Assicurazione auto: lo smarphone traccia il rischio alla guida
Grazie ad un’applicazione installata sugli smartphone con geolocalizzazione attiva, le compagnie saranno a conoscenza della pericolosità del conducente e possono stimare in anticipo il piano assicurativo.
Oggigiorno non possiamo fare a meno nel quotidiano di un cellulare, questa è ormai una realtà assodata. Quando viaggiamo, al lavoro o nel tempo libero, per comunicare con il prossimo. C’è un altro aspetto, a prima vista sottovalutato, che riguarda il nostro comportamento alla guida.
Grazie allo smartphone è possibile per le compagnie avere un’idea sulle nostre abitudini al volante e sottoscrivere contratti vantaggiosi di assicurazione auto per entrambe le parti.
Si chiamano polizze Ubi (Usage-based insurance), fatte su misura del cliente. Si tratta di un modello di assicurazione auto in forte crescita nel nostro Paese, secondo un recente studio della società di consulenza aziendale Frost & Sullivan.
L’Italia è risultata infatti essere la prima al mondo per tasso di penetrazione delle scatole nere installate sulle auto dalle compagnie assicurative. Circa il 16% delle auto circolanti ne è dotato. Il Belpaese è inoltre secondo per numero totale di auto che le montano (oltre 6 milioni, dietro gli Stati uniti che conta praticamente il doppio, 12 milioni).
Si stima inoltre che nel 2020 ci saranno oltre 100 milioni di contraenti che avranno aderito a questa pratica. I Paesi in cui va per la maggiore sono Stati uniti, Regno unito e, appunto, Italia.
Assicurazione auto: un accordo reciprocamente vantaggioso
Nel nostro Paese sono più di 20 le compagnie assicurative che propongono questo modello, detto “win-win” per tutte le parti in causa. Stipulando una polizza Ubi, le compagnie inquadrano il profilo del conducente e definiscono meglio il rapporto tra rischio e premio da pagare in caso di incidente.
L’assicurato, invece, può godere di sconti vantaggiosi, soprattutto se il premio è mediamente più alto (si può arrivare anche al 60%). Un modo, dunque, per tutelarsi vicendevolmente contro ogni pericolo di sinistro, qualora si incappi in qualche automobilista particolarmente spericolato e poco ligio alle regole della strada (e del buon senso).
Così si ricostruisce il nostro identikit
Uno dei parametri utilizzati dalle compagnie per proporre il proprio piano assicurativo riguarda appunto lo stile di guida.
Questo però era poco verificabile, prima dell’avvento delle nuove tecnologie. Pochi infatti i dati e le informazioni a disposizione, che si potevano desumere soltanto dagli incidenti in cui si era rimasti coinvolti, per i quali avevamo richiesto l’intervento della compagnia assicurativa.
Adesso non è più così. Grazie alla geolocalizzazione favorita dal proprio smartphone, la nostra posizione è tracciata nel tempo e nello spazio. Con essa è possibile, tra le altre cose, sapere se stiamo usando il cellulare mentre siamo alla guida, calcolare la velocità reale alla quale stiamo andando e conoscere il nostro rispetto delle norme del codice stradale.
Per intenderci, se osserviamo o meno le precedenze, i semafori o se utilizziamo correttamente le corsie di marcia.
Insomma, non è difficile intuire perché le società stiano cercando di fare sì che ogni conducente abbia installato l’applicazione della compagnia, con geolocalizzazione attiva.
Con questa mole di dati, è possibile anche conoscere lo stato di salute del proprio veicolo ed eventuali malfunzionamenti dello stesso, inerenti ad esempio il livello dei liquidi, lo stato dei pneumatici e il funzionamento dei freni.
Inoltre qualora se le scatole nere fossero collegate agli Adas, i sistemi di assistenza alla guida, si possono desumere anche informazioni relative a distanza di sicurezza, urti e sonnolenze.
Così facendo l’identikit del conducente sarà tracciato e saranno realizzati contratti di assicurazione ad hoc che tengano conto del profilo della parte contraente.
Una rinuncia necessaria
Ovviamente c’è anche l’altra parte della medaglia. Intanto la rinuncia alla privacy, un aspetto comunque in generale ormai poco considerato nell’era del web 2.0.
Inoltre bisognerà sempre più fare attenzione e mostrare di avere cura del proprio veicolo effettuando con regolarità le revisioni necessarie e rispettando tutte le scadenze, al fine di non perdere il diritto al premio assicurativo.
Del resto, che cosa non si deve fare per avere un po’ più di sicurezza in cambio?
Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro