MotoGP Qatar: come Dovizioso beffa Marquez
Il Mondiale MotoGP si riapre nel segno dei due teoricamente favoriti per il titolo. Andrea Dovizioso regala il primo sorriso alla Ducati nel GP del Qatar battendo allo sprint finale il rivale Marc Marquez della Honda. Crutchlow con la Honda 35 completa il podio. Rossi 5° con la sua Yamaha 46, dopo una strepitosa rimonta.
Se il buongiorno si vede dal mattino, ci aspettiamo un’altra annata elettrizzante. La prima del Mondiale MotoGP sorride, come nel 2018, ad Andrea Dovizioso e alla Ducati.
Arriva quindi dal Qatar la prima soddisfazione stagionale per la Desmosedici che su questa pista dimostra di trovarsi a proprio agio.
Ancora una vittoria trovata a scapito del rivale numero uno, Marc Marquez, battuto in volata nel remake del duello vissuto lo scorso anno a Losail.
Si riparte nel loro segno e non poteva essere altrimenti. Saranno verosimilmente il Dovi e il Cabroncito a contendersi lo scettro iridato. Con un Cal Crutchlow che potrebbe diventare il colpo a sorpresa. Jorge Lorenzo è per ora solo un potenziale incomodo e c’è un Valentino Rossi pronto a recitare la parte del guastafeste.
Crutchlow completa il podio, ma il Dottore chiude con un ottimo 5° posto una gara vissuta in continua rimonta, dopo essere partito dalla quattordicesima piazza in griglia. Questo non dice ancora se la Yamaha è tornata a essere in grado di seguire i ritmi top, ci vuole ancora qualche segnale.
Un anno fa la grande illusione
Sembra quasi di assistere alla fotocopia della gara di un anno prima. A spuntarla è ancora una volta Dovizioso, che sembra aver ormai capito come sconfiggere il rivale sul suo terreno preferito, il corpo a corpo.
Se il forlivese darà continuità alle proprie prestazioni, le potenzialità per riportare il titolo a Borgo Panigale potrebbero anche affermarsi. Ma davvero è prestissimo per parlare.
Di fronte a sé dovrà però fare i conti con un Marquez che anche sui tracciati in apparenza insidiosi, come quello qatariota, si dimostra sempre e costantemente un osso duro da battere.
Lo scorso anno la vittoria di Losail fu il classico fuoco di paglia per la Ducati, che da lì in poi accusò diversi passaggi a vuoto, costati il Mondiale alla riprova dei fatti.
Tecnici, meccanici e pilota non dovrebbero più commettere gli stessi errori. Perché se “errare è umano, perseverare è diabolico”. Che sia veramente la volta buona per un “happy ending”?
Yamaha ancora lontane
Il ducatista, del resto, ha sfiorato la perfezione in questa gara di apertura. Già in avvio, quando con uno scatto bruciante ha preso la testa della corsa, che ha poi tenuto praticamente fino alla fine.
Alle sue spalle Miller, Marquez e Crutchlow con il poleman Vinales scivolato in settima posizione dietro a Rossi, che invece dalle retrovie iniziava il suo incedere per la rimonta.
Le Yamaha incominciano già in affanno la stagione, segno che molti problemi non sono stati ancora risolti. Notevole è parsa ancora la differenza di passo rispetto a Ducati, Honda e anche Suzuki.
Problemi che la casa di Iwata dovrà affrontare velocemente per evitare un’altra stagione tribolata. Non possono bastare da sole la classe e l’esperienza di Valentino per riportare in alto le sorti di un team, lontanissimo dai fasti di un tempo. Almeno non più ormai, che Valentino Rossi potrebbe tirare un po’ i remi in barca.
A lungo regna l’incertezza
Presto si forma il trenino che vede coinvolti in tutto otto piloti in un continuo rimescolamento di posizioni. Tra i più in palla Alex Rins che provvisoriamente si ritrova in testa.
La gara viaggia però sul sottile filo dell’equilibrio. Ovvero scarso di emozioni. A metà gara Dovizioso e Marquez si ritrovano davanti ma non riescono a fare il vuoto dietro a loro. Tant’è che il gruppone si ritrova addirittura racchiuso in soli 1”5/10.
Occorre attendere che il ritmo si alzi perché il cerchio si stringa. Perdono terreno Petrucci (6°, alla sua prima con la Ducati ufficiale) e Vinales che lo segue al traguardo.
Rossi risale fino alla quinta posizione ma non riesce a lottare per il podio che rimane una questione tra Crutchlow e le Suzuki di Rins e Joan Mir.
L’attenzione si sposta decisamente su ciò che accade in testa tra Dovizioso e Marquez. Gli ultimi due giri sono finalmente “emozionali”, con sorpasso e controsorpasso.
Prima il forlivese va largo e il Cabroncito lo supera. Ma il ducatista non si dà per vinto e lo ripassa all’incrocio in uscita dell’ultima curva e vola fino al traguardo.
Uno a zero per la moto Rossa. Si attende ora la risposta dello spagnolo che potrà arrivare, fra tre settimane, il 31 marzo a Termas de Rio Hondo, in Argentina.
Top e flop
Tra i top di giornata si segnala l’8° posto del rookie Mir. Delusione invece per Franco Morbidelli della Yamaha Petronas, soltanto 11°.
Sfortunatissimo il suo compagno di team Fabio Quartararo che, dopo lo strepitoso 5° posto in qualifica, ha visto la sua monoposto spegnersi prima del giro di ricognizione. Costretto a partire dalla pit-lane, ha poi chiuso 16°.
Amaro il debutto nella classe regina per il campione del mondo Moto2 Francesco Bagnaia dell’Alma Pramac Racing, costretto al ritiro da un’ala danneggiata dopo un contatto in avvio.
Lorenzo, dopo la caduta del sabato, chiude in zona punti: 13°, davanti all’Aprilia di Andrea Iannone.
MotorAge.it New Generation – Andrea Sicuro