Ecobonus ed ecotassa: scattata l’ora “X”
Al via dal 1° marzo il sistema che prevede incentivi all’acquisto di veicoli elettrificati e tasse sulle immatricolazioni di auto inquinanti. Nel dettaglio, la guida sui modelli avvantaggiati e svantaggiati da questa riforma.
Partito dal 1° marzo il sistema bonus-malus sulle auto di nuova immatricolazione, inserito nell’ultima Legge di bilancio.
Lo schema riguarda le automobili acquistate fino al 31 dicembre 2021 (non comprende dunque i contratti firmati prima della sua entrata in vigore). Sono previsti incentivi per le auto che emettono meno di 70 grammi di CO2, ma pure penalizzazioni per quelle che emettono dai 160 grammi in su.
Per i prossimi tre anni chi acquista una vettura elettrica o ibrida potrà godere di un premio tra i 1.500 e i 6.000 euro a seconda del tipo di veicolo. Al contrario, ci sarà un’ecotassa compresa tra i 1.100 e 2.500 euro in base alle emissioni rilasciate.
Per inciso, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato una risoluzione che istituisce un codice tributo (il 3500) da utilizzare al momento del pagamento dell’imposta. Questa va versata tramite F24 dall’acquirente o da chi richiede l’immatricolazione.
In attesa dei decreti attuativi del governo, già le case automobilistiche si sono mosse per incentivare la mobilità sostenibile con investimenti nel settore dell’elettrificazione e delle basse emissioni. Del resto non è un mistero che ormai il nuovo input politico voglia andare verso un futuro “green”. Dopo tante “spinte” amichevoli e incontri sagaci delle burocrazie, è ovvio che i costruttori si adeguino e si stiano muovendo in tal senso.
Vige il principio del do ut des
Le norme, di fatto, si applicano esclusivamente alle vetture per il trasporto di persone fino a otto posti oltre al conducente (categoria M1). Sono esclusi quindi camper, veicoli blindati, auto con accesso per sedie a rotelle, caravan e auto funebri.
Per quanto riguarda il cosiddetto “Ecobonus”, la norma prevede due scaglioni di emissione: da zero a 20 grammi di CO2 e da 20 a 70. Nel primo caso rientrano, ad esempio, la Citroen C0, la Renault Nose o la Volkswagen eGolf. Nel secondo troviamo invece auto come l’Audi A3 Etron, la Mitsubishi Outlander Phev o la Toyota Yaris 1.5 hybrid.
Il premio, in caso si provveda anche alla rottamazione del veicolo della stessa categoria omologato alle classi Euro 0, 1, 2, 3 e 4, è di 6.000 Euro per la prima fascia e di 2.500 Euro per la seconda. In assenza di rottamazione, l’importo scende rispettivamente a 4.000 e 1.500 Euro.
Gli incentivi riguarderanno inoltre le vetture con un prezzo da listino ufficiale inferiore ai 50.000 Euro (Iva esclusa).
Come specificato anche dall’Agenzia delle Entrate, “il venditore riconosce il contributo all’acquirente sotto forma di sconto sul prezzo di acquisto. Successivamente l’impresa costruttrice o importatrice dell’auto rimborsa l’importo al venditore recuperandolo a sua volta sotto forma di credito d’imposta da utilizzare in compensazione”.
Le nuove misure prevedono anche una detrazione fiscale pari al 50% su un ammontare complessivo non superiore ai 3.000 euro.
Essa sarà ripartita in dieci quote annuali di pari importo e destinata all’acquisto e installazione di punti di ricarica per i veicoli elettrici nei prossimi tre anni.
Tetti progressivi a seconda del grado di inquinamento
Ben quattro sono invece le fasce di tassazione previste che, come poc’anzi sottolineato, tengono conto del tipo di modello del veicolo.
Nella prima, che prevede un’imposta da 1.100 euro, figurano modelli come l’Alfa Romeo Giulia 2.0, la 4C 1.750 e Giulietta 1.4, le Audi Q3, 40 e 45, la Q7 3.0 e l’A 6 3.0 allroad quattro TDI. Tra le BMW ci sono le Serie 1 M140i, la serie 2 M240i, e la 3. Per quanto riguarda la Fiat, l’ecotassa interessa, tra gli altri modelli, la 500X Cross Look 2.0, la Tipo 1.4 Tjet, la Quboo 1.4 e la Doblò 1.4. Tassati anche diversi modelli di SUV Jeep Cherokee, Compass e Renegade. Giusto per capire in quale categoria si va a parare.
La seconda fascia, se il veicolo supera i 175 g/km, è da 1.600 euro. Riguarderà tra gli altri i modelli Alfa Giulia 2.0 Turbo, la Stelvio 2.0 da 200 o 280 CV, la Fiat Doblò 1.4 T-Jet, la Maserati Ghibli e Quattroporte.
In terza fascia, da 2.000 euro per emissioni superiori ai 200 g/km, troviamo i modelli Alfa Romeo Giulia e la Stelvio, con motore 2.9 da 510 CV. Troviamo Jeep Grand Cherokee 3.0, la Wrangler 2.0 e 2.2, in casa Maserati la Levante 3.0. Spuntano poi le Bentley, come la Bentayaga 4.0 diesel, le Cadillac CT6 e XT5 e la Ferrari Portofino 3.9 da quattro posti.
La quarta e più onerosa fascia prevede invece un’ecotassa da 2.500 euro, se i livelli di CO2 sforano i 250 g/km. In questa sono racchiuse le Aston Martin DB11, Rapide e Vanquish, l’Audi R8, la Ferrari 488 GTB, la 812 Superfast e la GTC4 Lusso. Tra le altre, Ford è presente con Mustang, la Jaguar con F-Type e non manca anche la Maserati Ghibli 3.0.
Insomma, degli esempi che comunque fanno ben comprendere la direzione intrapresa dal Governo con queste nuove normative. Dubitiamo comunque che finisca qui, almeno così facilmente. Associazioni, costruttori e gruppi di imprenditori si sono mobilitati per contrastare soluzioni.
Vedremo il seguito, ma ci aspettiamo sviluppi.
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