 32′ dalla vetta alla sua prima esperienza in SxS, ma dovrà guardarsi le spalle dalle vetture gemelle di Baumgart, a solo 1′ da lui, e dal talentuoso driver USA Casey Currie, a soli 8 minuti dal podio e quinto assoluto, rookie alla Dakar.
Insomma, dopo questa difficile cinque-giorni, si ricomincia con la tappa lunga ben 810 km (di cui 309 di speciale) da Arequipa a San Juan de Marcona, tra dune molto difficili e fesh-fesh sofficissimo.
Sarà ancora una tappa di possibili distacchi abbastanza dilatati, mentre interessante è la novità della Half-Marathon, una minigara che dura da domani all’arrivo di giovedì a Lima riservata agli equipaggi che si sono ritirati nel corso della prima settimana di gara (consentendo a chi è già fuori gara di non rendere “inutile” quesa trasferta sudamericana.
Insomma, saranno cinque giorni di fuoco, in tutte le categorie, e noi di Motorage cercheremo di farvi rivivere le emozioni di questa durissima gara.
MotorAge.it – Luca Luk Bartot