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Testimoni incidenti stradali: 1 su 2 non lo fa

I testimoni di incidenti stradali il più delle volte non lasciano i propri dati di contatto. Questo è quanto emerge da un’indagine che ha analizzato i comportamenti dei conducenti coinvolti nei sinistri. Il 55,7% dei testimoni di incidenti stradali non collabora con le autorità e la persona coinvolta nell’accaduto.

È sicuramente capitato a tutti, almeno una volta, di essere coinvolti in un sinistro. Il ruolo dei testimoni di incidenti stradali, ovvero di chi ha “soltanto” assistito, appare invece più sfumato.

In questi casi la prima regola è andare a verificare l’incolumità del conducente coinvolto nel sinistro. Dopodiché bisogna verificare i danni alle vetture e procedere alla constatazione amichevole.

Da uno studio di mUp Research e Norstat, commissionato da un noto sito specializzato in servizi di risparmio, il 55,7% degli italiani, dopo aver assistito a un sinistro, non rilascia i propri dati né alle autorità né alle persone coinvolte nell’accaduto.

A conti fatti, si tratta di un italiano su due. Non proprio pochi insomma.

Il grado di coinvolgimento cambia però in relazione al tipo di sinistro a cui si ha assistito. Qualora ci siano stati danni ai soli veicoli, il 63,7% dei testimoni ha dichiarato di essersi allontanato senza aver lasciato i propri dati di contatto.

Diametralmente opposto lo scenario qualora invece ci siano stati feriti. In tal caso la percentuale di chi non ha collaborato con le autorità e la controparte rimasta vittima dell’accaduto diminuisce fino al 39,9%.

Un obbligo morale e legale

Va intanto precisato, ai sensi della nuova legge 124 del 2017, che l’obbligo di testimoniare scaturisce già nella fase pre-contenziosa.

Il danneggiato deve quindi indicare il nome dei testimoni nel momento in cui denuncia l’evento. L’identificazione di ulteriori testimoni in una fase successiva comporta l’invalidità della prova presentata.

Questo per permettere che, nell’eventuale processo, possa indicare dei testimoni di comodo.

Diverso è il caso dell’omissione di soccorso, per cui la pena prevede fino a un anno di reclusione o una multa fino a 200 euro.

L’articolo 593 del codice penale stabilisce l’obbligo di fermarsi per soccorrere “un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo”.

Un obbligo che non soltanto è legale ma anche e soprattutto morale.

Un diverso grado di coinvolgimento

La sensazione emerge ancora più evidente qualora il sinistro coinvolga i pedoni, siano essi feriti gravemente o meno.

Il 67,4% del campione ha dichiarato di aver dato la propria disponibilità a testimoniare.

La percentuale supera il 50% nel caso di coinvolgimento di veicoli a due ruote, quali moto, scooter e biciclette.

Divisioni per genere, età e area geografica

Le donne in particolare sono meno disposte a collaborare (soltanto il 42% lo ha fatto), rispetto agli uomini (46,7%).

Dividendo il campione in base all’età, emerge che il 52,8% degli intervistati tra i 25 e 34 anni lascia i propri dati di riferimento. Mentre soltanto il 39,2% dei rispondenti in età compresa tra i 60 e 74 anni ha prestato la disponibilità a testimoniare.

Se volessimo fare invece un’analisi a livello territoriale, al Nord Est soltanto il 40,4% ha testimoniato in merito a un incidente. Al Nord Ovest il dato sale invece al 46%.

Le motivazioni più o meno gettonate

Diverse le ragioni che portano i testimoni a non rilasciare i propri dati. La maggioranza (42%) lo riteneva inutile, il 20,5% perché nessuno glielo ha chiesto.

Il 13,1% ha ammesso che c’erano già altri testimoni, il 10,7% riteneva di non aver visto abbastanza mentre il 6% ha spiegato che erano già intervenute le autorità.

Il 5,5% non poteva fermarsi e il 3,2% non voleva correre rischi o avere fastidi in seguito.

Tra i testimoni che hanno invece offerto la propria disponibilità di testimonianza, la ragione principale è il senso civico (36,3%). Circa il 7% ha affermato che gli è stato esplicitamente richiesto mentre soltanto l’1% pensava fosse previsto dal Codice della strada.

L’indagine ha anche evidenziato che il 62,5% dei testimoni disposti a raccontare l’accaduto non è mai stato contattato dalle autorità o da chi è stato coinvolto nell’incidente. Tuttavia il 19,4%, nonostante avesse dato i propri riferimenti, una volta giunto il momento di testimoniare, ha preferito cambiare idea.

Infine il 95,1% di chi ha lasciato i propri dati in passato si è detto disponibile a rifarlo ancora.

Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro

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