Parcheggiare con l’App: belle idee improbabili
Bosch sta mettendo a punto un sensore che permette di parcheggiare con l’App. Un sistema che da noi non può funzionare. Andiamo a vedere perché.
Un’idea indubbiamente rivoluzionaria, bisogna vedere quanto fattibile nella realtà. Bosch sta sviluppando un sensore che permette di parcheggiare con l’App individuare gli spazi disponibili all’interno di un parcheggio tramite un’App.
L’utente potrebbe quindi essere in grado di conoscere il tempo necessario per raggiungere il posteggio ed effettuare il pagamento direttamente con lo smartphone. In parole povere, via telefono e in tempo reale sarà possibile sapere se un determinato posto è libero oppure no.
Una soluzione contro lo stress e la perdita di tempo
Un vantaggio non da poco se si considerano il rallentamento del traffico quotidiano, lo stress e la perdita di tempo dati anche dalla ricerca del parcheggio libero. Parcheggio che nella maggior parte dei casi viene fatto fuori dalle strisce, in maniera per così dire “selvaggia”.
Il nuovo Parking Lot Sensor di Bosch sembrerebbe essere dunque la panacea di tutti i mali. Questo sfrutta l’infrastruttura per la comunicazione wireless tra il sensore e la piattaforma centrale, utilizzando un protocollo LoRaWAN (Long Range Wide Area Network).
Inoltre il sensore può anche essere impiegato per segnalare il divieto di parcheggio in determinate aree. Ad esempio nelle corsie di emergenza, facilitando le operazioni del personale di soccorso in caso di necessità.
Un altro campo di applicazione riguarda il monitoraggio delle piazzole di sosta delle stazioni di rifornimento dei veicoli elettrici. In questo è possibile riconoscere anche il loro uso improprio. Vale a dire se l’area di rifornimento viene utilizzata come parcheggio oppure se il tempo di utilizzo consentito viene superato.
Ma non mancano le noti dolenti
Forse la soluzione migliore sarebbe posizionare un sistema a sbarre in grado di consentire l’accesso a chi ha pagato in anticipo. Ma nel nostro Paese un sistema simile è presente soltanto nei parcheggi sotterranei delle metropoli, come Milano, o nel quartiere Citylife.
Di certo è molto più difficile salvaguardare la prenotazione del parcheggio nelle aree pubbliche, come gli ospedali. Urgono quindi rimedi e contromisure contro i cosiddetti “furbetti”, pronti a tutto pur di accaparrarsi l’ultimo parcheggio disponibile nel raggio di pochi metri. Ma attualmente non esistono le condizioni per pensare a uno scenario diverso.
Redazione MotorAge.it – Andrea Sicuro