Presentate a Giacarta le Yamaha che gareggeranno nel Mondiale MotoGP. Con in sella di nuovo Valentino Rossi e Maverick Vinales, l’obiettivo del team giapponese è di ritrovare la competitività perduta dopo due anni da incubo.
L’ottimismo almeno non manca in casa Yamaha. Da quello si riparte dopo due stagioni da dimenticare per il team di Iwata. Da Giacarta sono state svelate le monoposto che andranno all’assalto del prossimo Mondiale MotoGP.
Il torneo che dovrà essere necessariamente del riscatto perché se già il 2017 non era stato esaltante, il 2018 è stato addirittura fallimentare.
A certificarlo sono i numeri. Una sola vittoria in stagione, quella di Maverick Vinales a Phillip Island, e un distacco di 94 punti incassato dalla Honda campione del mondo.
Numeri inaccettabili per la scuderia giapponese, che riparte dai suoi due piloti confermati fino al 2020. Anche da loro ci si aspetta necessariamente una risposta per i propri destini professionali.
Per allontanare il viale del tramonto
Il primo da cui ci si attende una pronta reazione è senz’altro Valentino Rossi, reduce da un’annata da archiviare alla svelta con zero vittorie all’attivo.
Nonostante il terzo posto finale, ottenuto sia per demeriti del compagno di team Vinales sia per estemporanei sprazzi della sua classe, il Dottore ha fame di rivincita.
Il decimo alloro iridato appare ormai una chimera, vuoi per un’età non più giovanissima (il 16 febbraio compirà 40 anni) vuoi per una concorrenza sempre più spietati.
Valentino però non ha intenzione ancora di recitare il canto del cigno e rilancia la sfida per il futuro. “Nella MotoGP attuale il lavoro è aumentato tantissimo sui dettagli – spiega – l’elettronica è diventata fondamentale e la chiave è la gestione delle gomme. Le ultime due stagioni Yamaha sono state difficili, ma abbiamo il potenziale per il Mondiale, gli ingegneri in Giappone in inverno hanno lavorato duro”.
Si parte a fari spenti
L’obiettivo, è innegabile, è tornare a rivivere i fasti di un tempo. Nel 2009, esattamente dieci anni fa, l’ultima gioia Mondiale Rossi che da allora non è stato più in grado di chiudere il cerchio rimasto aperto.
“Quella è stata una grande stagione, avevo lottato con il mio compagno di squadra (Jorge Lorenzo, ndr) per tutto il campionato. Attorno a noi ora è tutto diverso, ma nel nostro team è rimasto tutto uguale, questo è importante per ottenere i migliori risultati. Nell’ultimo periodo i nostri avversari sono cresciuti molto”.
I piloti da battere ovviamente il campione in carica Marc Marquez che quest’anno si ritroverà un Lorenzo in più in casa. Il favorito numero per scalzare il predominio del Cabroncito che dura ormai da tre anni è il ducatista Andrea Dovizioso.
Il Dottore scatta invece dalla seconda fila. A lui spetta il ruolo dell’underdog, lo sfavorito, pronto a insidiare gli altri big nel caso in cui questi incappino in una serie di prestazioni negative.
Il vecchio e il giovane accomunati da un unico obiettivo
Recuperare la competitività perduta è dunque il primo obiettivo, come si evince dalle parole del pilota di Tavullia che si appresta a festeggiare un compleanno importante. “Gli anni iniziano a essere molti, soprattutto se sei un pilota della MotoGP- dichiara ancora – penso che in futuro altri piloti correranno più a lungo. È difficile, bisogna impegnarsi molto, bisogna cercare di allenarsi e fare tutto il possibile, senza lasciare nulla al caso”.
Diverso invece il discorso per quanto riguarda Vinales che invece ha appena compiuto 24 anni. Anche dal catalano ci si aspetta una netta inversione di tendenza.
Suo, come detto, l’unico successo del 2018 in un’annata comunque con tantissimi passaggi a vuoto. Recentemente ha dichiarato di essere alla ricerca di uno psicologo sportivo. L’inizio della sua carriera in sella alla M1, del resto, è stato folgorante, con tre vittorie consecutive. Poi la lenta e inesorabile involuzione tecnica che può dunque aver avuto un’origine anche mentale.
“Io sono il primo a essere deluso per certi risultati – ha detto Vinales -. Per questo ho deciso di cambiare nel box, con Esteban Garcia nuovo capotecnico al posto di Ramon Forcada e che spero sarà a chiave per farmi restare più calmo. Mentre arriverà Julian Simon, che mi farà anche da coach mentale”. Chissà se questi cambiamenti dietro le quinte possano aiutare a recuperare lo smalto perduto.
Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro