Non c’è storia nel GP di Argentina, seconda gara del Mondiale MotoGP. Marc Marquez domina la corsa e s’impone davanti a Rossi e Dovizioso. Il Dottore diventa il pilota più anziano a salire sul podio nella top class. Ora il Cabroncito comanda con quattro punti di vantaggio.
Non c’è stato ancora nulla da fare. Su alcune piste Marc Marquez sembra volare come sulle ali di Icaro.
Succede anche nel GP di Argentina, laddove nel 2018 visse una delle serate più complicate della sua carriera con lo speronamento ai danni di Valentino Rossi.
Il campione del mondo in carica quest’anno invece domina e risponde alla vittoria di Andrea Dovizioso in Qatar.
Ora il pilota della Honda comanda il Mondiale MotoGP, con quattro punti di vantaggio sul ducatista, terzo al traguardo, battuto da un sensazionale Rossi.
Uno a uno e palla al centro, dunque. Il 14 aprile si vola ad Austin, negli Stati uniti, un circuito sul quale lo spagnolo è ancora imbattuto nella classe regina.
Marquez lascia le briciole
Marquez dimostra di aver appreso la lezione dello scorso anno. Stavolta non sbaglia nulla e quando questo accade, è uno spettacolo da vedere.
Pronti via e il Cabroncito, che partiva dalla pole position, fa subito il vuoto dietro di sé. In poche curve Dovizioso e Rossi sono lasciati a distanza di sicurezza. Si apre così una” gara nella gara
La battaglia ai piedi del podio è stata vinta da Jack Miller con la Ducati Pramac, seguita dalla Suzuki di Alex Rins (in rimonta dalla sedicesima posizione in griglia).
L’allievo non sempre supera il maestro
L’attenzione, con Marquez che vola dritto verso la vittoria (alla fine saranno 10” di vantaggio), è tutta sul duello italiano tra Valentino e il Dovi.
Prima il pilota della Yamaha effettua il sorpasso ai danni del forlivese che subito dopo gli restituisce il favore.
La risolve Rossi all’ultimo giro, quando beffa il ducatista diventando, a 40 anni, il pilota più anziano a salire sul podio nella classe regina. Dimostrando ancora una volta agli scettici che lui c’è, se non per il titolo, quantomeno per recitare un ruolo di arbitro e che il momento della pensione sembra essere ancora lontano.
Parlando di statistiche ufficiali, con questo sono 233 podi in carriera, di cui 197 in top class. Ne mancano soltanto tre per fare 200. Siamo certi che arriveranno a breve.
Ambientamento difficile nella nuova casa
La Yamaha però sorride soltanto a metà. L’altro alfiere della casa di Iwata, Maverick Vinales, cade nel finale vittima di un contatto con la M1 del team Petronas di Franco Morbidelli.
In casa Honda non brilla neanche stavolta Jorge Lorenzo, soltanto 12°. Por Fuera non sembra ancora essersi ambientato con la nuova monoposto.
Fa ancora peggio Andrea Iannone con l’Aprilia che non riesce a schiodarsi dall’ultima casella in partenza.
In top 10 chiudono anche Nakagami con la Honda LCR, Quartararo con la Yamaha Petronas e i fratelli Aleix e Pol Espargaro, rispettivamente con Aprilia e KTM.
Motorage New Generation – Andrea Sicuro