MotoGP Germania: Marquez da 10 e lode
Nel GP di Germania non c’è proprio storia. Vince sempre Marc Marquez che al Sachsenring s’impone per il decimo anno di fila e vola in fuga al Mondiale MotoGP. Il Cabroncito è vicino alla riconferma per il titolo: ora Dovizioso è a -58. Sul podio salgono Vinales, 2°, e Crutchlow, 3°. Ma alla Honda scoppia il caso Lorenzo che pensa al ritiro dalle corse.
Su questa pista appare inarrivabile, quasi come se fosse una sua proprietà privata. Marc Marquez vince per il decimo anno consecutivo al Sachsenring, nel GP di Germania che gli serve sul piatto d’argento la fuga nel Mondiale MotoGP.
Forse decisiva, o forse no. Sta di fatto che in terra teutonica il Cabroncito vince alla sua maniera, dominando e lasciando la polvere dietro di sé.
Ora lo spagnolo può contare su 58 punti di vantaggio sul rivale Andrea Dovizioso, soltanto 5°, quando la classe regina si concede un mese di stop.
Quando si ripartirà il 4 agosto a Brno, in Repubblica ceca, ci vorrà più di un’impresa per scalzare il campione in carica dal trono iridato.
In una gara senza storia si ritagliano un posto al sole Maverick Vinales, 2° in sella a una Yamaha in crescita e primo degli “umani”. Completa il podio la Honda HLCR di Cal Crutchlow.
Un capolavoro di continuità. E la Ducati resta al palo
E con questa sono cinque le vittorie per Marquez in nove gare. Eccezion fatta per la caduta ad Austin, l’alfiere della Honda non è mai sceso dalla seconda piazza.
Qui sta la differenza con tutta la concorrenza, Ducati in primis. Battuto (ma non sconfitto) nella gara inaugurale in Qatar, Marc è cresciuto con il passare delle gare.
Mentre Dovizioso, dopo il primo successo, non è stato più in grado di ripetersi e negli ultimi tre appuntamenti non è mai andato a podio.
Appare difficile ipotizzare un coinvolgimento della casa di Borgo Panigale nella lotta per il titolo se il rendimento rimane quello dell’ultimo mese.
A molti ducatisti è sembrato di rivedere lo stesso film della passata stagione con una Desmosedici vincente alla prima e poi andata in letargo prima della pausa estiva.
Un errore da non fare contro questo Marquez che, come il buon vino, invecchiando migliora.
In questo momento non sembrano esserci dubbi sulla sua riconferma, potendo contare su più di due gare di vantaggio.
Rossi: il tempo degli alibi è finito
Sorride in parte anche la Yamaha. Se Vinales conferma i progressi visti in Olanda, vincendo la corsa tra i piloti “normali” in gara, in Germania si confermano le difficoltà di Valentino Rossi.
Il Dottore non va oltre l’ottava posizione e interrompe perlomeno la serie negativa dopo i tre ritiri consecutivi.
Un “contentino” in una gara condotta in grande affanno e chiusa alle spalle persino di Miller (Ducati Pramac) e Mir (Suzuki), con tutto il rispetto.
Fa spavento guardare la classifica che vede il nove volte campione del mondo in clamoroso ritardo rispetto a Marquez, avanti di ben 108 punti.
Una distanza inaccettabile per un pilota abituato a competere per alti traguardi. Ma che, domenica dopo domenica, appaiono ormai come uno sbiadito ricordo.
Poche emozioni in pista
Poco da segnalare in pista. Marquez, scattato dalla pole position, allunga già nelle fasi iniziali mettendo giri veloci in sequenza e un ritmo inavvicinabile per i rivali.
L’interesse va a ciò che accade alle sue spalle. Quartararo della Yamaha rovina tutto quanto conquistato in qualifica e cade al 2° giro lasciando la seconda piazza a Rins (Suzuki), tallonato da Vinales, Crutchlow e Miller.
Le Ducati risalgono la china dopo le disastrose qualifiche che hanno visto Petrucci partire 12°, seguito da Dovizioso. Alla decima tornata il Dovi si ritrova in sesta posizione, davanti al ternano.
Mentre Marquez può contare su 3” di vantaggio e vola sempre più indisturbato verso la bandiera a scacchi, è bagarre per il podio.
Il colpo di scena, a 11 giri dalla fine, avviene quando Rins scivola a terra e lascia via libera a Vinales. Per lo spagnolo è la seconda caduta consecutiva, dopo quella in Olanda.
Crutchlow sale dunque in zona podio e prova a far sentire il fiato sul collo a Top Gun che però resiste e prende il largo.
La quarta piazza va a Petrucci, primo degli italiani, che festeggia al meglio il rinnovo del contratto con la Ducati fino al 2020.
Petrux vince lo sprint con il compagno di team Dovizioso e si conferma il ducatista più in forma. Sua l’ultima vittoria della Desmosedici, conquistata al Mugello.
In questo momento per la Rossa l’unico traguardo possibile resta il titolo costruttori. La Honda è a +22 in classifica ma i giochi sono ancora aperti.
Lorenzo medita il ritiro
Nel frattempo rimbalza una voce clamorosa. Jorge Lorenzo, fermo ai box per la frattura alle vertebre rimediata con la caduta durante le prove libere ad Assen, starebbe pensando al ritiro.
L’origine del malessere risiede nelle delusioni rimediate finora con la Honda con cui non è mai stato in grado di entrare nella top 10.
Una decisione che arriva dopo anche i tanti infortuni subìti nell’ultimo anno che hanno caratterizzato l’ultimo periodo alla Ducati.
Da qui la scelta di uscire di scena, non ancora comunicata ufficialmente ai vertici della casa giapponese, a partire dal team manager Alberto Puig.
Vedremo come la situazione si evolverà nelle prossime settimane ma se la notizia fosse confermate, sarebbe una grave perdita per la categoria.
MotorAge.it – Andrea Sicuro