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Mercato auto: nel 2018 spesi 1,2 miliardi in meno

Il mercato delle auto soffre ancora. Secondo i dati del centro Fleet&Mobility, nel 2018 sono stati spesi 1,2 miliardi in meno per l’acquisto di autovetture. I dati vedrebbero in calo anche il ricorso al noleggio (-2,6%), benchè i brand del settore affermino situazioni positive. Discrepanze da scoprire.

La crisi del settore auto si sente, almeno tra i grandi marchi costruttori e nelle tasche dei consumatori. Sono le stime del centro studi Fleet&Mobility, elaborate sulla base dei dati ufficiali delle immatricolazioni.

Sarebbero infatti 38,2 i miliardi di euro spesi in Italia nel 2018 per acquistare nuove automobili. Il che significa 1,7 miliardi in meno di euro spesi per le autovetture rispetto al 2017, per una contrazione del 4,2%.

Parallelamente sarebbe diminuita anche la domanda dei noleggiatori, cioè passata da 8,8 miliardi nel 2017 a 8,6 miliardi nel 2018. Una quota che rappresenta il 22% del totale del mercato. Ma le aziende del settore sharing e noleggi parlano invece di crescita. Due punti di vista di cui ci MotorAge.it si sta occupando per estrapolare la situazione reale.

Se Atene piange, Sparta non ride

I privati hanno invero tentato di fare da traino. Il 57% di loro, che include anche le Partite Iva individuali, hanno compiuto acquisti pari a quasi 21,6 miliardi.

In questo caso il decremento sull’anno precedente si è attestato a 321 milioni di euro (-1,5%). Il prezzo medio netto di acquisto è stato di 19.702 euro, in aumento dell’1% rispetto al 2017.

Anche i noleggiatori avrebbero secondo le stesse stime poco di che sorridere. Nel loro caso si evidenzierebbe una spesa di 19.742 euro, in contrazione del 2,6% rispetto al prezzo del 2017 (20.265 euro). La spiegazione deriva principalmente dalla maggiore penetrazione del noleggio a lungo termine verso i privati.

Inoltre, sembra aver avuto un notevole peso anche l’incremento delle auto-immatricolazioni ad uso noleggio di vetture destinate alla vendita a km zero, da parte di case e concessionarie.

Completa un quadro ben poco lusinghiero il calo del ricorso ai canali di vendita tramite le società, che coprono il 21% del mercato. In questo caso si parla di 8 miliardi di auto acquistate, con una contrazione di 1,2 miliardi di euro (-13%) e un prezzo medio netto di acquisto pari a 20.425 euro (-4%).

L’altra faccia della medaglia

I dati però non spiegano tutto, almeno stando all’opinione degli addetti ai lavori. “La flessione in valore del 4% (rispetto al -3% in volume) non dice tutto degli sforzi fatti dall’offerta per aiutare le vendite – spiega Pier Luigi del Viscovo, direttore di Fleet&Mobility -. Già considerando l’adeguamento dei listini all’inflazione, il gap reale valore-volume è di due punti percentuali, a cui bisogna aggiungere il fatto che quasi tutto il calo dei volumi (66mila auto) si è concentrato sulle utilitarie (57mila vetture in meno di segmento A e B). Poiché sono macchine di valore medio basso, l’impatto sul valore è stato inferiore, ma neutralizzato dai forti sconti praticati”.

Di seguito, i riassunti dei dati nel dettaglio.

Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro

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